"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

giovedì 13 dicembre 2007

Musulmano salva ragazzi ebrei

L'incidente in metropolitana ribattezzata dai tabloid «treno della pace»

New York trova l'eroe di Natale

Il giovane si è scagliato contro un gruppo di violenti antisemiti


DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
NEW YORK La foto, sulla prima pagina del New York Post, mostra due giovani con gli occhi pesti, Hassan Askari e Walter Adler, il primo islamico, ebreo il secondo, che si abbracciano sopra la didascalia a caratteri cubitali: «Peace Train», il treno della pace. «Musulmano salva ebrei da un gruppo di delinquenti nella metropolitana», spiega il giornale, offrendo la sua morale istantanea: «Se soltanto la pace nel mondo fosse altrettanto facile». E' una di quelle storie agro-dolci da vigilia di Natale, quando il mondo ha bisogno di sentirsi più buono, in barba alle statistiche. E così, mentre il New York Police Department denuncia un incremento del 20% nei crimini razziali rispetto a un anno fa, il 20enne Askari ha sfidato gli inossidabili cliché sui musulmani, rischiando di essere linciato per soccorrere quello che, almeno sulla carta, avrebbe dovuto essere il suo arcinemico. L'incidente è avvenuto venerdì sera sulla linea Q della metropolitana, quando Adler e la fidanzata Maria Parsheva, entrambi 23enni, stavano tornando a Brooklyn insieme a due amici, ebrei come loro, dopo aver celebrato Hannukkah, la Festa delle Luci ebraica che dura otto giorni e quest'anno è iniziata il 4 dicembre.

Quando un chiassoso gruppo di otto uomini e due donne seduti nella stessa carrozza si è messo ad urlare a squarciagola «Buon Natale», i quattro amici hanno risposto sorridendo «Happy Hannukkah». «L'hanno fatto in maniera cordiale », ha spiegato più tardi Askari, «per questo sono rimasto esterrefatto dalla loro reazione». «Gli ebrei hanno ammazzato Cristo proprio ad Hannukkah», ha replicato in coro la combriccola. Due di loro si sono tirati su la maglietta per mostrare l'enorme Gesù tatuato sul dorso. Sono volati pugni, calci e gli insulti «sporchi ebrei» e «puttane giudee». «Uno ha persino tirato fuori il coltello minacciando di ucciderci», dice la Parsheva. E' a questo punto che Askari ha deciso di intervenire, consentendo ad Adler di sottrarsi alla mischia per azionare il freno d'emergenza e dare l'allarme.

Quando il treno è arrivato alla fermata successiva, la polizia ha fatto irruzione nella carrozza arrestando gli aggressori. «Mi sono chiesto perché nessun altro abbia alzato un dito», spiega adesso Adler, «Hassan è un eroe». «Mi sono limitato a fare ciò che mi ordinava la mia coscienza», minimizza il ragazzo musulmano, che non avendo assicurazione non si è neppure potuto far medicare al Pronto Soccorso, «i miei genitori mi hanno allevato così». Dopo l'incidente molti newyorchesi si sono offerti di pagare gli studi di Askari, costretto a ben due lavori per mantenersi all'università. Ben diversa la sorte del 19enne Joseph Jirovec, il capo della banda, già condannato a sei mesi di carcere per aver assaltato tre afro-americani nel 2005, che adesso rischia sette anni di galera. Ieri i tabloid hanno pubblicato le sue foto su MySpace che lo ritraggono mentre punta la pistola alla tempia di un'«amica». «Voglio tenermi fuori dai guai», assicura lui. «Quando esco dal carcere voglio arruolarmi nell'esercito». Come suo padre, un ex pompiere oggi di stanza in Iraq.

Alessandra Farkas
13 dicembre 2007

fonte: http://www.corriere.it/esteri/07_dicembre_13/musulmano_ragazzi_ebrei_772348a0-a94a-11dc-b997-0003ba99c53b.shtml

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1 commento:

Franca ha detto...

Clichè... oggi si va avanti così