"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

martedì 11 dicembre 2007

Australia - Stuprano una bimba: assolti

Il premier Rudd: «Sono orripilato da casi come questo»

«Sono aborigeni, vanno capiti»

Per la giudice, la vittima di 10 anni «era d’accordo»


Sarah Bradley è una giudice australiana che crede nel rispetto della diversità culturale. Di quelle che hanno lavorato per anni per tenere fuori dalle prigioni i criminali aborigeni. Deve essere per questo che, qualche settimana fa, ha lasciato liberi tre uomini e sei ragazzi, rei confessi dello stupro di una bambina di dieci anni: «Dovete capire—ha detto loro bonariamente— che non potete fare sesso con una minorenne. In questo caso ammetto che la ragazza coinvolta probabilmente era consenziente». Dopotutto, è l’assunto della giudice, la violenza sessuale è talmente diffusa nelle aree indigene, dove i neonati contraggono malattie veneree e i bambini mimano l’atto sessuale già all’asilo, che i giovani potrebbero non percepirla come un reato e quindi vanno educati, non puniti.

Peccato per la vittima, una ragazzina magra con la faccia triste, nata con un lieve ritardo mentale a causa del troppo alcool bevuto da sua madre durante la gravidanza. A lei la vita non ha fatto nessuno sconto. Aveva sette anni quando subì la prima violenza. Per questo era stata allontanata dalla comunità di Aurukun, nel Queensland settentrionale, e data in affidamento a una famiglia non indigena. Poi il ritorno a casa e lo stupro di gruppo: «È sbagliato — aveva decretato il Dipartimento per la sicurezza del bambino — farla allevare da gente bianca, così le rubiamo la sua identità». La triste storia della piccola Kylie (il nome è di fantasia), oggi dodicenne, ha sconvolto l’Australia. Il neo premier laburista Kevin Rudd, eletto qualche settimana fa, ha invocato la tolleranza zero: «Sono orripilato da casi come questo — ha detto —, di violenza sessuale contro donne e bambini».

Il procuratore generale del Queensland, Kerry Shine, ha promesso un appello immediato contro «una sentenza patetica che non riflette le aspettative di questa comunità ». E la prima ministra dello Stato, Anna Bligh, ha ordinato che siano rivisti tutti i casi di stupro degli ultimi due anni: «Voglio essere sicura—ha detto — che non ci sia un diverso standard di giustizia per le comunità indigene». Il sospetto, piuttosto forte, è che altre violenze sessuali non siano state segnalate dagli assistenti sociali. Nel caso di Kylie un funzionario del Dipartimento per la sicurezza del bambino è stato licenziato per aver nascosto alla polizia che la piccola aveva contratto la gonorrea. Lui si è difeso dicendo che non sapeva che fosse una malattia a trasmissione sessuale. Sei mesi fa un rapporto, commissionato dal Territorio del Nord, aveva evidenziato quanto l’alcolismo e la violenza fossero diffusi in tutte le comunità indigene dello Stato. Ad Alice Spring, per esempio, la prima causa di morte tra le donne è l’omicidio. «È una disgrazia nazionale — aveva sentenziato allora il ministro federale per gli Affari indigeni Mal Brough —. Qualcosa deve cambiare nel Paese». Ma finora è successo poco.

Certo non è stata più tollerata l’applicazione della tradizione tribale che consentiva all’anziano del villaggio di punire, a modo suo, i crimini commessi all’interno della comunità. Ma le autorità locali non sembrano in grado di gestire la disperazione degli aborigeni, che rappresentano il 2,4% della popolazione australiana. La politica dell’autonomia ha fallito. Quella dell’assimilazione pure. «Una cosa è sicura—dice Boni Robertson, professore di politiche indigene alla Griffith University —. La cultura non può essere usata per dire che nove uomini possono stuprare una bambina di 10 anni. Che tipo di messaggio stiamo dando ai pedofili?». In questi giorni a guidare l’Australia al posto di Rudd, in missione a Bali, c’è per la prima volta una vicepremier: «Nella nostra società —ha detto ieri Julia Gillard — le donne possono fare qualsiasi cosa». Di certo non le aborigene.

Monica Ricci Sargentini
11 dicembre 2007

fonte: http://www.corriere.it/cronache/07_dicembre_11/stupro_bimba_aborigeni_assolti_3665200a-a7be-11dc-9708-0003ba99c53b.shtml

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1 commento:

Franca ha detto...

Tutto giustissimo. Massima severità contro crimini così atroci.
Ma il Governo australiano dovrebbe interrogarsi su quello che finora è stata la politica nei confronti degli aborigeni che vivono in riserve al confronto delle quali quelle indiane sono la terra promessa