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sabato 8 dicembre 2007

Mutui, 530mila famiglie in difficoltà


Unicredit e Mps offrono rinegoziazione gratis

di Dino Pesole


8 dicembre 2007




Da un lato, una sorta di moral suasion nei confronti delle banche,
perchè replichino le iniziative già messe in atto da Unicredit e Mps per la rinegoziazione gratuita dei mutui a tasso variabile e l'allungamento del periodo di ammortamento. Dall'altro, possibili iniziative anche di tipo fiscale a beneficio degli intestatari di mutui a reddito medio-basso, accompagnate da interventi a sostegno dell'edilizia sociale. Di difficile attuazione appare invece la proposta di un Fondo di garanzia per le famiglie in difficoltà nel pagamento delle rate del mutuo, lanciata dal vice ministro dello Sviluppo economico, Sergio D'Antoni.

Il Governo prova a definire una strategia comune per far fronte agli effetti del caro-mutui, tenendo però conto - come spiega il vice ministro all'Economia, Roberto Pinza che in Italia non siamo in presenza di «un'emergenza sociale », quale quella esplosa negli Stati Uniti in seguito alla crisi dei mutui subprime. Gli Usa hanno da fare i conti con un tasso di insolvenza a dir poco preoccupante, pari al 20%, «mentre da noi non si supera l'1 per cento». A parere di Pinza, il vero segnale va lanciato in direzione dell'edilizia sociale, «perchè il problema è l'alto costo delle abitazioni sul mercato, che costringono a contrarre mutui di importi elevati ». Misure che in ogni caso andrebbero ad aggiungersi- spiegano fonti dell'Economia all'aumento a 4mila euro delle detrazioni Irpef per la prima casa e i 550 milioni stanziati per rilanciare l'edilizia economica, inseriti in Finanziaria, e al taglio dei costi per la portabilità dei mutui previsto dal pacchetto Bersani.
Misure che appaiono quanto mai opportune se si considera che secondo il Rapporto annuale del Censis, reso noto ieri, nel nostro Paese sette famiglie su cento sono a rischio di insolvenza. Rallenta la domanda di nuovi mutui per l'acquisto di abitazioni, anche se si registra ancora «un consistente tasso di crescita», pari al 7% nei primi sei mesi dell'anno, contro il 21,1% dell'anno precedente. La conclusione del Rapporto Censis è che i prossimi saranno «anni molto difficili per gli italiani se non si aggredirà il problema della povertà».

Per quel che riguarda la leva fiscale, si potrebbe agire sul fronte dell'ulteriore incremento delle detrazioni Irpef per la prima abitazione, concentrate sui redditi bassi e mediobassi, a patto che si individuino le necessarie risorse compensative. Al momento, fondi aggiuntivi non sono stati individuati, tanto che appare improbabile che si possa agire inserendo le relative norme nel passaggio della Finanziaria alla Camera. Se ne riparlerà probabilmente con l'anno nuovo. Più concreta si presenta l'azione di «moral suasion» nei confronti dell'Abi,auspicata anche dal ministro dell'Economia, Tommaso PadoaSchioppa in una recente intervista televisiva. Si tratta di mettere a punto una strategia complessiva che consenta di rivedere, senza costi aggiuntivi, le condizioni dei prestiti. Nel caso in cui scattassero le penali, potrebbe essere lo Stato a farsene carico. A trarne beneficio dovrebbero essere soprattutto gli intestatari di mutuo a tasso variabile che, in seguito all'incremento del tasso Euribor, stanno subendo i danni maggiori, da quando la Bce ha intrapreso la strada dell'aumento progressivo del costo del denaro, per far fronte ai folocai inflattivi. La soluzione proposta da Unicredit e Mps consente, in sostanza, di mantenere ferma la rata del mutuo sullo stesso livello cui è fissata oggi, o di dimuinirla. Secondo le prime stime, potrebbero utilizzarla 15mila clienti di Unicredit. Non è la soluzione al problema, ma certamente un segnale di disponibilità da non sottovalutare.

Nessuna soluzione all'americana, in ogni caso, con l'eventuale congelamento fino a cinque anni degli interessi da versare sui mutui sottoscritti. «Sui mutui - ha osservato Visco - il Governo è pronto a fare la sua parte. Vedremo in concreto cosa si può fare». I tempi non si annunciano brevissimi. Del resto, appare arduo già d'ora "ipotecare" nuovi, possibili surplus di gettito fiscale, quando il quadro macroeconomico volge verso prospettive tutt'altro che incoraggianti, e occorrerà comunque approntare una manovra correttiva per il 2009 che stando a quanto ha anticipato Padoa-Schioppa - non sarà inferiore a 10 miliardi.

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fonte: http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Finanza%20e%20Mercati/2007/12/banche.shtml?uuid=6f398b88-a4c5-11dc-972d-00000e251029&type=Libero

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1 commento:

Franca ha detto...

Bhè, effettivamente almeno queste banche hanno dato un segnale.