"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

mercoledì 29 agosto 2007

Bye Bye, America..

Troia
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Calo di consumi negli Usa. Borse mondiali a picco

PUR SENZA DIRLO, QUALCUNO AVEVA PENSATO CHE ERAVAMO DELLE CASSANDRE. DIMENTICANDO CHE CASSANDRA AVEVA RAGIONE. mauro ...

Sembrava tutto passato, una tempesta in un bicchier d'acqua o poco più. O almeno così sembravano far voler credere i responsabili delle banche centrali: crisi arginata. Invece ecco una nuova giornata nera a Wall Street che contagia tutti gli altri mercati a cominciare dalle Borse asiatiche mercoledì (a Tokyo l'indice Nikkei cala del 1,69 per cento). Il calo della fiducia dei consumatori americani, ai minimi da un anno, e il picco dei prezzi delle case negli Usa (-3,2 per cento), il peggiore in venti anni, hanno fatto tornare la paura sui mercati frenando la fase di recupero.

La Federal Reserve è intervenuta, di nuovo, per immettere nuova liquidità (questa volta con un'asta a un giorno per 5,25 miliardi di dollari). Ancora un riflesso della crisi dei mutui subprime, dunque, che ora contagia le carte di credito e quindi i consumi. Visto che le carte di credito sono l'asse portante del sistema economico americano e che gli americani fanno shopping in Europa, subito il calo investe le Borse europee che in mattinata già perdono quasi l'1 per cento, incluso Piazza Affari. I titoli i bancari e gli energetici i più colpiti ovunque nel Vecchio Continente.

«La crisi dei mercati finanziari legata ai mutui subprime non avrà serie e immediate conseguenze sulla crescita europea», ha detto il portavoce della Commissione europea, Johannes Laitenberger, riportando quanto riferito dal commissario europeo agli affari economici e monetari, lo spagnolo Joaquin Almunia, nel corso della prima riunione settimanale del collegio dei commissari dopo la pausa estiva.

Intanto, in America il mercato immobiliare Usa, all'origine delle turbolenze finanziarie, continua a segnare ribassi record dei prezzi. La banca centrale Usa, la Federal Reserve, nei verbali della riunione del board di politica monetaria dello scorso 7 agosto, valuta ancora l'inflazione come il rischio principale per l'economia, pur sottolineando che «la crisi del credito potrebbe richiedere risposte» avendo il potenziale di frenare la crescita. E infatti nonostante le iniezioni di liquidità a piene mani da parte della Fed, come previsto dal Financial Times investe il sistema delle carte di credito, strumento fondamentale per sostenere i consumi che valgono i due terzi del prodotto interno lordo. Le banche, scrive il Financial Times, stanno registrando crediti incagliati nel comparto a un tasso molto più alto dell'anno scorso. Le società che emettono le stesse carte sono state costrette a cancellare nel primo semestre 2007 il 4,58% dei crediti in quanto irrecuperabili, con un rialzo di quasi il 30% rispetto allo stesso periodo del 2006. Di pari passo, aumentano i ritardi sui pagamenti e il tasso trimestrale di pagamento, l'indicatore che misura la solvibilità dei titolari di carte di credito, è sceso per la prima volta in oltre quattro anni.Il deterioramento del credito sembra quindi prendere peso sui mercati, dove anche oggi la Federal Reserve è intervenuta immettendo altri due miliardi di dollari di liquidità, con una nuova asta a un giorno, soddisfacendo una minima parte delle richieste pari a 62,3 miliardi di dollari.

Ma le valutazioni di stabilità del sistema non sono buone. Per la società di rating Merrill Lynch la valutazione passa da "buy" a "neutral" per alcune delle più importanti banche Usa, come Bear Stearns, Lehman Brothers e Citigroup sulle prevedibili perdite legate ai bond strutturati legati ai subprime e all'atteso calo delle attività di "buyout".

State Street, gestore di fondi di Boston tra i più grandi negli Stati Uniti, avrebbe un'esposizione per 22 miliardi di dollari verso i conduit, veicoli finanziari extra-bilancio su cui sono inciampate diverse società finanziarie nelle scorse settimane. Secondo il Times di Londra, la compagnia avrebbe dato linee di credito ad almeno sei di questi veicoli finanziari, che impacchettano prestiti commerciali e personali finanziati con debito a breve raccolto nel mercato dei "commercial paper" (debito a breve termine emesso dalle aziende e non garantito). I finanziamenti sarebbero pari al 17% delle attività totali di State Street. I prezzi delle case Usa, tanto per aggiungere altro allarme, sono scesi del 3,2% nel secondo trimestre rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, indicando una decisa accelerazione della frenata nell'immobiliare.

Intanto, in Europa, un eventuale taglio dei tassi al momento è stato rinviato ma la partita è aperta. Il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet, dovrà recarsi al Parlamento europeo l'11 settembre, 5 giorni dopo la riunione del board monetario, per fare il punto sulle turbolenze che hanno colpito i mercati finanziari su scala globale. La convocazione,voluta dal presidente della Commissione per gli Affari economici e monetari, Pervenche Beres, è «una audizione straordinaria», in aggiunta alle «normali audizioni programmate ogni tre mesi».

Pubblicato il: 29.08.07

Modificato il: 29.08.07 alle ore 16.03


fonte: http://www.unita.it/view.asp?idContent=68437

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3 commenti:

Anonimo ha detto...

Cade! Cade l'Impero! Sta per sbriciolarsi su se stesso! Questi sono, insieme alla crisi irakena, i primi scricchiolii.
Ciao.

Franca ha detto...

Grande Edgar...

Anonimo ha detto...

Grazie compagna ;)