"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

domenica 19 agosto 2007

Veronesi: «L'umanità sarà bisessuale»



L'oncologo: «Si farà l'amore per affetto e non per riprodursi. È il prezzo positivo pagato dall'evoluzione naturale della specie»



MILANO
Il futuro? È bisessuale. Parola di Umberto Veronesi. Intervistato ieri dal Riformista, l'oncologo ex ministro della Salute immerso nella quiete estiva di Capalbio ha scosso l'atmosfera con una tesi che fa già discutere. La specie umana — dice Veronesi — si va evolvendo verso un «modello unico», le differenze tra uomo e donna si attenuano (l'uomo, non dovendo più lottare come una volta per la sopravvivenza, produce meno ormoni androgeni, la donna, anche lei messa di fronte a nuovi ruoli, meno estrogeni) e gli organi della riproduzione si atrofizzano. Questo, unito al fatto che, tra fecondazione artificiale e clonazione, il sesso non è più l'unica via per procreare, finirà col privare del tutto l'atto sessuale del suo fine riproduttivo. Il sesso resterà — avverte l'oncologo — ma solo come gesto d'affetto, dunque non sarà più così importante se sceglieremo di praticarlo con un partner del nostro stesso sesso.

Insomma, saremo tutti bisessuali? Raggiunto dal Corriere, il professore conferma la previsione: «È il prezzo che si paga — spiega — all'evoluzione naturale della specie. Ed è un prezzo positivo ». Davvero? «Sì, perché nasce dalla ricerca della parità dei sessi: negli ultimi vent'anni le donne hanno assunto ruoli sempre più attivi nella società e questo porta con sé un'attenuazione delle differenze sessuali». Avremo uomini meno virili (il processo è già in atto: dal dopoguerra in poi la «vitalità» degli spermatozoi è mediamente calata del 50%) e donne più mascoline. Parità uguale appiattimento? «Al contrario — spiega Chiara Simonelli, sessuologa, docente all'Università La Sapienza di Roma — ciò che prospetta Veronesi è una maggiore libertà, dagli stereotipi e dai pregiudizi. Il fenomeno è appena agli inizi: perché prenda consistenza dovremo aspettare almeno due o tre generazioni».

Una rivoluzione, dunque. Ma biologica o culturale? «Entrambe: i cambiamenti della mentalità e le evoluzioni genetiche sono fenomeni correlati, e si influenzano reciprocamente. Ma si tratta di processi molto lenti». Veronesi ha la vista lunga: la società bisex è ancora lontana. Ma per trovare una civiltà capace di mettere a regime l'amore per entrambi i sessi non serve guardare avanti: nella Grecia classica, radice dell'Occidente di oggi, gli uomini non facevano mistero della passione per i ragazzi. Corsi e ricorsi della storia? «La bisessualità antica — avverte Eva Cantarella, che all'argomento ha dedicato un libro edito da Rizzoli — era molto diversa da quella che intendiamo oggi. Non era la possibilità di scegliere con chi e come avere rapporti sessuali, ma un fenomeno soggetto a regole precise. Era concessa solo agli uomini: un uomo adulto poteva avere rapporti con uno più giovane ma solo mantenendo un ruolo attivo. Raggiunta la maggiore età, gli adolescenti abbandonavano il ruolo passivo». E le donne? «Mogli e madri. L'amore coniugale, che conviveva con quello per altri uomini, era cosa diversa: in greco aveva anche un altro nome, filia, di contro all'eros passionale».

Un amore finalizzato alla procreazione: «A quella dei corpi: quello per i fanciulli, scrive Platone, era più nobile perché volto alla procreazione delle anime». E qui torniamo a Veronesi e al sesso come gesto d'affetto e non mezzo per far progredire la specie. Un valore positivo che non mette tutti d'accordo: «La scissione della riproduzione dalla sessualità e dal nucleo familiare — dice Fiorenzo Facchini, antropologo dell'ateneo di Bologna — non può essere vista come un vantaggio per la specie umana. La riproduzione per l'uomo non è solo incontro tra gameti, implica rapporti tra due persone. È la naturale condizione umana a richiederlo. In un momento in cui la natura viene giustamente rimessa al centro dell'attenzione appare strana e del tutto stonata una prospettiva biotecnologica che ne usurpa le funzioni». Dunque nessun «prezzo da pagare» all'evoluzione naturale della specie? «Riguardo alla previsione di livellamento degli interessi dei due sessi e di attenuazione della sessualità nel suo significato antropologico — conclude Facchini — ritengo che l'orientamento sessuale sia definito sul piano biologico della specie e non possa essere messo da parte».
Giulia Ziino

3 commenti:

Franca ha detto...

Buona cosa la parità tra sessi, ma se la specie evolvesse in questo senso non sarebbe il principio della sua estinzione?

Anonimo ha detto...

A parte che concordo sull'acuta prospettiva di Franca, mi permetto di continuare il discorso di Veronesi: "bla bla bla bla"!

Anonimo ha detto...

Il tema della sessualità è un campo minato.. comunque lo si guardi è irto di spine.. alcune anche avvelenate.
Estinzione? Mah, non credo.. credo piuttosto che il discorso di Veronesi (che solitamente mi vede discorde con lui su molte questioni) non sia del tutto peregrino.. c'è un'evoluzione logica della specie, in base alla sua storia, le sue conquiste ed i suoi adattamenti sociali.. Sicuramente alla base di certi comportamenti, o orientamenti sessuali, dell'uomo vi sono ragioni biologiche caratterizzate da assunti sociologici. L'Umanità è "troppa", socialmente insicura e in perenne conflitto.. Ciò che non riesce all'uomo con le sue guerre, viene "normalizzato" dalla Natura che raggiunge sempre i suoi equilibri. L'orientamento bisessuale, in sè nè drammatico nè socialmente sconvolgente proprio perché, se non nelle regole, nei fatti normato, di fatto favorisce la minore diffusione della specie attraverso una procreazione rallentata o del tutto inesistente. Per cui, si, può essere che l'uomo si estingua in quanto specie vivente. Ma se questo succederà è solo perchè la Natura, nella sua imperscrutabile saggezza, agisce innanzitutto sul principio della salvaguardia di sè stessa..
Il mondo, cioè, continuerà ad esistere, con o senza l'uomo..
Tuttavia bisogna chiarire: non è la bisessualità, o l'omosessualità (che in Natura sono sempre esistite), che ci potrà portare a queste estreme conseguenze, semmai l'arroganza e la stupidità della nostra specie. Solo a noi la scelta, tra il vivere ed il morire; la Natura agisce di conseguenza.
mauro