"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

sabato 1 dicembre 2007

Benigni show, in dieci milioni incollati alla tv

di Roberto Brunelli


benigni

Corre, Roberto Benigni da Vergaio. «Ci ho tutti gli organi del corpo umano che si muovono ognuno per conto suo». Freme, tuona, ride, scalpita, grida e suda, avvolto, quasi abbracciato, da tre schiere adoranti di pubblico. Giacca scura e camicia bianca, il comico-regista-poeta-attore è tornato su Raiuno come un «intruso della tv», e per oltre due ore travolge il palinsesto, senza una sola interruzione pubblicitaria. Dante, certo, il «Quinto dell’Inferno», «il canto della lussuria», ma soprattutto un uragano comico-politico che al suo centro ha, ovviamente, Berlusconi. Ma che - tra battute vecchie e nuove - investe come una girandola impazzita anche una galassia multicolor composta, tra gli altri, dai Savoia, da Fini, Bondi, Storace, Andreotti, la Santanché, ma anche da D’Alema, Padoa Schioppa, Prodi, Vallettopoli, Buttiglione, «che non c’ha manco il pisello».

È Silvio il tormentone. «Se continua così, lo perdiamo: sempre a gridare “Prodi Prodi Prodi, ora cade Prodi”… Silvio, ti devi riposare. Prendi almeno una settimana dove non fai un partito nuovo, o almeno una settimana tra un partito nuovo e l’altra». E ancora: «Silvio vuole la legge elettorale alla vaticana, l’unico paesello dove non c’è mai crisi da duemila anni: è quella che piace a lui, altro che legge alla tedesca, alla spagnola, alla jugoslava…». Prodi invece? Eccolo sistemato: «Vive sui senatori a vita, personaggi straordinari che hanno fatto la gloria dell’Italia. Ma Prodi prima andava a messa una volta alla settimana, ora ci va tutti i giorni. Li chiama tutti, ogni giorno: “Rita, non uscire che c’è la brina…”. Andreotti? L’unico contemporaneo di Dante ancora in vita». Non manca D’Alema. «C’ha la barca, ha i baffi, è intelligente… prima lo volevano presidente della Camera, e zac, fecero Bertinotti. E lui: faccio un passo indietro per il bene del paese. Ma volevano sempre lui, anche per il Quirinale, perché ci ha i baffi, è intelligente, ha la barca… e lui fece un passo indietro. Doveva venire anche qui, ma è arrivato prima Veltroni. E lui: faccio un passo indietro, per il bene della diretta».

L’Italia di Benigni parte da Mastella («Indulto, aereo di stato, giudici: poverino, è sempre lui il capro espiatorio») per finire a Storace: «Fa il saluto romano, ma il suo è quello quello vero e cioè “aò, manica di froci mortacci sua”, è questo il saluto romano filologicamente puro. E la Santanché, bella topolona, lei ci ha il suo saluto personale»: Roberto mostra il dito medio.

Certo, tra il ripristino della verginità, e l’allungamento del pene e i residui di cocaina nell’Arno, è un affresco dell’Italia il racconto di Benigni. Anzi: è l’epica della libertà quella che il comico da Vergaio va ad annunciare: dai commercianti che si ribellano al pizzo alla lotta per la moratoria sulla pena di morte. «Il Rinascimento italiano ha inventato tutto ciò che noi consideriamo modernità. Pensa la pittura, il manierismo, il barocco, la prospettiva, abbiamo inventato tutto noi. La democrazia, la libertà nei comuni. L’Italia è il primo paese del mondo in cui è nata prima la cultura e poi la nazione. La Divina Commedia? Dopo averla letta, non si guardano più allo stesso modo le persone: ognuno è protagonista di un dramma epico irrepetibile. È inutile andarne a cercare il senso: il senso siete voi stessi». E qui hai proprio ragione, Roberto.

Pubblicato il: 30.11.07
Modificato il: 30.11.07 alle ore 15.58

fonte: http://www.unita.it/view.asp?idContent=71020

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Le letture del comico per far riscoprire il Poeta agli studenti
Ministro preoccupato: "Solo il 6% ha fatto il tema sul Paradiso"

Fioroni: "Presto nelle scuole
i dvd del Dante di Benigni"

"Non si può dire italiano chi non prova affetto per l'Alighieri"


Roberto Benigni all'Università di Firenze dove ha ricevuto una laurea honoris causa in Filologia


FIRENZE - Roberto Benigni torna a scuola.
O meglio, nei licei italiani arriva il suo Dante. Già dai primi mesi del prossimo anno scolastico, annuncia il ministro della pubblica istruzione Giuseppe Fioroni, verranno infatti distribuiti dvd delle letture dantesche di Benigni in tutte le scuole.

L'iniziativa, nata da una coproduzione tra il ministero e lo stesso attore, si inserisce nel progetto che "il ministero poeta avanti da un anno per rilanciare lo studio di Dante". Uno studio fondamentale e necessario, continua Fioroni, perché "chi è italiano non può dirsi tale se non ha e prova affetto per Dante".

Ecco allora i dvd del Toscanaccio che, dopo aver riempito piazze e palazzetti, proverà a far innamorare della Divina Commedia anche i giovani studenti. Che non sembrano particolarmente infatuati di terzine e canti: solo il sei per cento dei maturandi, spiega preoccupato il ministro, ha infatti scelto il tema sull'XI canto del Paradiso.

(29 giugno 2007)

fonte: http://www.repubblica.it/2007/06/sezioni/scuola_e_universita/servizi/dante-benigni/dante-benigni/dante-benigni.html

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2 commenti:

Franca ha detto...

Me lo sono perso in quanto ero in Consiglio comunale ad incazzarmi sulle varianti al Piano Regolatore

Equo ha detto...

Ecco perché ho dismesso l'impegno politico in prima persona ! :-)))
Scherzo, ovviamente. Un grazie a tutti quelli come Franca che si sbattono sui piani regolatori per permettere a quelli come me di guardarsi Benigni :-))