"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

sabato 8 dicembre 2007

Cinquemila all'Assemblea della Cosa Rossa

Alla Fiera di Roma la Costituente del nuovo "soggetto politico-plurale"
Presenti i quattro segretari, Mussi, Diliberto, Pecoraro Scanio e Giordano

"Urge la verifica ma non la crisi"

Ingrao critico, oggi non è arrivato si spera ci sia domani con Bertinotti
Intanto Cannavò e la Sinistra critica lasciano Rifondazione


di CLAUDIA FUSANI


Giordano, Mussi e Diliberto all'apertura dell'Assemblea


ROMA
- Cinque mila persone sono riunite da oggi pomeriggio alle quattordici nel padiglione 10 della nuova Fiera di Roma per dare vita all'assemblea costituente di "La Sinistra-L'Arcobaleno". E' il nuovo soggetto politico che nasce dalla federazione di quattro soci fondatori - Sinistra democratica, Rifondazione comunista, Verdi e Comunisti italiani - e di tutti coloro che, individui, movimenti, associazioni, sentono il bisogno di "una sinistra politica in grado di conservare la memoria del passato e tenere lo sguardo rivolto al futuro". Così si legge in uno dei passaggi della dichiarazione d'intenti con cui domattina i quattro segretari Mussi, Giordano, Pecoraro e Diliberto terranno a battesimo la nuova formazione politica".

Si chiama L'Assemblea nazionale della sinistra e degli ecologisti. Dal simbolo - La Sinistra scritto in rosso, L'Arcobaleno in verde su sfondo bianco e un mare multicolore - è sparita la falce e il martello. Spariti anche i vecchi, tradizionali riti di queste riunioni-congresso. Persone in ordine sparso che entrano e escono dalle nove sale dove sono in corso affollati worshop su lavoro, diritti, disarmo, ambiente, legalità, migranti e cittadinanza, democrazia-partecipazione, conoscenza-innovazione. Ministri e segretari che partecipano seduti tra gli altri e in mezzo agli altri, che parlano con simpatizzanti e curiosi.

Anche l'avvio dei lavori è stato anomalo: una esilarante tirata di quasi mezz'ora affidata al comico Andrea Rivera vestito con un perfetto maglione arcobaleno. Se la prende con simbolo e nome ("mi viene in mente Il gigante e la bambina di Ron e allora forse si poteva pensare a La volpe e l'uva, meglio, più colto"), dedica una riflessione ai "lavoratori sommersi" e fa l'esempio di quel precario della nota catena di supermercati a cui dedica lo slogan "Esselunga e diritti corti". Ricorda che ormai in Italia ci sono "quattro sindacati, Cgil, Cisl, Uil e Cei" e a Veltroni "impegnato nell'organizzazione del festival di Ariccia" dedica un'amara filastrocca che è un collage di titoli da film del tipo: "Cadaveri eccellenti? Macchè, quelli di Thyssenkrupp. In nome del Papa Re, la messa è finita".

Risate a parte, tra le sale del padiglione 10 non si respira un clima di regolamento dei conti. Si parla di verifica ma non di crisi. "Questo governo ha fatto molte cose ma su altre ha deluso, ecco perché s'impone la verifica" dice il coordinatore di Sinistra democratica il ministro Fabio Mussi. Il pacchetto sicurezza e la promessa del ministro Chiti non agitano le acque: "Quel testo sarà blindato così com'è alla Camera, non tornerà al Senato" è sicuro Gennaro Migliore, capogruppo alla camera di Rifondazione. Quindi il riferimento all'omofobia, "così come previsto dalle norme europee e dal trattato di Amsterdam" resterà. Anzi il ministro Ferrero è stupito dell'ultimatum di Mastella: "A febbraio lui e Pollastrini hanno presentato un pdl analogo che di fatto ripristina la legge Mancino, cioè l'inasprimento delle norme antirazziste". Ancora più chiaro il ministro verde Alfonso Pecoraro Scanio: "Oggi qui c'è un clima arcobaleno e una sinistra forte e di governo". Mastella, infondo, "non è la prima volta che minaccia la crisi".

Il tema che corre e passa di bocca di capannello in capannello è semmai un altro: la sicurezza sui posti di lavoro. Piace la dichiarazione di Prodi e questo è un tema che qui unisce molto e fa guardare avanti. Assai di più delle legge elettorale su cui invece le posizioni restano a dir poco variegate. "Proporzionale con sbarramento al 5% senza premio di lista" suggerisce e mette le mani avanti Mussi. "Noi non siamo d'accordo, vogliamo che le alleanze siano indicate prima, mica si può tornare indietro dopo quindici anni" precisa il ministro dell'Ambiente.

Sul nuovo soggetto pesano anche dubbi, oppositori e qualche imbarazzo. Manca Pietro Ingrao, polemico perché non voleva una federazione ma "un vero partito". La speranza è che venga comunque domani, con Bertinotti che non parlerà. "Ha già parlato abbastanza" sorride un deputata di Rifondazione. L'Assemblea si apre, nel senso che è il primo foglio che ti ritrovi in mano, con una scissione: la corrente di Rifondazione "La Sinistra critica" se ne va, Salvatore Cannavò si è dimesso oggi dal gruppo parlamentare alla Camera.

La prospettiva possibile, invece, è che il nuovo soggetto politico,il cui cammino costituente ma sarà definito a febbraio, possa esordire con lo stesso simbolo alle prossime amministrative in Friuli.

(8 dicembre 2007)

fonte: http://www.repubblica.it/2007/12/sezioni/politica/cosa-rossa/lassemblea/lassemblea.html

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6 commenti:

elena ha detto...

Teoricamente dovrei essere soddisfatta del fatto che Ingrao, anche senza saperlo, avalla certe mie posizioni (vedi post precedente, dedicato proprio al suo "gran rifiuto").
Invece... macché. Ce n'è pure per lui.
Perché cosa vuol dire che Mussi dopo l'uscita dai DS doveva entrare in PRC? E perché non nei verdi? E cos'ha di unitario e pacificatore una frase come "chi rappresenta Diliberto"? Intanto, che gli piaccia o meno Diliberto rappresenta un partito che, unico o quasi controcorrente, ha aumentato i suffragi perfino dopo le politiche... e comunque non mi sembra questo lo spirito unitario con cui costruire un partito. Che il Berty sia il suo delfino è scelta sua... ma non è che solo per questo deve essere il candidato unico. E comunque, se questi sono i suoi presupposti, meglio la federazione.
Che ci vada dunque, all'assemblea... ma con spirito davvero unitario. Già così ho tante perplessità sulla riuscita... cimancano solo i veti dei "grandi vecchi". Perché poi è ovvio - dai post precedenti - che nessuno è super partes e quindi anche le sue posizioni sono... partigiane.

Anonimo ha detto...

Wao! Che bello! Sono apertamente in disaccordo con Elena! ;)
Perchè?
Perchè Diliberto & PdCI (madò! Come lo faccio a spiegare?) hanno fatto gli "alternativi", conquistando le simpatie degli "irriducibili" come noi, ma non dimentico io, quando loro erano dentro al primo Governo Prodi, Faustino Bertinotti non giocò a fare l'alternativo, ma compì un'atto... fece cadere un governo e fece benissimo, mentre loro (Cossutta in particolare) a dargli addosso.
Ora Berty l'aveva detto sin dall'inizio che questo governo non gli piaceva, ma cosa avrebbe dovuto fare? Compiere nuovamente un'atto così forte?
Sono i coglioni degli ex-comunisti (ora nuova costituenda DC)che non vogliono capire l'importanza di un reale cambiamento a sinistra con politiche di sinitra, ecc.
Ciao.

Franca ha detto...

Mi spiace contraddire, ma a Berty questo Governo piaceva e come, tanto che al Congresso di Venezia ha fatto votare una linea governista ad oltranza.
E adesso se ne vedono i risultati.
Altre correnti (Essere Comunisti) avrebbero voluto paletti pregiudiziali per fare l'accordo, i soliti, quelli che oggi nei fatti sono carta straccia, quelli di cui non c'è più traccia...

Anonimo ha detto...

Vabbè che sono un pò ingenuo in materia di politica, ma come pretendeva Bertinotti di condurre un cammino con uomini come Rutelli & Co.
Secondo me, in cuor suo, si è piegato al partito più grande (succede in politica).
Come poteva sennò, uno che crede che il neoliberismo è un pilastro del male contemporaneo, unirsi a pisciaturi viziosi, corrotti e zerbini dei poteri finanziari?

elena ha detto...

E allora, Edgar, se s'è piegato al partito più grande spiegami perché adesso ha scoperto che a stare a novanta gradi si fa fatica... scherzo.
Il fatto è che tutti si sono dovuti piegare, anche loro malgrado, all'innegabile verità che se non era il centrosinistra (questo sgangherato riottoso poco "sinistro" centrosinistra, per l'esattezza) sarebbe stato un nuovo centrodestra... e almeno su questo non ho dubbi: sarebbe stato ancora peggio. Certo non è che consoli molto... ma questo è!

Anonimo ha detto...

Sì hai ragione, solo avrei preferito che non si piegava, tanto oggi che comanda il dio denaro, le politiche finanziare hanno priorità sulle altre. Questo avrebbe fatto Silvio, questo stanno facendo i prodiani... in altre vesti.
Tanto per dirne una: io tifo per i taxisti di Roma e non per il governo.