"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

mercoledì 5 dicembre 2007

La presidenza del Consiglio contro Bertinotti: non ha il senso dello Stato

Fausto Bertinotti e Romano Prodi
Fausto Bertinotti e Romano Prodi

"Non ricordo precedenti nel mondo politico, quanto meno occidentale, in cui lo speaker di un ramo del Parlamento entri a piedi uniti sulla situazione politica attuale colpendo direttamente e senza il minimo di umorismo, il Presidente del Consiglio in carica". Lo afferma in una nota il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Enrico Micheli.

"Purtroppo - aggiunge - anche questo e' il segno di un ricorrente, diffuso affievolimento del senso dello Stato".

Russo Spena: stato confusionale dell'esecutivo
"Il fatto che Micheli parli di mancanza del senso dello Stato da parte del presidente della Camera e' il segno della confusione in cui versa il governo, mentre dovrebbe lavorare a rilanciare la sua attivita' e a ricostruire la sua maggioranza". Il capogruppo Prc al Senato Russo Spena reagisce cosi' alla dichiarazione del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Enrico Micheli.

"Credo comunque - ha aggiunto l'esponente di Prc - che di quell'intervista a Bertinotti sia stato letto un rigo o due e che non sia stato colto il senso profondo. E' proprio dello Stato che si preoccupa Bertinotti, e delle sorti di un paese che si aspettava grandi cambiamenti".

Migliore: Micheli chieda scusa
"Siamo ad un imbarbarimento del dibattito se uno dei piu' stretti collaboratori di Prodi, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Micheli, accusa il presidente della Camera di mancanza di senso dello Stato". Lo dichiara Gennaro Migliore, presidente dei deputati di Rifondazione comunista-Sinistra europea.

"Sappia Micheli che, nonostante le sue errate conoscenze, forse motivate da uno sguardo rivolto piu' alla Russia che alle democrazie, la speaker del parlamento Usa, Nancy Pelosi, non ha mai evitato di attaccare il capo del suo esecutivo, G. W. Bush. A Micheli chiedo se non sia il caso di scusarsi per l'enormita' dell'accusa e -conclude Migliore- a Prodi se non sia il caso di prendere pubblicamente le distanze".

Damiano difende l'operato del governo
Le valutazioni di Bertinotti sono sbagliate e ingenerose": cosi' il ministro del Lavoro Cesare Damiano, ha commentato le parole del presidente della Camera Fausto Bertinotti che ha criticato fortemente l'operato della coalizione di Governo.
"Il Governo - ha detto Damiano nel corso di una conferenza stampa a Bruxelles - ha finora compiuto un'azione sociale di altissimo profilo, e come coalizione dovremmo essere orgogliosi di quanto finora ha fatto l'esecutivo guidato da Prodi".

fonte: http://www.rainews24.it/Notizia.asp?NewsId=76423

...

17 commenti:

Equo ha detto...

Siamo orgogliosi del fatto che i nostri "ragazzi in divisa" sono ancora e sempre nei teatri di sporche guerre; siamo orgogliosi che i DICO et similia siano stati abbandonati; siamo orgogliosi del fatto che il conflitto d'interessi non sia affrontato e che si facciano regali che valgono miliardi a Mediaset procrastinando l'invio sul satellite di Rete4; siamo orgogliosi d un ministro della giustizia che rimuove i giudici scomodi per lui; siamo orgogliosi della svendita dei residui di stato-sociale... e di molte altre cose. Vuoi vedere che aveva ragione Berlusconi e che, noi che abbiamo votato questa maggioranza siamo dei coglioni?
Ah: soprattutto siamo orgogliosi della grande svolta politica che ha fatto scendere in campo Silvalter Veltrusconi!

elena ha detto...

Sì, forse aveva ragione lui... soprattutto in considerazione del fatto che Prodi, se ci ricordiamo bene, aveva avuto l'imprimatur di Montezuma. Quindi, che ci si poteva aspettare?
Quello che ci ha fregato, a noi "comuni cittadini", è stata la lettura del programma ed il fatto di crederci. Ma forse il Berty poteva arrivarci prima, lui vecchia volpe...

ska ha detto...

Non che io abbia solitamente parole buone per Bertinotti, ma lui, se ci ha creduto, l'ha fatto al pari di tutta la sinistra radicale. Il fatto di parlare ora lo spiego con l'averci provato, e l'essersi attenuto ad un ruolo istituzionale, con il quale l'intento dichiarato, tra l'altro, era proprio quello di non fargli rompere le balle.
Ben vengano le sue parole, anche adesso.
So che questa è praticamente l'ultima possibilità della sinistra rossa di stare al governo, ma a queste condizioni non ha senso. In mezzo a baciapile pronti a gridare allo scandalo come viene proposto un emendamento dalla cosa rossa, o addirittura semplicemente il rispetto de programma. Si ricordassero, lorsignori, che gli alleati sono tali non solo quando portano voti.
Così come stanno le cose, tanto vale satre all'opposizione. Come sempre.

Franca ha detto...

Non posso che condividere i vostri commenti.
Per quanto ha detto Bertinotti posso solo dire: meglio tardi che mai.
Dovrebbe anche prendere atto anche del fallimento della sua linea politica al Congresso di Venezia

Anonimo ha detto...

Non capisco,realmente non capisco. La relazione.

Pubblico ministero Geremia di Milano, dopo una perizia di 13.000 pagine con accuse molto circostanziate iscrive nel registro degli indagati Romano Prodi con l'accusa di abuso di ufficio in merito alla svendita da parte dell'IRI di Cirio Bertolli De Rica.
Prodi diventa nel frattempo Presidente del consiglio e il Pm Geremia diventa oggetto di minacce e viene successivamente rimosso dal'indagine dal CSM.
Il suo successore archivia le accuse verso Prodi.
Il generale della Guardia di finanza Speciale non si piega di fronte alle pressioni del vice ministro all'economia Visco in merito alla rimozione di ufficiali della guardia di Finanza che stavano indagando sulla UNIPOL.
Il Generale viene rimosso dal suo incarico.
Clementina Forleo apre una indagine sulle scalate bancarie da parte di Unipol.
Riceve pressioni e minacce.
Verrà rimossa dal suo incarico e trasferita in altra sede.
Il Pubblico Ministero De Magistris indaga su relazioni tra mafia e componenti dell'attuale governo.
Verrà rimosso dal suo incarico e trasferito in altra sede.

Che differenza c'è tra il modus agendi di sinistra con la corruzione cui viene quotidie tacciato Berlusconi???

Bertinotti ha ragione.Bertinotti è stato usato . Un mero strumento. E forse a lui sta bene così,poichè non mi sembra uno stupido. Prodi necessitava solo del suo appoggio per salire al potere. Come Berlusconi,non avendo però il bacino d'utenza del Cavaliere. Prodi come Berlusconi. Punto. E Bertinotti un mero strumento compiacente. Mentre noi si fatica.


http://tracieloemare.blog.deejay.it

Anonimo ha detto...

L'ingenuo e astuto Bertinotti proclama il fallimento del governo non per l'indulto, neanche per la riforma del welfare che trascura i giovani e neanche per il rifinanziamento delle missioni di "pace", ma, guarda un pò, ora che veltroni gli fa ombra, ora che casini strizza gli occhi al centrosinistra. Si sente tagliato fuori e lo trova insopportabile.
ma siccome da voce ai vostri pensieri, rieccolo di nuovo con la corona d'alloro.
Bravi. Se non gioco io, non gioca nessuno; anzi: se non conduco io il gioco non gioca nessuno.
Nell'AT di Equo sembrerebbe un atteggiamento da "io genitoriale", ma a sembra solo un "io adolescenziale", dispettoso e prepotente.
by Mat

elena ha detto...

Guarda, Mat: può anche essere che il Berty sia animato da protagonismo. E' talmente tanto tempo che non lo difendo che la cosa mi lascia indifferente. E' un fatto però che:

""Un governo nuovo, riformatore, capace di rappresentare una drastica alternativa a Berlusconi, e di stabilire un rapporto profondo con la società e con i movimenti, a partire dai grandi temi della disuguaglianza, del lavoro, dei diritti delle persone: ecco, questo progetto non si è realizzato. Già questo ha creato un forte disagio a sinistra. Poi si sono verificati fatti che lo hanno acuito. Ne potrei citare centomila...". Risultato: "Abbiamo un governo che sopravvive, fa anche cose difendibili, ma che lentamente ha alimentato le tensioni e accresciuto le distanze dal popolo e dalle forze della sinistra".

Bertinotti rinuncia a fare l'elenco delle "centomila cose" su cui il centrosinistra ha rinunciato a imporre la sua visione ("dalla laicità dello Stato alla politica estera"). "Ma se si vuole tentare una nuova fase della vita del governo, vedo due terreni irrinunciabili: i salari e la precarietà". È soprattutto sui primi, che il "padre nobile" del Prc fonda il suo ultimo avviso a Prodi: "Dai sindacalisti a Draghi, tutti dicono che la questione salariale è intollerabile. Ebbene, io mi chiedo: questa denuncia induce il governo a prendere qualche iniziativa, oppure no? Il 65% dei lavoratori italiani è senza contratto: posso sapere se questo per il governo è un problema, oppure no? In Francia Sarkozy ha aperto un confronto molto aspro, lanciando l'abolizione delle 35 ore e dicendo che se lavori di più guadagni di più: posso sapere se in Italia, dai metalmeccanici ai giornalisti, il governo ritiene ancora difendibili i contratti nazionali di categoria, oppure no? Non c'è più la scala mobile, ma intanto i prezzi stanno aumentando in modo esponenziale: tu, governo, non solo non vuoi indicizzazioni, ma con la fissazione dell'inflazione programmata hai contribuito pesantemente a tenere bassi i salari. Dunque c'entri, eccome se c'entri. E allora, in attesa di sapere cosa farai sui prezzi, posso sapere cosa pensi del problema dei salari? E attenzione: qui non basta più ripetere banalmente che "bisogna rinnovare i contratti". Io voglio sapere se il governo ritiene giuste o meno le rivendicazioni. Voglio sapere se ritiene opportuno restituire il fiscal drag, o se invece si vuole assumere la responsabilità di continuare a non farlo. Insomma, io voglio una bussola. Voglio decisioni che rimettano il centrosinistra in sintonia con la parte più sofferente del Paese. Che altro devo dire? Ridateci Donat Cattin..."." (stralcio dell'intervista) sono cose che pensiamo in tanti. Non credo che Veltroni gli faccia ombra più di quanto ritenga che Casini gli dia fastidio - non mi pare che si rivolgano alla stessa "platea"!
Se chiedere, ancora una volta, che il programma con cui l'unione si è presentata agli elettori sia rispettato è sinonimo di io adolescenziale, allora ben venga! Questo però, per me, non è il classico esempio di "la palla è mia e se io non ci voglio giocare non ci gioca nessuno", alla Berlusconi per intenderci. Perché il Berty sta parlando per il popolo della sinistra - e non è certo l'unico. Anche Giordano ha chiesto la verifica, anche Diliberto ha parlato di mani libere... Ma che dovremmo fare secondo te? Per restare nell'AT3 dobbiamo solo ingoiare rospi??? Fino a prova contraria, è stata la Bonino, e poi Mastella, e Dini etc a dire che se il gioco non era come volevano loro si dimettevano... "i nostri" sono stati più leali degli altri, ma se questo è il bel risultato...

Anonimo ha detto...

Bene Elena, è facile opporsi.... peccato che l'alternativa "sicura" sarà Berlusconi.
Allora tutti in piazza.
La cara sinistra è al potere e stando in una coalizione deve mediare. Deve perchè una minoranza può solo mediare e non imporre.
Questa è la politica, avanzare a piccoli passi con precise priorità e possibilmente stare in plancia.

Intitoliamo la posizione di Bertinotti in questo modo:
"la sinistra rialza la testa (?) o la voce in attesa di Silvio.

Mannaggia la democrazia :-)
by Mat

Equo ha detto...

Francamente... se per impedire a Berlusconi di tornare al governo si deve applicare una politica...berlusconiana, scusate ma preferisco tornare in piazza. Tanto se continua così ci vado anche contro Prodi :-)

elena ha detto...

Sì, anch'io propendo per la piazza. Perché o siamo diversi o non lo siamo. Se mediare vuol dire abbozzare, preferisco una maggiore intransigenza.
Ma devo anche dire una cosa, su Bertinotti. Non mi è piaciuto il suo intervento non perché non lo condivida, anzi... ma perché se scegli di stare super partes, ci stai... non è che se senti aria di elezioni e/o temi di perdere voti, ti ributti lancia in resta... anzi, se fossi Giordano probabilmente mi sarei pure incavolata violentemente. Che è, il nostro non si fida? Poteva restare a fare il segretario di partito, no? In quanto tale, avrebbe potuto dire qualsiasi cosa e nessuno avrebbe avuto da ridire. Credo.

Equo ha detto...

Su queste ultime affermazioni di Elena sarei tentato di scatenare una diatriba ideologica pesante, a partire dalla considerazione del fatto che anche chi si dichiara "anarchica nel cuore e comunista nel cervello", poi non riesce a sottrarsi ad una visione ipocrita e borghese dello stato... ma non è giornata. Sopprassediamo....

Anonimo ha detto...

Caro Equo, eccomi a difendere Elena...che non ha bisogno di difese :-)
Ipocriti e borghesi non sono le posizioni di Elena, ma coloro che dirigono la sinistra politica.
I diritti dei cittadini non sono solo e prioritariamente quelle dei lavoratori, la sinistra (che fa un mestiere diverso dai sindacalisti...o no?) deve pensare a tutti, specie ai disoccupati. Non mi risulta che lo faccia, ogni "tesoretto" viene sprecato nebulizzandolo sui soliti senza una reale efficacia anzichè usarlo per incentivare l'occupazione.
Sul welfare non devo spiegarti niente. Sullo scalone pensionistico mi viene da piangere. Nessuno sforzo per annullare le leggi ad personam. Risparmio tutto il resto. I Ciampi e suoi compagni che prendono pensioni da capogiro. Le spese della politica. Troppo avrei da dire.

Basta. by Mat

Equo ha detto...

Caro Mat (ed Elena, se non lo avesse capito), io mi riferivo solo al fatto che Bertinotti avrebbe dovuto tacere per rispetto della carica istituzionale che ricopre, mentre avrebbe potuto parlare se segretario di partito. Non credo in questa forma di stato che è ipocrita e borghese (lo stato, non Elena!) e dove le "cariche istituzionali" pretendono di rappresentare tutti i cittadini. Non credo nemmeno nei "cittadini" tout court: il fatto di nascere dentro confini nazionali convenzionali non significa avere gli stessi interessi, che fanno, al contrario, molto più riferimento alla classe sociale alla quale si appartiene: io ho molto più in comune con un operaio tedesco o lituano che con la famiglia Agnelli. Credere che le "cariche istituziionali" siano super partes e pretendere, quindi, che si comportino come tali è un'illusione che, storicamente, non appartiene alla Sinistra... quella vera.

Anonimo ha detto...

Vi ricordo che Silvio (è amico mio :-)) ha governato per una legislatura intera. Ha fatto quasi tutto di quel che voleva fare.
Non credo che il futuro ci riservi qualcosa di diverso.
Solo una chicca, l'action class, finalmente in vigore anche da noi non viene dalla sinistra di Bertinotti.
Meditate gente.

by Mat

elena ha detto...

Personalmente non credo allo stare super partes ed in questo ti dò ragione, caro Equo. In compenso credo nella coerenza... io posso anche fondare un'accolita che gioca a scacchi facendo muovere il cavallo in obliquo, ma se mi iscrivo ad un torneo classico, so che il cavallo dovrà muoversi "a L" e mi ci devo adeguare. Non mi sta bene? Ne sto fuori! Mi sembra scorretto far finta di accettare determinate regole per poi cercare di ritagliarmele a mia misura lungo il cammino... Ma, ovviamente, questa è solo la mia opinione. :)

Equo ha detto...

E' un annoso e mai del tutto risolto problema, cara Elena. E' possibile voler cambiare radicalmente l'idea di stato pur agendo dall'intermo dello stesso? E, bada, la cosa non riguarda solo chi ricopra cariche più o meno istituzionali, ma chiunque faccia politica e, al limite, persino chi si limita a votare. Le risposte date storicamente "da sinistra" a questo interrogativo sono state di diverso tipo: gli Anarchici "duri e puri" rifiutano qualsiasi compromesso con questo stato borghese, non votano né, tantomeno, formano coalizioni elettorali. Stessa cosa per i "gruppuscoli" comunisti che non desiderano cadere in alcuna forma di "cretinismo parlamentare". All'estremo opposto sta quella sedicente Sinistra che, al contrario, accetta pienamente le regole del gioco non ponendosi più obiettivi di radicale trasformazione ma, semmai, di tipo riformistico social-democratico. In mezzo dovrebbe poter esistere uno spazio per chi "subisce" le regole attuali e tenta di utilizzarle per giungere ad un loro cambiamento. Magari hai ragione tu e, in questa circostanza, le esternazioni del Berty nascono da riflessioni molto più terra-terra, ma, sul piano del principio e sempre rispettando una prassi democratica, credo che le manifestazioni di una politica "altra" non andrebbero stigmatizzate da chi ancora auspica un mutamento profondo della stessa idea di stato.

elena ha detto...

E dillo chiaramente, no?, che sono un'anarchica molle ed impura!!! :)
Scherzo ovviamente. Ma è altrettanto ovvio che hai ragione, perlomeno per quel che mi riguarda. Solo che, siccome oltre al resto sono egocentrica, preferisco definire le mie scelte come dettate da un sano realismo. Del resto, anche la sinistra extraparlamentare quando si è unita per dar vita a Democrazia Proletaria si è poi candidata alle elezioni... secondo me la storia ha dimostrato che è difficilissimo cambiare lo stato da fuori e lo è altrettanto da dentro, se non hai i numeri. Ma pare che questa sia la democrazia... altrimenti, se (ri-)cominiciamo ad arrogarci il diritto di sapere cos'è meglio per tutti, facciamo i dittatori - e questo proprio non lo voglio.
Poi, sul fatto in specifico, non è che il Berty fosse l'unico isolato a pensare certe cose: nel suo stesso partito come altrove c'erano già segnali forti di scontento. Quindi non è che senza le sue esternalizzazioni fossimo proprio abbandonati alla "maggioranza silenziosa"... Non eccepisco su quello che dice, ma sul fatto che lo dica lui, che è quello che ha voluto diventare. Tutto qui!