"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

lunedì 28 gennaio 2008

«Anche noi palestinesi condividiamo con gli ebrei la Giornata della memoria»


«Credo che entrambi abbiamo bisogno dell'aiuto del mondo»

Parla Leila Shahid, ambasciatore Olp presso l'Ue, premiata col Premio Nonino 2008


PERCOTO (UDINE) - «È proprio nel giorno della Memoria che voglio dire agli ebrei in Italia e nel mondo che condividiamo con loro questa Memoria, perché anche noi palestinesi siamo parte dell'umanità». Leila Shahid, ambasciatore dell'Olp presso l'Unione Europea, premiata come "Maestro del Nostro Tempo" col Premio Nonino 2008, lancia proprio il 26 gennaio, da Percoto (Udine), il suo appello ai due popoli.

CONFLITTO - «Il conflitto israeliano palestinese è più simile a una tragedia greca che a uno scontro militare politico», dice rendendo omaggio alla Shoah e, al tempo stesso alla Nakba («la catastrofe iniziata nel 1948 che ci ha portato a disseminarci lontano dalla nostra terra»). I due popoli sono entrambi vittime. «Che dobbiamo fare? Continuare a lamentarci intorno alla Memoria spezzata o costruire una speranza?». Israeliane palestinesi sono per Leila Shahid come gemelli, che non riescono a vivere insieme ma non sono neppure capaci di separarsi. «Credo che entrambi abbiamo bisogno dell'aiuto del mondo. In modo particolare dell'Europa che ha vissuto due conflitti mondiali. E che ha imparato a riconciliarsi, lavorando e unendo Paesi, prima nemici, costruendo una visione comune». E conclude: «Anche noi dobbiamo imparare a costruire una vera coesistenza e creare un avvenire condiviso».


Luisa Pronzato
Cristina Tagliabue
27 gennaio 2008

fonte: http://www.corriere.it/cronache/08_gennaio_27/video_giornata_memoria_4d851424-cd12-11dc-bed8-0003ba99c667.shtml

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Come rovinare un saggio poeta

Il vietnamita Nguyen Huy Thiep protagonista con Trevor e Leila Shahid

MARIO BAUDINO
INVIATO A PERCOTO (UDINE)

Lo scrittore vietnamita Nguyen Huy Thiep ha raccontato un apologo, nel suo discorso di ringraziamento per il premio Nonino: è la storia di un saggio poeta che vive in assoluta povertà e rappresenta l’autorità morale del suo villaggio. A poco a poco, per aiutarlo, i contadini gli donano un gatto, poi una mucca, poi una inserviente, infine una piccola pagoda. E più cose ha, meno tempo dedica a meditare e scrivere, finché diventa irascibile, pettegolo, bestemmiatore, avido e intrigante. «La storia del maestro che vi ho appena raccontato - conclude l’autore vietnamita - assomiglia al percorso di alienazione proprio di molti scrittori dei paesi agricoli arretrati in via di industrializzazione, come il mio». A voi le conclusioni, lascia intendere. E si conquista il divertito applauso dei 650 invitati seduti a tavola per un megabanchetto letterario.

Ogni anno, il premio Nonino interseca i temi dell’attualità con una scelta attenta dei valori letterari o morali in gioco. La sua giuria, presieduta dal Nobel V. S. Naipaul, e composta tra gli altri da Ermanno Olmi, Claudio Magris, Emmanuel Le Roy Ladurie, Peter Brook, il poeta Adonis, e da quest’anno anche John Banville e James Lovelock, ha scelto i premiati dell’edizione 2008 dimostrando notevole tempismo. Oltre allo scrittore vietnamita (pubblicato dalle edizioni «ObarraO») c’è infatti un maestro un po’ segreto come William Trevor (le sue opere sono pubblicate da Guanda), romanziere definito da Banville «uno dei grandi cronisti contemporanei della condizione umana»; c’è un’istituzione come la Maison des journalistes parigina, che offre un tetto e una possibilità di ricominciare a giornalisti perseguitati nei loro Paesi d’origine; e c’è Leila Shahid, la rappresentante palestinese presso la Comunità europea a Bruxelles.

Come aveva già anticipato nell’intervista al nostro giornale, la Shahid ha parlato con passione di quanto sta accadendo a Gaza, ovviamente, ma anche della giornata della memoria e del ricordo dell’Olocausto. Il suo discorso, nobile senza retorica, in una distilleria di gran lignaggio e infinita allegria, tra i vapori del mosto e gli aromi della grappa, aveva, ammettiamolo, un sapore particolare.

Il premio è del resto una serissima festa, dove convivono l’allegria contadina e l’amore per la cultura. Dove si riuniscono imprenditori, intellettuali, artisti non solo del Nord-Est, e non solo italiani. In amicizia, e con un bel rito scaramantico in testa, ogni anno: vedere se anche questa volta Benito Nonino, patriarca di una affascinante stirpe al femminile, riuscirà a tagliare con un colpo solo l’enorme torrone di fine banchetto. Dicono che porti bene. Per la cronaca, ci è riuscito anche ieri.

fonte: http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/Libri/grubrica.asp?ID_blog=54&ID_articolo=1300&ID_sezione=81&sezione=

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