"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

domenica 27 gennaio 2008

DOSSIER OLOKAUSTOS - Il triangolo rosa: la persecuzione di omosessuali e transessuali




Introduzione


L'Olocausto degli ebrei europei
fu l'aspetto più tragicamente macroscopico del pensiero razzista portato alle sue estreme conseguenze. L'intolleranza verso "il diverso da se" che è l'elemento fondante di ogni razzismo venne applicato in primo luogo verso gli ebrei ma non soltanto verso di loro. Il numero delle vittime ebree e la scientificità con la quale i tedeschi perseguirono lo sterminio totale ha meritato l'uso del termine "Olocausto", oggi con più esattezza denominato "Shoah".

A fianco dell'Olocausto si manifestarono
altri orribili crimini frutto di quello stesso razzismo che generò la "Soluzione Finale". Altri gruppi di individui, altre etnie vennero individuate come inferiori dai nazisti e contro di esse furono perpetrati crimini abominevoli. In primo luogo i nazisti considerarono "inferiori" i popoli slavi e ciò si tradusse nel tentativo di annientamento dei polacchi e nell'assassinio - in disprezzo di ogni regola di guerra - di circa 2.000.000 di prigionieri di guerra russi.

In secondo luogo l'intolleranza razzista si esercitò verso i deboli: i malati di mente, gli incurabili, i disabili. Per queste persone venne varato il "Progetto T4", meglio noto come "Progetto Eutanasia" che condusse alla morte circa 70.000 cittadini tedeschi.

La stessa idea secondo la quale esistevano "vite indegne di essere vissute" portò alla persecuzione in tutta l'Europa occupata dei Sinti e dei Rom, vale a dire degli zingari che a decine di migliaia vennero fucilati o mandati alle camere a gas dei campi di sterminio.
Infine il razzismo tedesco si volse contro gli omosessuali contro i quali il secolare pregiudizio era ben radicato nella società tedesca.
In questa sezione ci occuperemo della persecuzione degli omosessuali (gay e lesbiche) e delle persone transessuali.


Leggete le Schede:

  1. L'omosessualità in Germania (1870-1920)
  2. La reazione conservatrice (1920-1933)
  3. La liquidazione del movimento omosessuale (1933-1936)
  4. I campi di concentramento (1934-1945)
  5. Mentalità nazista e omosessuali
  6. All'inferno e ritorno: Friedrich Groszheim
  7. Profili: Magnus Hirschfeld
  8. Profili: Carl Vaernet
  9. Vi fu persecuzione del lesbismo?


fonte: http://www.olokaustos.org/argomenti/homosex/
..


BLUT UND BODEN -

Sangue e suolo , o della legge sessuata della "specie "
Persecuzione e internamento dei gay e delle lesbiche nella Germania nazista ( 1933-1945 )

Lesbiche e "homocaust"
A cura di Paola Guazzo

Su due pagliericci in alto vivevano tre triangoli rosa , lesbiche danesi ( o norvegesi ? )che ignoravano l'universo intero , sempre intente a lavarsi e pettinarsi tra di loro , pulitissime per quell'ambiente , fini, smunte, si coprivano di premure e di carezze fino a notte alta, consumate da un ardore vicendevole che le faceva apparire felici ai nostri occhi , al di là della fame e dalla brutalità , completamente immerse nelle reciproche tenerezze . Interpellate , rispondevano educatamente ma a monosillabi, affrettandosi a rifugiarsi sul loro pagliericcio. A volte le vedevo imboccarsi a turno tutte e tre dalla stessa gavetta.


Questo icastico brano tratto dal best-seller
'Deviazione' di Luce D'Eramo (Mondadori, Milano 1979 , 256 ) è l'unica testimonianza italiana - probabilmente l'unica anche nell'ambito dell'intera memorialistica sul'internamento - dell'olocausto lesbico ( il campo di internamento dove l'autrice fu reclusa nello stesso block delle lesbiche "danesi o norvegesi" è quello di Dachau ,situato nei pressi di Monaco di Baviera ,oggi visitabile ).
Ci sono noti solo cinque casi di lesbiche internate a causa della loro sessualità e non per motivi razziali .


Nel paragrafo 175 della legge nazista
contro l'omosessualità non è menzionato il "crimine sessuale " del rapporto fra donne.


Ma poiché tale atto viene assunto
come segno "naturale " della superiorità dello status virile , solo chi è investito di tale status potrà seriamente compromettere la validità del suo fondamento legittimante e agire " contro natura " ovvero contro l'ordine sociale .Il suo sarà un tradimento consumato all'interno delle mura stesse del palazzo , un rinnegamento volontario che incrina quella immagine speculare su cui gli uomini costruiscono la loro identità . ( … )


Pochissimo ( perciò ) è dato di sapere
sul modo in cui , di fatto , esse vivessero i loro amori o su cosa ne pensassero, e neppure possono essere indicativi sulla loro diffusione le asserzioni di inesistenza o i lunghi periodi di assenza dell'argomento dai discorsi ufficiali , essendo la negazione e il silenzio , oltre che indice di disinteresse , anche la forma più efficace di repressione e tolleranza insieme ( P. Lupo, Lo specchio incrinato, Marsilio, Venezia 1998 , 12-14 ).


Le lesbiche tedesche soffrirono
socialmente le stesse "pene" inflitte agli omosessuali maschi : la distruzione di club e di associazioni culturali , la messa la bando di pubblicazioni e riviste lesbiche, la chiusura o la sorveglianza poliziesca dei luoghi d'incontro. I gruppi visibili di amiche si smembrarono e si riaggregarono in "giri" privati . Molte interruppero i contatti sociali e cambiarono addirittura luogo di residenza .
Gli stili di vita di un' amplia comunità urbana , che favoriva l'estrinsecazione di diverse identità lesbiche , avevano cominciato a diffondersi agli inizi del Novecento : con l'avvento al potere dei nazisti se ne perse ogni traccia percorribile. Gli effetti di questa silente" Stonewall" lesbica berlinese continuarono anche nel clima del dopoguerra , nella Germania democristiana e adenaueriana .


La Gestapo e la Kriminalpolizei ,
fin dai giorni dell' assassinio di Röhm ( 1934 ) , concentrarono le proprie aberranti energie sui maschi omosessuali in quanto "nemici" dello Stato ( cfr. le considerazioni di Paola Lupo, supra ).
La scarsità delle fonti reperibili non offre una sufficiente documentazione circa la persecuzione giudiziaria delle lesbiche e di come questa avvenisse - per esempio in seguito a una denuncia alle autorità . Alcuni rari documenti indicano che la polizia conservava nei suoi archivi rapporti sulle lesbiche , come d'altronde facevano altre organizzazioni del Partito Nazionalsocialista , del tipo " Dipartimento di polizia razziale ".


Solo pochi casi sembrano indicare arresti
che , con il pretesto di altre offese alla legge , siano riconducili a una decifrabile matrice lesbica .
In una scheda burocratica del campo di concentramento di Ravensbruck l'omosessualità femminile viene indicata quale motivo di detenzione . Il 30 novembre 1940 , la lista dei "nuovi arrivi " in questo campo di concentramento femminile indica che l'undicesima "iscrizione " del giorno è quella della " non-ebrea Elli S. - di esattamente 26 anni " . La parola "lesbica" appare nel foglio d'ingresso come ragione dell'internamento .
Elli S. fu rinchiusa tra le prigioniere politiche . Non si conoscono altri dettagli circa la sua permanenza nel lager e sulla sua sorte .


Si conoscono anche altri casi
in cui le lesbiche furono punite come " disfattiste delle risorse militari " . Dove esistevano cosiddette " relazioni di dipendenza " fra superiori e subordinate ,o fra insegnanti e alunne , poteva essere applicato il paragrafo 176 del codice penale , che puniva la "pedofilia" ( cfr. G. Grau, a cura di , Hidden holocaust, trad. ingl. di P. Camiller, Cassell, New York, 1995) .


Nel film Paragrafo 175 è visibile la testimonianza di Annette Eick, lesbica ed ebrea , che riuscì avventurosamente a non essere mai internata .
Nata nel 1909 in una famiglia di ebrei berlinesi colti, Annette scoprì la sua identità lesbica a 10 anni : - Dovevamo scrivere un tema su come sarebbe stata la nostra vita da adulte , e io scrissi : " Voglio vivere in campagna con un'amica più grande di me ed avere un sacco di animali . Non voglio sposarmi, né avere bambini , ma voglio scrivere ."


Durante gli anni 20 , Annette Eick
, partecipò con impegno e passione alla vita culturale lesbica di Berlino,frequentando club di donne e scrivendo poesie e racconti per una rivista lesbica.
Dopo l'avvento al potere dei nazisti , Annette riuscì a fuggire in Inghilterra grazie a una donna incontrata casualmente in un bar lesbico della quale si era innamorata . I suoi genitori furono uccisi ad Auschwitz ; lei , invece ,riuscì a fare esattamente ciò che aveva sognato a 10 anni : vivere in campagna , nel bel countryside inglese, con una compagna davvero - in tutti i più felici sensi possibili - "storica" .
E scrivere poesie .


fonte: http://www.fuoricampo.net/non_dimenticare/omocaust_guazzo.html



...

Nessun commento: