"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

domenica 27 gennaio 2008

Kenya, ucciso prete cattolico. Altri 19 morti.

Kofi Annan, «violati i diritti umani»


Kenya, militari presidenziali nella città di Nakuru, foto Ap
A Nakuru

Ucciso a sangue freddo, nella su auto, mentre stava tornando a casa della madre. Padre Michael Kamau Ithodeka è morto così, sabato mattina, a Nakuru, la zona più insanguinata del Kenya negli ultimi giorni di guerra civile. Padre Ithodeka era una voce scomoda, un personaggio indipendente, una voce ascoltata a Roma, dove aveva studiato e lavorato per tanti anni. Ascoltato in Vaticano ma anche tra i pacifisti e le organizzazioni non governative. «Siamo molto tristi», ha detto all'agenzia delle missioni Misna il vescovo Peter J. Kaibo. A dare la notizia della sua morte è stato padre Francesco Pierli, ex superiore generale dei missionari Comboniani, contattato telefonicamente a Nairobi.

Padre Ithodeka aveva 42 anni ed era di etnia kikuyu, la stessa cui appartiene Mwai Kibaki, il presidente rieletto e contestato dall’opposizione di Raila Odinga. Probabilmente è morto per questo, per questa sua origine etnica. Secondo la prima ricostruzione della sua uccisione, sarebbe stata opera di un gruppo di uomini armati di etnia kalenjin che inizialmente lo avrebbero fermato solo per rubargli l'auto su cui viaggiava. Ma la dinamica dell'omicidio non è ancora chiara. Si sa solo che con lui è morta una seconda persona che era a bordo dell'auto.

Pur essendo nativo del Paese africano, padre Ithodeka aveva vissuto in Italia, studiando all'università Gregoriana di Roma. Era nato nel 1966 a Kiambu, vicino Nairobi, e nel 1986 era entrato in seminario dove era rimasto fino al 1992. Ordinato sacerdote nella diocesi di Nakuru nel 1993, era stato assegnato alla parrocchia di Lower Subukia. Tra il 1998 e il 2002 aveva vissuto a Roma studiando le Sacre Scritture. Tornato in Kenya, nel 2005 aveva fatto il suo ingresso al seminario di San Tommaso d’Aquino a Nairobi e poi al Saint Mathias di Tindinyo. È stato ucciso da un gruppo di giovani armati che avevano eretto un posto di blocco lungo una strada che collega Eldama Ravine a Nakuru, principale centro della Riff Valley.

La morte di Ithondeka si aggiunge a quella di altre 19 persone che hanno perso la vita nelle ultime ore nei violenti scontri di Makuru. In meno di tre giorni sono 45 le persone uccise nella cittadina, roccaforte di Odinga. Dalla data delle contestatissime presidenziali il bilancio delle vittime ha largamente superato quota 800, con circa 260.000 sfollati costretti a fuggire dalle loro case. Anche un sacerdote è rimasto vittima delle violenze.

L'ex segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, attualmente in Kenya per un tentativo di mediazione, ha denunciato «gravi e sistematiche» violazioni dei diritti umani nel Paese. La violenza «sarà anche partita dai risultati elettorali, ma si è trasformata in qualcos’altro, con gravi e sistematiche violazioni dei diritti umani», ha detto Annan, secondo cui i responsabili vanno individuati e puniti.

L'ex capo del Palazzo di Vetro è riuscito giovedì a far incontrare per la prima volta Kibaki e Odinga, ottenendo una promessa di collaborazione da parte di entrambi. Ma dopo le dichiarazione di Kibaki, definitosi presidente legittimamente eletto, l'opposizione lo ha subito accusato di voler minare il dialogo. Da parte sua, Odinga - di etnia luo - continua a contestare il risultato del voto e a chiedere nuove elezioni.


Pubblicato il: 26.01.08
Modificato il: 27.01.08 alle ore 7.31

fonte: http://www.unita.it/view.asp?idContent=72421

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1 commento:

Franca ha detto...

Africa terra senza pace...