"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

martedì 22 gennaio 2008

Veltroni: «Compatti per fiducia» Elezioni: lite tra Casini e Fini

Prodi: «Sono ottimista, ce la farò»


Romano Prodi Ansa

In un clima ormai da crisi di governo, dopo l’uscita dell’Udeur dalla maggioranza, il premier Romano Prodi si presenta a Montecitorio e chiede un voto di fiducia. Non prima però di avere esposto tutti i risultati finora raggiunti. «Chiedo a voi, onorevoli deputati, e in seguito ai vostri colleghi senatori - ha detto Prodi -, di esprimere con un voto di fiducia il vostro giudizio sulle dichiarazioni che avete ascoltato».

In serata riunione dei parlamentari del Pd con Prodi e Veltroni.

Per il segretario del Pd «la cosa peggiore è precipitare verso la crisi e le elezioni anticipate. Siamo assolutamente compatti per ottenere la fiducia e consentire a Prodi di andare avanti, ma anche di dare all'Italia riforme costituzionali».

E alla domanda di quali scenari in caso di mancata fiducia, Veltroni risponde: «Non prendiamo in considerazione subordinate perchè indebolirebbero la principale, cioè che Prodi vada avanti». «Siamo sempre stati tutti d'accordo sulla linea da seguire, fin dall'inizio, e abbiamo condiviso ogni passaggio insieme: con Prodi, con i vicepremier e con i capigruppo».

Il segretario del Pd, Walter Veltroni, smentisce che ci siano state divergenze nell'affrontare la crisi della maggioranza e ribadisce che «la squadra ha lavorato insieme».

«Moltissimo». Così il presidente del Consiglio, Romano Prodi, lasciando Palazzo Marini, dove ha partecipato all'assemblea dei parlamentari del Pd, ha risposto a chi gli ha chiesto se avesse condiviso l'intervento, alla stessa assemblea, di Walter Veltroni. Quindi, Prodi ha annuito alla domanda se condividesse anche il giudizio negativo del sindaco di Roma sul ricorso alle urne. Infine, Prodi ha aggiunto di essere «ottimista» come sempre. Il premier ha poi fatto ritorno a palazzo Chigi.

Il segretario dell'Udeur sarà al Senato il giorno del dibattito sulla fiducia al governo Prodi. Non solo: l'ex Guardasigilli, secondo quanto si apprende dal suo portavoce, «parlerà e voterà» e il suo voto sarà, almeno stando a quanto si sa ora, un "no" deciso alla fiducia.

Nonostante la defezione dell'Udeur, il governo alla Camera dispone comunque della maggioranza. In assenza di nuovi colpi di scena, il premier ha 329 voti a Montecitorio, così articolati: Pd 196, Prc 39 (non comprendendo il presidente della Camera Bertinotti, che tradizionalmente non vota), Sd 20, Socialisti e radicali Rnp 17, Pdci 17, Idv 17, Verdi 15, minoranze linguistiche 5, Socialisti per la costituente 3.

Un passaggio che, si ragiona in ambienti dell'Unione, non prevede l'ipotesi di governi tecnici o di transizione, così come chiesto invece unicamente da Lamberto Dini, che mirerebbe al posto di guida. Ma solo un prendere o lasciare. O il governo va avanti, o dietro l'angolo ci sono le elezioni anticipate. Una linea su cui sembrerebbero attestarsi i leader della sinistra radicale. Nel Pd ci sarebbero invece molti dubbi.

Sullo sfondo, i possibili esiti della crisi: un eventuale governo istituzionale o anche la guida di un esecutivo che porti alle elezioni. Alla fine del vertice, si sarebbe concordato di sospendere la decisione sul Senato, rinviandola a dopo il dibattito a Montecitorio.

Infine si sta anche consumando la sfida Mastella-Di Pietro. «Mastella, Fabris e altri esponenti dell'Udeur stanno facendo a gara nello spargere fango su di me e sull'Italia dei Valori», per questo Antonio Di Pietro, dal suo blog, annuncia il contrattacco per le vie legali: «Io mi impegno a non lasciare cadere nessuna calunnia da parte di questi signori e nei prossimi giorni preparerò la prima causa nei loro confronti».

Controcorrente il senatore a vita Giulio Andreotti. Il senatore a vita invita il leader dell'Udeur Clemente Mastella a scongiurare la crisi di governo, convinto che comunque «non c'è il clima per elezioni anticipate». «Secondo me - continua - non c'è clima da elezioni, non vedo assolutamente il clima per non andare avanti nella legislatura», dice il senatore a vita. E «io non ho nessuna pregiudiziale contro il governo di Prodi, anche perché nel momento attuale è questo: non ne vedo uno alternativo che possa essere meglio».

Berlusconi passa alle minacce. «Non c'è altra possibilità per il Governo che
dare le dimissioni. Altrimenti sarebbe travolto da un movimento popolare irresistibile». «La fiducia non passerà e se il Governo dovesse sopravvivere con degli escamotage - ha aggiunto - credo che l'Italia intera si riverserebbe a Roma perchè non accetterebbe una cosa del genere. La democrazia è il governo del popolo e non si può governare contro il popolo».

Poi Berlusconi passa ad attaccare i senatori a vita. «Napolitano è stato
chiarissimo in altre occasioni e ha detto che per la fiducia lui considera il voto politico con l'esclusione dei senatori a vita».

Casini in questo caso è sulla stessa linea: «Io non ho mai polemizzato con i senatori a vita, li ho sempre rispettati. Però, in occasione di un voto che ribalterebbe il risultato del Senato, credo che dovrebbero osservare qualche discrezione».

Casini commenta anche il fatto che Andreotti abbia annunciato il suo voto positivo: «Forse in lui c'è una predisposizione filogovernativa. Comunque lo rispetto anche quando ha posizioni che non condivido».

Si spinge più in là il presidente Udc, Rocco Buttiglione. «I senatori a vita farebbero bene a venire in Aula, a prendere la parola per offrire il supporto della loro esperienza, ma poi a non
votare».


Pubblicato il: 22.01.08
Modificato il: 22.01.08 alle ore 20.55

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