"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

giovedì 24 gennaio 2008

Governo battuto: Senato nega la fiducia



DIRETTA



Il Senato nega la fiducia al governo con 161 no, 156 sì e un astenuto.
I votanti sono stati 318. Prodi ha atteso l'esito del voto a Palazzo Chigi. Prima del dibattito, il premier aveva avuto un nuovo colloquio col capo della Stato Napolitano. Rissa in Aula tra esponenti dell'Udeur: Cusumano dichiara il suo sì al governo, e Barbato gli si scaglia contro


"Era purtroppo facile prevedere come il governo non disponesse, in modo eclatante, dei numeri necessari per superare lo scoglio della fiducia al Senato". Lo dichiarano i Liberaldemocratici Lamberto Dini e Giuseppe Scalera. "Si è assistito a un'inutile prova muscolare che doveva essere evitata".

"Ora per le condizioni del Paese la soluzione più diretta è dare la parola al popolo con le elezioni". Così il capogruppo della Lega al Senato, Roberto Castelli

"Non credo si possano immaginare Governi istituzionali di larghe coalizioni e di lunga durata. Sono improbabili e non desiderabili". Lo ha detto Fabio Mussi, subito dopo che il Senato ha sfiduciato il governo Prodi. Adesso quali possono essere le soluzioni? "Valuteremo freddamente domani" ha risposto ai giornalisti.

Romano Prodi, andrà in serata al Quirinale per rimettere il mandato nelle mani del capo dello Stato

Alla notizia della sfiducia votata poco fa dal Senato al governo Prodi, il presidente di Fi, Silvio Berlusconi, ha invitato deputati e senatori a Palazzo Grazioli per festeggiare la notizia.

I senatori di An Domenico Gramazio e Nino Strano aprono due bottiglie di champagne per festeggiare. Gramazio lancia il tappo della bottiglia sui banchi del governo. Tutti i senatori del centrodestra battono le mani gridando.

"Siamo stati purtroppo buoni profeti. Il governo cade da destra per mano delle defezioni di Mastella e Dini, dietro pressione dei poteri forti. Ma non può sottacersi che una delle cause delle cadute del governo è stata la scelta del Pd, che aveva dichiarato conclusa fin d'ora l'esperienza della nostra alleanza". Lo afferma Oliviero Diliberto. "Ringraziamo Prodi e ci dichiariamo indisponibili a qualunque soluzione che snaturi la nostra coalizione, nessun governo istituzionale, tecnico, di larghe intese o di altra natura ma elezioni anticipate immediate".

"Una grande gioia. Ora si va dritti a votare". Così Gianfranco Fini, che ha seguito il voto al Senato dal maxischermo montato da An a Largo Goldoni a Roma e, mentre volano coriandoli, sventolano le bandiere bianco-azzurre di An e si alzano cori, Fini osserva: "Ho sentito le dichiarazioni di voto di tutta la sinistra, e sparavano a zero soprattutto su Veltroni e sul Pd"

Il Senato ha negato la fiducia al governo Prodi con 156 sì, 161 no e un astenuto. Tre senatori (Pallaro, Pininfarina e Andreotti) non hanno partecipato alla votazione.

Domenico Fisichella ha votato no alla fiducia nella seconda chiama

Il Senato ha negato la fiducia al governo Prodi

Cinque i sì al governo dai senatori a vita. Hanno votato a favore della fiducia Ciampi, Colombo, Cossiga, Levi Montalcini e Scalfaro. Non ha risposto alla prima "chiama" Giulio Andreotti

Il senatore Domenico Fisichella diserta la prima chiama. Fisichella è però in Aula nel momento in cui viene pronunciato il suo nome dai banchi della presidenza e a chi gli sta attorno, con la mano, fa segno di aspettare, lasciando presumere che forse voterà alla seconda chiama. In aula ora c'è anche Willer Bordon che al momento del suo turno non era nell'emiciclo

Il leader di An, Gianfranco Fini, con lo stato maggiore del partito e due-trecento persone, sta assistendo al voto del Senato in diretta sul maxischermo allestito in largo Goldoni a Roma, poco distante dalla sede del partito

Romano Prodi ha lasciato il Senatio, dove è in corso la chiama nominale dei senatori per la fiducia, ed è tornato a Palazzo Chigi dove seguirà l'esito del voto.

I senatori liberaldemocratici confermano le loro divisioni interne: chimati a votare la fiducia al governo Prodi, il leader Ld Lamberto Dini ha votato no, mentre il collega di partito, Natale D'Amico ha votato si alla fiducia. Il terzo rappresentante, Giuseppe Scalera, si è astenuto, come aveva annunciato

E' iniziata, in Aula al Senato, la "chiama" per la fiducia al governo Prodi.

L'Udeur ha espulso "per indegnità", il senatore Nuccio Cusumano, che ha votato la fiducia al governo Prodi e per questo è stato aggredito dal collega di partito Tommaso Barbato

"Sono sereno e nello stato d'animo di uno che ha pensato con serenità a una scelta per il Paese". Lo dice Clemente Mastella ai giornalisti spiegando la decisione di votare no alla fiducia. Secondo l'ex ministro, in giro "c'è decomposizione, e non se ne esce senza una impennata di orgoglio morale e chiamando a raccolta tutti".

"Oggi Prodi viene in Senato per la sua ultima sfida, non nell'interesse del Paese, ma per consumare la sua ultima vendetta in uno scenario da 'notte dei lunghi coltelli', nell'estremo e illusorio tentativo di avvelenare i pozzi del centrosinistra". Lo afferma nell'aula del Senato il capogruppo della Lega Roberto Castelli, che accusa Prodi "di aver passato gli ultimi giorni e le ultime notti alla caccia dell'ultimo senatore promettendo le cose più inconfessabili".

"Davvero Mastella non sa a che cosa attaccarsi. Invece di giustificare il suo tradimento del patto con gli elettori che lo hanno votato, cerca di buttare fango sugli altri". Così Antonio Di Pietro commenta le dichiarazioni in Aula del leader dell'Udeur.

Il presidente emerito della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi è appena entrato nell'emiciclo di Palazzo Madama per votare la fiducia al governo. L'ex capo dello Stato ha preso posto al banco dei relatori accanto alla senatrice a vita Rita Levi Montalcini.
Al momento, i senatori a vita in aula sono Ciampi, Levi Montalcini, Oscar Luigi Scalfaro e Francesco Cossiga. Giulio Andreotti, presente per tutto il pomeriggio al suo posto, ora non è tra i banchi.

''Amici del Pd, volete proprio regalare l'Italia a Berlusconi? E' per questo che siete nati? Ci volete dire che legge elettorale volete? E cosa volete fare da grandi?''. Lo ha detto il capogruppo di Sinistra democratica, Cesare Salvi intervenendo in Aula al Senato in sede di dichiarazione del proprio voto positivo alla fiducia al governo Prodi.

"Ogni decisione spetta al Capo dello Stato". Così Clemente Mastella, risponde ai giornalisti che al Senato gli chiedono cosa accadrà se il governo dovesse non ottenere la fiducia a palazzo Madama. E lei, che farà se si va al voto? "Non lo so, mica devo fare la politica per forza... Sono una persona seria", replica.

"Come commentare le squallide invettive nei confronti del senatore Cusumano, che dopo la sua dichiarazione di voto è stato fatto oggetto di insulti come "troia, cesso, frocio, checca squallida". E' quanto sottolinea l'Arcigay, aggiungendo che "queste parole venivano urlate da diversi esponenti del centro destra, che hanno quindi trasformato la sede di un'istituzione democratica in un inqualificabile teatrino omofobico".

"Bisogna rispettare la magistratura, ma bisogna anche saper esigere rispetto, allo scopo di salvare la dignità e il primato della politica". E' uno dei passaggi finali dell'intervento di Clemente Mastella al Senato che hanno riscosso consensi e scena aperta da parte dei colleghi di opposizione. Applausi dai banchi di An, Fi e Lega.

Il senatore a vita, Giulio Andreotti, potrebbe non partecipare al voto al Senato, sulla fiducia a Romano Prodi. Secondo quanto riferiscono fonti parlamentari di Forza Italia, Andreotti avrebbe manifestato l'intenzione di non partecipare.

''Io dico no, con molta fermezza''. E' con queste parole che il leader dell'Udeur, Clemente Mastella, al Senato, annuncia il voto contrario del suo gruppo alla fiducia al governo Prodi.

"Ora la strada maestra, che vedo con più probabilità, sono le elezioni ad aprile. A meno che non ci sia la possibilità di un Prodi bis con questa maggioranza ma ampliata". Così il ministro dell'Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio conversando con i giornalisti a Palazzo Madama.

"Per senso di responsabilità, anche se con molte incertezze, voto la fiducia". Lo annuncia in Aula il senatore a vita Francesco Cossiga motivando la sua scelta con la delicatezza del momento sia a livello di politica interna che internazionale e anche perché "se il governo non otterrà la fiducia, si aprirà una crisi che faccio fatica a capire dove porterà".

"Serve un nuovo programma e un nuovo governo. Lo faccia lei, a prescindere dal voto di questa sera". Lo afferma il senatore Gavino Angius (Partito socialista), nel corso della dichiarazione di voto al Senato, che invita il premier a riflettere sulla possibilità di non procedere sulla strada del voto. Angius sottolinea di "non condividere l'atteggiamento dell'Udeur. Capiamo l'amarezza e il turbamento ma le motivazioni politiche sono fragili".

Clemente Mastella è entrato nell'aula di palazzo Madama. Non si è avvicinato ai banchi del governo e non ha salutato né Prodi né gli altri ministri. Il primo saluto, lo ha riservato a Francesco Cossiga, che ha abbracciato. Mastella non si è seduto tra i banchi della maggioranza, ma assieme al capogruppo del partito Barbato, accanto a Cossiga vicino ai banchi dell'opposizione.

Convalescente, seduto su una grossa poltrona, Mastella segue le dichiarazioni di voto al Senato da una saletta attigua all'Aula. L'ex ministro sta ricevendo esponenti di maggioranza e di governo. Dopo Santagata, arriva Pecoraro Scanio e, nonostante le asprezze dei giorni scorsi, i due si salutano calorosamente.

"Le difficoltà di questa maggioranza non possono essere addebitate alla scelta di Mastella e dell'Udeur, ma alla decisione irresponsabile di scomporre il quadro politico dando vita alla proposta oligarchica del Pd", ma l'esecutivo ha il compito di proseguire il suo impegno. Lo ha detto Roberto Manzione, dell'Ud, motivando il suo voto di fiducia al governo.

"Avevamo invitato a non parlamentarizzare la crisi. Era una scelta necessaria anche rispetto alle tante posizioni di queste ore, che hanno confermato che è venuta meno la maggioranza politica e numerica". Così il senatore dei Liberaldemocratici Giuseppe Scalera. "Per evitare un'inutile agonia - aggiunge - ci troviamo oggi costretti a non rinnovare oggi la fiducia al Governo Prodi".

Domenico Fisichella potrebbe non partecipare al voto se anche gli altri senatori dimissionari (Franca Rame e Willer Bordon) lo faranno. Lo ha annunciato in aula al Senato durante le dichiarazioni di voto sulla fiducia al governo Prodi.

"Voto no al governo per coerenza con la posizione di opposizione a sinistra assunta da Sinistra critica dopo il protocollo sul welfare, la legge finanziaria, Vicenza e le missioni militari". Lo annuncia nell'aula del senato Franco Turigliatto di Sinistra critica, osservando che "da quanto affermato dal presidente Prodi non c'è ragione per cambiare posizione". "Il mio - ha ribadito - è un no alla fiducia per una questione di coerenza politica e morale. La crisi di questo governo è sociale e di credibilità".

Sono arrivati, solo al termine della replica del premier nell'aula del Senato Dini e il senatore liberaldemocratico Scalera. A differenza delle altre volte, in cui Prodi era stato presente nell'aula di palazzo Madama, Dini è entrato senza rivolgere neanche un cenno ai banchi del governo.

Mentre il presidente del Consiglio parlava, in una sala attigua all'aula si sono riuniti Mastella con i fidati Giuditta, Satta, Del Mese, il ministro 'prodiano' Santagata e Bordon. Non c'era invece Silvio sircana. Ci sarebbe stato un estremo tentativo di convincere l'ex ministro della Giustizia. Alcuni partecipanti riferiscono che l'Udeur avrebbe confermato l'intenzione di votare no.

I senatori dell'Unione hanno applaudito con forza la richiesta di fiducia al suo governo da parte del presidente del Consiglio, Romano Prodi. Non appena Romano Prodi ha terminato di parlare, il ministro degli Esteri, Massimo D'Alema, dietro ai banchi del governo per mancanza di posti, gli si è avvicinato e gli ha stretto la mano come ad esprimergli la sua solidarietà.

''L'attuale legge elettorale ha inferto un colpo decisivo alla governabilita' del Paese. Ho accolto l'appello del presidente della Repubblica perché non si vada al voto con la legge elettorale vigente''. Lo afferma il presidente del Consiglio, Romano Prodi, nel corso della sua replica dopo il dibattito al Senato sul voto di fiducia.

Con la richiesta del voto di fiducia il presidente del Consiglio, Prodi, ha concluso al Senato la sua replica agli intervenuti nel dibattito sulla fiducia. Sono quindi iniziate le dichiarazioni di voto. L'inizio della chiama per appello nominale dovrebbe essere intorno alle 19.40 E l'esito del voto si dovrebbe avere dopo le 20.30.

"Ho letto in questi giorni ricostruzioni fantascientifiche che dipingono scenari medievali, e che gettano fango non tanto su di me, ma sull'Italia". Lo ha detto il premier Romano Prodi, nella sua replica al Senato.

''A meno di meta' del cammino'' intrapreso dal governo, ''abbiamo rimesso in piedi il Paese''. E' quanto ribadisce il presidente del Consiglio, Romano Prodi, nella sua replica nell'aula del Senato. Il premier ricorda quindi il ''patto di legislatura'', sancito con la coalizione di maggioranza che ha vinto le scorse elezioni, rivendicando poi la ''crescita economica'' raggiunta dal Paese, grazie ad un ''cammino onesto e responsabile, in materia anche di redistribuzione''.

"Abbiamo un urgente bisogno di riforme. Ho accolto e condiviso la sollecitazione del presidente della Repubblica affinchè non si vada al voto con la legge elettorale attuale". Lo ha detto il premier Romano Prodi, nel suo intervento alla Camera.

"Questo governo, dopo i sacrifici della prima finanziaria frutto della gestione dissennata del precedente governo, ha risanato i conti pubblici e tagliato le spese e oggi è pronto a tagliare le tasse e aiutare i salari così come dimostrato dal contratto dei metalmeccanici". Lo ha detto il premier, Romano Prodi nella sua replica a Palazzo Madama, rivendicando i meriti del suo esecutivo.

"Presento con soddisfazione l'attività fatta dal mio governo: avremmo potuto fare di più se avessimo avuto la maggioranza parlamentare che ci è stata impedita dalla legge elettorale approvata in fretta e furia dalla cdl. E non uso per definirla il termine che avete usato voi stessi...". Così il presidente del consiglio Prodi, intervenendo al senato, a proposito del cosiddetto 'Porcellum'.

''Sono qui per il rispetto che nutro per il Parlamento, per ricordare le molte cose fatte e la necessita' di continuare per un futuro di riforme e sviluppo''. Lo ha affermato il presidente del Consiglio, Romano Prodi, nella sua replica in aula al Senato.

"Abbiamo ripristinato l'avanzo primario, il debito cala costantemente: abbiamo cominciato in modo onesto e responsabile a redistribuire alle famiglie, ai lavoratori, ai pensionati": lo ha affermato il premier Romano Prodi sottolineando la validità dell'operato dell'esecutivo "a meno della metà del suo cammino".

"Se cade Romano Prodi l'Udc proporrà un governo di responsabilità nazionale con Fi, An, il Pd e chi ne potrà far parte". E' quanto afferma il presidente dell'Udc, Rocco Buttiglione, parlando dell'eventualità che questa sera il presidente del consiglio non ce la faccia a superare lo scoglio del voto al Senato.

"Sono qui per il rispetto che nutro per il Parlamento, e per ribadire la necessità di continuare a operare per un futuro di sviluppo. La mia non è testardaggine, ma coerenza". Lo ha detto il premier Romano Prodi, aprendo la sua replica in Senato. "Ogni crisi va affrontata a viso aperto, e non nei corridoi, c'è un luogo dove questo deve avvenire, e si chiama Parlamento", ha aggiunto.

E' iniziata al Senato la replica del presidente del Consiglio Romano Prodi dopo il dibattito sulla fiducia. Seguiranno poi le
dichiarazioni di voto, che richiederanno due ore abbondanti.
Sia la replica di Prodi che le dichiarazioni di voto saranno in diretta televisiva. Al termine, intorno alle ore 20, si procederà alle operazioni di voto sulla mozione di fiducia al Governo.

"Questa è la mia ultima occasione di fare un dibattito da ministro". E' quanto ha detto il ministro della Solidarietà Sociale, Paolo Ferrero, partecipando ad un incontro sull'immigrazione in corso alla Sapienza a Roma. "Se avessi soldi - ha aggiunto - scommetterei che la prossima settimana non lo sarò più".

L'ex ministro Clemente Mastella, il senatore Tommaso Barbato sono a colloquio in una sala accanto all'aula del Senato con il ministro Giulio Santagata, il portavoce del premier Silvio Sircana ed altri esponenti di area prodiana.

"L'aula, udite le comunicazioni del presidente del Consiglio le approva". E' questo il contenuto della mozione di maggioranza appena depositata e letta in aula dal presidente di Palazzo Madama Franco Marini. La mozione è stata sottoscritta da tutti i capigruppo di maggioranza, mentre mancano le firme di Lamberto Dini e Tommaso Barbato. Ci sono, invece, quelle di D'amico e Cusumano.

"Walter Veltroni ha la responsabilità di aver decretato la fine della maggioranza quando sabato scorso, in un momento delicato per il centrosinistra, ha annunciato che il Pd potrebbe correre anche da solo alle prossime elezioni". Lo ha affermato Cesare Salvi, della Sinistra democratica. "Se vogliamo dare il governo a Berlusconi si faccia a meno delle elezioni, si provveda direttamente", ha tra l'altro detto.

Il presidente del Senato Franco Marini ha sospeso la seduta per cinque minuti, dopo la conclusione degli interventi degli esponenti dei gruppi iscritti a parlare sulla fiducia al Governo. Alla ripresa dei lavori è prevista la replica del premier Romano Prodi.

Dopo una riunione con i big del suo partito in un ristorante a pochi metri da palazzo Madama, Clemente Mastella, febbricitante, è arrivato pochi minuti prima delle 17.30 al Senato per intervenire in aula. Prima di entrare alla Camera Alta, Mastella ha scambiato alcune battute con i giornalisti: "La vicenda Cusumano si commenta da sè". E ancora: "Mi chiedete se voterò no? Ora mi sentirete parlare in aula. Sto ancora male per fortuna dovrò parlare poco...", aggiunge con una battuta.

"Se voterò sì alla fiducia al Governo Prodi, sarà certamente per l'ultima volta". E' quanto dichiara il senatore a vita Francesco Cossiga. Quanto all'episodio nel quale è stato coinvolto il senatore dell'Udeur Nuccio Cusumano, dopo l'annuncio di voto a favore in contrasto con il partito, Cossiga commenta. "Calci e sputi in faccia, risse e malori nell'emiciclo parlamentare: torna la Prima Repubblica. Finalmente! Vuol dire che c'è ancora speranza per questo nostro Paese...".

I senatori del centrodestra ostentano sicurezza sul prossimo voto di fiducia al governo. Sono infatti convinti che tutti e 156 i componenti l'opposizione a Palazzo Madama parteciperanno alla votazione che - a loro giudizio - dovrebbe portare alla 'defenestrazione' di Prodi da Palazzo Chigi. Anche il senatore di Fi Guido Possa, gravemente infermo, starebbe per giungere al senato, in ambulanza.

"Si commenta da solo". Clemente Mastella, al suo arrivo al Senato, commenta seccamente la decisione del senatore Udeur Nuccio Cusumano di votare la fiducia al governo, in difformità dalla linea del suo partito.

"Se Prodi vuole comandare nell'Unione e dare una 'mazzata' a Veltroni, questa era l'unica strada da intraprendere". Così il segretario della Destra, Francesco Storace. "La volontà del presidente del Consiglio è quella di gestire la crisi dando lui le carte" ha sostenuto Storace che è convinto della caduta di Prodi. "Finirà 159 a 157 - pronostica Storace - e così i voti dei senatori a vita diventano inservibili, come è giusto che sia".

"Per evitare fraintendimenti in merito alle 'chiacchiere' fatte con i giornalisti fuori dall'aula in merito alla possibilità, ventilata da qualcuno, di un governo di coalizione Fini-Berlusconi-Veltroni, voglio precisare che per il Prc tale ipotesi non esiste e che siamo pronti ad avversarla in ogni modo". Il capogruppo Prc al Senato Giovanni Russo Spena specifica che "per il Prc, se Prodi non prenderà la fiducia stasera, la cosa più importante è realizzare la legge elettorale e che non ci sembra impossibile un governo istituzionale che duri il tempo di realizzarla".

"Vorrei che lo sforzo che è stato fatto finora da maggioranza e opposizione per riallacciare un confronto politico sulle riforme non si perda, che il filo non si spezzi". E' l'augurio della capogruppo del Pd al Senato, Anna Finocchiaro, che parla di una "crisi difficile da superare" e indica come priorità "per il bene del Paese" il proseguimento del dialogo tra i poli non solo su riforme istituzionali, legge elettorale ma anche sulla "grande questione salariale".

"Vedo solo quello che sta succedendo: mi sembra che siamo veramente più vicino a un suk che a qualcos'altro": è quanto ha detto il presidente di Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo, commentando la situazione politica in cui versa in queste ore il nostro Paese.

Cosa prevede sul voto al Senato? "Non prevedo, non prevedo". Taglia corto così Fausto Bertinotti. Il presidente della Camera non va oltre, dopo la cerimonia per la giornata della memoria a Montecitorio.

Il senatore Nuccio Cusumano, l'esponente dell'Udeur che ha annunciato il suo voto di fiducia al governo Prodi, il 18 maggio del '94 consentì all'allora Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi di ottenere la fiducia. Insieme ad altri tre senatori del Ppi (Cecchi Gori, Zanotelli e Grillo, quest'ultimo poi passato con Forza Italia), Cusumano lasciò l'aula di Palazzo Madama, contravvenendo alle indicazioni del partito e consentendo di abbassare il quorum. I quattro senatori "ribelli" furono poi sospesi dal partito.

Gianfranco Fini sta seguendo dal suo ufficio in via della Scrofa l'evoluzione della situazione e il dibattito che si sta svolgendo al Senato e che si dovrebbe concludere con un voto che segnerà la vita o la fine del governo Prodi. Ad incontrarlo è arrivato da poco al partito il presidente dei deputati di An, Ignazio La Russa. Ai giornalisti che gli chiedevano cosa andasse a fare al partito, il capogruppo ha risposto: "Mi sembra scontato...".

Clemente Mastella e Tommaso Barbato saranno presenti in aula al Senato al momento del voto sulla fiducia al Governo e voteranno 'no'. Lo ribadisce il capogruppo alla Camera del 'Campanile' Mauro Fabris.

"La Svp ha stretto un patto programmatico con Prodi e il partito non verrà meno a questo patto e lo onorerà sino alla fine". Lo ha detto il senatore Manfred Pintzger, anunciando la posizione della Svp al senato. Nel caso non auspicato di una caduta di Prodi, Pintzger ha prefigurato un "governo tecnico con tempi lunghi per approntare le necessarie riforme", dalla legge elettorale a provvedimenti nella giustizia, nella previdenza, nell'economia. Pitzger ha inoltre criticato alcune decisioni di carattere economico prese dal governo.

"Ci eviti questo inutile rito del voto, vada al Quirinale dal presidente Napolitano, liberi il Paese dalla tragedia a cui lei ha dato corso". Lo ha detto il senatore di Forza Italia Nitto Palma, rivolgendosi al premier Romano Prodi nel suo intervento nell'Aula di Palazzo Madama.

E' terminato l'incontro a Palazzo Grazioli tra il presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi, e il leader di An, Gianfranco Fini. Durante l'incontro, durato circa un'ora e mezza, Berlusconi e Fini hanno seguito in diretta tv l'intervento al Senato del presidente del Consiglio, Romano Prodi

"Mastella e Barbato, per carità: salvate il soldato Ryan, e cioè il povero Cusumano, che rischia di morire nella trincea, avendo equivocato gli ordini del capo". Così Francesco Cossiga commenta la rissa tra i senatori dell'Udeur Barbato e Cusumano. "Magari - aggiunge l'ex capo dello Stato rivolto a Clemente Mastella - fatevi dare cinque Asl in più in Campania..."

"Non capisco, davvero. Fino a poche ore fa le sue dichiarazioni sul voto di fiducia erano diverse. Cosa è cambiato? Cosa gli ha fatto cambiare idea? Gli hanno offerto qualcosa? Non lo so, verificheremo, ma quanto è successo è grave, la politica e l'Italia hanno bisogno di uomini seri". E' un fiume in pena il senatore dell'Udeur, Tommaso Barbato. "C'è stato un ufficio politico dell'Udeur, che ha deciso un'altra cosa, e anche lui aveva sottoscritto. Questa è mancanza di serietà, dignità e coerenza - insiste Barbato vistosamente agitato - Lui la chiama responsabilità verso il Paese, io no. Cosa è cambiato? E' incoerenza o mercato di voti?", ripete più volte

Romano Prodi sarà presente in Aula fino alla conclusione dei lavori parlamentari, e quindi sarà presente fino al termine del voto di fiducia che esprimerà il Senato nei confronti del governo

"Non gli ho sputato e non l'ho offeso. Certo, non l'ho trattato bene, ma non l'ho aggredito". Si difende così il senatore dell'Udeur, Tommaso Barbato, davanti a una selva di telecamere, microfoni e giornalisti, che gli chiede di raccontare come siano andati i fatti in aula che hanno provocato un malore al collega di partito, Nuccio Cusumano. "Ma quello sviene tutti i giorni" ha commentato, precisando "nella maniera più assoluta io non ho sputato, l'ho solo indicato con il dito dicendo traditore"

La senatrice di Prc, Rina Gagliardi, giornalista, inizia il suo intervento in Aula dando la solidarietà al senatore Nuccio Cusumano apostrofato in vario modo dai colleghi e in particolare dal senatore di An, Nino Strano, che dopo l'annuncio di dare la fiducia a Prodi lo ha apostrofato "checca squallida"

"Le notizie che ci arrivano sono rassicuranti". Così Franco Marini tranquillizza sulla salute di Cusumano, portato via in barella dopo l'aggressione da parte del suo capogruppo. "Il Consiglio di presidenza del Senato si occuperà di quanto avvenuto", ha anche annunciato Marini, sottolineando che "ci sarà fermezza contro chi ostacolerà i lavori dell'Aula"

"La scelta di Cusumano non cambia nulla. Era scontato che votasse per il governo. I numeri ci sono tutti, per l'opposizione. Il problema vero è che ora è di fronte a tutti la vicenda di un'assunzione effettuata alla vigilia di un voto di fiducia del Senato" ha detto il presidente dei senatori di Forza Italia, Renato Schifani, riferendosi alla dichiarazione di voto del senatore dell'Udeur Nuccio Cusumano

Nuccio Cusumano, dopo essere stato colto da malore è stato portato via dall'Aula in barella. La seduta è ripresa e il vicecapogruppo del Pd, Luigi Zanda, ha chiesto al presidente Marini di prendere provvedimenti contro il capogruppo del Campanile Tommaso Barbato che ha aggredito il collega Cusumano. I senatori dell'Unione hanno applaudito a lungo

Non si è limitato all'improperio in Transatlantico, ma una volta entrato in aula Tommaso Barbato si è diretto verso il banco del collega di partito dell'Udeur, Nuccio Cusumano, e gli ha "sputato in faccia, cercando anche di colpirlo", facendogli con le mani il segno della pistola. Cusumano, sentitosi aggredito, "è svenuto" e quindi il presidente Marini ha sospeso la seduta dell'aula per alcuni minuti. A riferire ai giornalisti quanto accaduto nell'emiciclo è il senatore Sergio De Gregorio, leader del Movimento degli italiani all'estero

Al termine del suo discorso nell'aula del Senato il senatore dell'Udeur Nuccio Cusumano si è sentito male. Il malore è arrivato dopo che il capogruppo del Campanile Barbato è entrato in Aula e andandogli incontro gli ha urlato in faccia "Pagliaccio, venduto". In aula intanto era scoppiato l'inferno con insulti - "cesso", "troia" e "frocio" - indirizzati a Cusumano. Il senatore è stato soccorso da colleghi e commessi, mentre il presidente Marini ha sospeso la seduta per cinque minuti. Cusumano, dopo essersi messo a piangere, si è sdraiato tra i banchi circondato dai colleghi, in attesa dell'arrivo del medico

Al grido di "pezzo di merda" il senatore tommaso Barbato, capogruppo dell'Udeur a palazzo Madama, è corso in aula mentre dal video fuori dall'aula stava ascoltando la dichiarazione di voto di Nuccio Cusumano

"Scelgo per il Paese, scelgo per la fiducia a Romano Prodi" ha detto Nuccio Cusumano chiudendo il suo intervento al Senato: Il clamore sucitato in Aula ha costretto Marini a sospendere la seduta. "Scelgo in solitudine, con la mia libertà, con la mia coerenza, senza prigionie politiche, ma con la prigionia delle mie idee" ha detto Cusumano, annunciando il suo sì alla fiducia all'esecutivo

Francesco Cossiga dichiarerà in Senato che voterà a favore del governo Prodi per carità di patria, aggiungendo che "questa volta sarà l'ultima, perché la democrazia e il sistema politico italiano non può passare da cardiopalma a cardiopalma"

Il senatore Nuccio Cusumano si dissocerà in Senato dall'Udeur sul voto di fiducia al governo Prodi, ma non è ancora chiaro se non parteciperà al voto o se voterà per Prodi. Lo ha riferito il capogruppo dell'Udeur alla Camera, Mauro Fabris. "Siamo allibiti - ha detto Fabris - perché Cusumano sta con Mastella fin dall'inizio; è un tradimento che non riusciamo a capire, ma che sicuramente non ha ragioni politiche, bensì di altro tipo". Fabris ha quindi riferito che Cusumano si è iscritto a parlare per la discussione generale e non nelle dichiarazioni di voto finale

"Per prudenza politica il presidente del Consiglio eviti in Senato la prova del voto" ha detto Domenico Fisichella, del gruppo Misto, intervenendo al dibattito e ribadendo che non voterà la fiducia. "Ho votato più volte la fiducia al governo Prodi anche per dare all'esecutivo un arco di tempo necessario a realizzare interventi efficaci. Ma ora per me si è esaurito il rapporto di fiducia con il governo. Dopo quanto è successo ieri alla Camera - ha proseguito - ritengo sarebbe giusto sottoporre la valutazione al presidente della Repubblica. Se il presidente del Consiglio insiste per il voto di fiducia qui al Senato e venisse bocciato verrebbe meno l'ipotesi di un nuovo mandato a Prodi". Da qui l'invito "per prudenza politica" a evitare in Senato la votazione

"Cusumano? Chi vota come noi, come me e Barbato, è nel partito. Chi vota contro, è fuori dal partito. E' evidente" dice Clemente Mastella. L'ex guardasigilli risponde così quando gli chiedono di commentare un eventuale sostegno da parte del suo senatore Nuccio Cusumano all'esecutivo

Al termine del discorso nell'aula del Senato del premier Romano Prodi, durato dieci minuti, è scattato l'applauso della maggioranza. Gli esponenti dei Verdi e Pdci si sono alzati anche in piedi per battere le mani. Immobili, invece, i senatori del centrodestra, dai cui banchi si è sollevato qualche mugugno. Poco prima che Prodi finisse il suo intervento ha preso posto il senatore dell'Udeur Nuccio Cusumano che si è seduto accanto ai Verdi. Lui però non ha applaudito l'intervento del premier

"Parlerò oggi al Senato e spiegherà il nostro no al voto di fiducia al governo Prodi" annuncia il leader dell'Udeur, Clemente Mastella, scambiando alcune battute con i giornalisti al termine di una riunione con i big del partito del Campanile in un ristorante a pochi metri dal Senato

"Vi chiedo la fiducia assicurandovi che sono ben consapevole che il governo stesso dovrà rafforzare le sue capacità decisionali, snellire le sue procedure, migliorare la sua resa, forse ridefinire le sue strutture e la sua composizione" ha detto Prodi parlando al Senato

Romano Prodi ribadisce, nel suo intervento al Senato, la necessità di "una continuità di governo" perché il paese "non può permettersi un vuoto" nella gestione. "Nessuno può sottrarsi - avverte il premier - al dovere di indicare quale altro governo, maggioranza, programma intende introdurre al posto di quelli che sono legittimamente in carica per scelta degli elettori"

"Oggi, in un'epoca di alternanza, la prassi della crisi extraparlamentare è un residuo del passato. Bisogna impegnarsi per stabilire prassi costituzionali più coerenti con le esigenze dell'oggi e più corrispondenti al volere dei padri costituenti. Per questo vi chiedo un voto esplicito e motivato" ha affermato Prodi

Il premier Romano Prodi ha aperto il suo intervento al Senato ribadendo la solidarietà sua e del governo a Clemente Mastella contro il quale - ha detto - ci sono state "strumentalizzazioni che si sono moltiplicate con vergognoso opportunismo"

Il presidente del Senato, Franco Marini, prima di dare la parola a Prodi, critica "alcuni quotidiani" che hanno pubblicato le foto di tutti quei senatori che, al loro primo incarico, rischiano di finire la legislatura senza poter percepire il vitalizio. "Questo è un modo di fare da condannare - dichiara - a loro va la mia solidarietà". Tutti i parlamentari hanno applaudito a lungo la critica di Marini

"Sono qui a riferire sulla crisi politica che si è aperta qualche giorno". Con queste parole Romano Prodi ha aperto il suo intervento al Senato

Il leader di An Gianfranco Fini si è recato a palazzo Grazioli, residenza-ufficio di Silvio Berlusconi a Roma, per un colloquio con il leader di Forza Italia. Ad accompagnare il presidente di An, il capogruppo al Senato, Altero Matteoli

Il senatore e politologo Domenico Fisichella è giunto da pochi minuti a palazzo Madama

Il presidente del consiglio Prodi è arrivato nell'aula del Senato dove a breve darà le sue comunicazioni. Banchi del governo al completo. Ai lati del presidente del Consiglio siedono il vicepremier Rutelli e il ministro della Difesa Parisi.

"Il mio voto sarà contrario": lo ha detto il senatore Lamberto Dini al suo arrivo a palazzo Madama.

Un contestatore si è avventato contro l'auto del premier che, preceduta e seguita da auto di scorta, era appena uscito da Palazzo Chigi alla volta del Senato dove il premier è atteso per la fiducia al suo Governo. "Ci vuole ammazzare e lo rieleggono pure" ha urlato l'uomo gettandosi davanti all'auto di Prodi in piazza Colonna.

Il presidente del Consiglio Romano Prodi è giunto a palazzo Madama, dove sta per aprirsi il dibattito sulla fiducia al governo

La senatrice a vita Rita Levi Montalcini è appena giunta a palazzo Madama per il dibattito sulla fiducia. Incrociando i giornalisti nel cortile d'onore si è limitata a rispondere al loro saluto senza rilasciare dichiarazioni

"Occorre dare atto che è venuto fuori da Romano Prodi un comportamento lineare e preciso, contro tutti e contro tutto. Dopo aver cercato nottetempo di far fuori non tanto Prodi, ma il Prodi che rappresenta una sorpresa di stampo liberale, di difesa del diritto e dello stato di diritto, oggi si va davanti al Senato. Se poi, come non accade, la sostanza è totalmente indipendente dalla forma, discuteremo" ha detto Marco Pannella a Radio Radicale

"La strada delle dimissioni e la rinuncia del governo a un voto di fiducia in Senato ci sembrava una scelta utile a evitare l'accentuazione di uno scontro politico che, a questo punto, corre il rischio di far precipitare il paese verso le elezioni, riducendo ulteriormente i margini di un percorso legato a un governo istituzionale in grado di garantire almeno la riforma di una legge elettorale che assicuri governi stabili ed efficaci" afferma il senatore dei liberaldemocratici Giuseppe Scalera. "Purtroppo, anche in questa occasione non siamo stati ascoltati. E oggi ci troviamo, quindi, costretti a non votare la fiducia al governo Prodi"

Il Pd non sarà mai più alleato con chi oggi vota no alla fiducia al governo Prodi in Senato. Lo dice il numero due del Pd, Dario Franceschini: "Con chi oggi vota no sono impossibili alleanze future"

Dal voto di fiducia al Senato "ci aspettiamo un esito positivo" dice il vicesegretario del Pd alla Camera Dario Franceschini, che giudica "assolutamente giusta e condivisibile la scelta di Prodi di parlamentarizzare la crisi in modo che tutto sia chiaro: il voto di fiducia al Senato in ogni caso renderà trasparente di fronte a tutti gli italiani la scelta di chi, come noi, mantiene il patto assunto con gli italiani e il sostegno a Prodi e chi per un motivo o un altro, ha cambiato idea e tradito il patto"

Fiducia o non fiducia al Senato, per Romano Prodi gli impegni in agenda vanno rispettati. E cosi', in attesa del voto a palazzo Madama, dopo aver incontrato alcuni investitori stranieri, il presidente del Consiglio ha ricevuto a palazzo Chighi i giornalisti egiziani del quotidiano Akhbar Elyom, per un'intervista già programmata sul vertice intergovernativo italo-egiziano previsto martedì prossimo a villa Madama

Un incontro durato circa un'ora, nello studio capitolino di Walter Veltroni, per discutere dell'attuale situazione del governo. Il vicesegretario del Partito democratico, Dario Franceschini, ha lasciato il Campidoglio e, sull'incontro odierno, ha detto: "Abbiamo fatto il punto della situazione"

Il presidente dei senatori del Prc, Giovanni Russo Spena, non fa troppo affidamento sull'aritmetica per la fiducia che il Senato voterà oggi. "Facendo i conti aritmetici - ha spiegato - è molto improbabile che il governo possa farcela. Apprezziamo molto però che Prodi in base alla Costituzione abbia deciso di portare in Parlamento la crisi politica: è un dato di dignità civica che il popolo sicuramente apprezzerà ". Importante per l'esponente del Prc sarà il discorso che Prodi farà in Aula, perché se conterrà un forte accento sociale potrà essere la piattaforma programmatica dell'Unione

''Lei mi chiede cose alle quali non voglio rispondere. Vedrà al Senato questo pomeriggio se ci sarò o meno, se voterò o meno. Non dico nulla, non ho nulla da dire'' con queste parole che il senatore e politologo, Domenico Fisichella ha risposto a chi gli chiedeva se ha intenzione di partecipare al voto di fiducia

"Nonostante le precarie condizioni di salute dovute a un leggero malore, anche il nostro segretario Clemente Mastella sta raggiungendo Roma accompagnato da un medico" fa sapere il capogruppo del Campanile al Senato, Tommaso Barbato, che aggiunge: "solo il rispetto per l'ex presidente emerito Cossiga ci impedisce di rispondere in maniera più dura alle sue affermazioni sulla posizione dei rappresentati dell'Udeur oggi al momento del voto a palazzo Madama. I senatori dei popolari-udeur saranno in aula e voteranno no alla fiducia a Prodi"

''Sto preparando il discorso che faro' in aula, non ho ancora deciso''. Lo dice il senatore dell'Udeur Nuccio Cusumano a proposito del voto di fiducia di questa sera a Palazzo Madama

"Oggi non parteciperò al voto di fiducia in Senato" annuncia, in una nota, il senatore della circoscrizione estero Luigi Pallaro. In questo modo si abbassa il quorum per la fiducia a Prodi. "Sono e resto un indipendente. Ho sempre sostenuto che il mio compito è la difesa dei diritti degli italiani all'estero, coniugandola con l'interesse dell'Italia", sottolinea Pallaro, che conclude: "In questo difficile momento che sta attraversando il paese in crisi economica e istituzionale, non partecipo al voto per lasciare spazio alle decisioni che prenderà il capo dello Stato"

"Vedo che ci sono dichiarazioni del senatore e presidente emerito, Francesco Cossiga secondo le quali io non parteciperei al voto al Senato. Voglio dire che Cossiga sbaglia e riaffermare che oggi sarò al Senato e voterò contro la fiducia a Prodi" dichiara il senatore di Sinistra critica, Franco Turigliatto

"Verrà, sarà sfiduciato, ma cadrà con l'onore delle armi per essere stato un combattente fino alla fine". Così il vicepresidente del Senato Roberto Calderoli commenta la decisione di Romano Prodi di presentarsi al Senato e chiedere la fiducia. "Prodi - sostiene Calderoli - incasserà comunque la fiducia di molte forze della maggioranza e sarà legittimato a essere il candidato premier alle prossime elezioni politiche"

"E' stato un colloquio sereno e costruttivo. Ho comunicato al presidente della Repubblica che andrò al Senato alle 15" ha detto il presidente del Consiglio, Romano Prodi

L'intervento di Prodi in Aula a palazzo Madama è previsto per le 15. Avrà quindi luogo la discussione generale, mentre a partire dalle 17.45 il calendario dei lavori del Senato prevede la replica del premier e le dichiarazioni di voto. L'appello nominale per la fiducia avrà inizio alle 20 circa

La Federazione romana di An ha allestito un maxischermo per seguire la decisiva votazione della fiducia al Senato. A partire dalle ore 18 a largo Goldoni, nel centro storico di Roma, saranno presenti all'iniziativa, oltre al presidente della Federazione romana Gianni Alemanno, anche i deputati e consiglieri comunali del partito di via della Scrofa

"Sono notizie che mi hanno dato 10 minuti fa. La situazione nell'ultima mezz'ora sembrerebbe radicalmente cambiata. I tre senatori dell'Udeur non andrebbero oggi in aula, così come farebbe anche il senatore Turigliatto. I senatori dell'Udc ci stanno pensando. Dunque il quorum cambierebbe e il governo potrebbe avere la fiducia" ha dichiarato il presidente emerito della Repubblica, Francesco Cossiga

La direzione del Pdci ha accolto con un applauso la notizia che il presidente del Consiglio Romano Prodi ha confermato la sua decisione di presentarsi al Senato e di chiedere la fiducia al governo. La direzione dei Comunisti italiani è riunita all'hotel Palatino di Roma per un'analisi della situazione politica

Il presidente del Consiglio, secondo quanto si è appreso, ha confermato al capo dello Stato la volontà di presentarsi al Senato e di chiedere la fiducia

"Sto riflettendo, non ho ancora deciso né in un senso né nell'altro" dice il senatore Nuccio Cusumano, uno dei tre esponenti dell'Udeur a palazzo Madama, che secondo alcune voci di corridoio potrebbe votare la fiducia al governo Prodi. "In questo momento - dice Cusumano, che è presidente della commissione Agricoltura del Senato - sto scrivendo il mio intervento. Dentro la mia coscienza sto valutando il da farsi in piena coerenza"

E' terminato l'incontro del premier con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Prodi ha lasciato il Quirinale dopo circa 45 minuti di confronto con il capo dello Stato ed è rientrato a palazzo Chigi

"Noi non ci spostiamo di un millimetro. Voteremo no se il presidente del Consiglio decide di venire al Senato" afferma il presidente dei senatori dell'Udeur, Tommaso Barbato. Quanto alle presunte pressioni operate nei confronti dei senatori, lui nega: "Mai ricevuto pressioni. Parliamo con tutti, ci teniamo informati, ma non c'è stata nessuna pressione". I cronisti insistono sulla possibilità che Nuccio Cusumano possa cambiare idea. Barbato sbotta: "Penso di no. Non credo che ci sia un problema Cusumano, ma soprattutto non mettete in mezzo me"

"Prodi farà le sue valutazioni, è lui che deve decidere l'atteggiamento da tenere, è lui che ci ha portato fin qui ed è lui che deve decidere" ha detto il ministro per lo Sviluppo economico, Pierluigi Bersani. "Ci tengo a dire che mi è piaciuta la correttezza con cui Prodi è andato in modo trasparente alle Camere mettendo anche il Parlamento di fronte alle sue responsabilità, all'espressione della sua libera volontà"

"Prodi fa bene e ha fatto bene a non fare una crisi extra parlamentare" ha detto il ministro per i rapporti con il Parlamento e per le riforme istituzionali Vannino Chiti. "E' in Parlamento che si discute ed è lì che ci si assume in modo trasparente le responsabilità di una decisione. E' attraverso il ruolo che si ha nel Parlamento che i cittadini poi possono valutare"

"Confermo che voterò no alla fiducia. Non ho cambiato idea nonostante i consigli e le pressioni soprattutto di l'altro ieri da parte di esponenti dell'Unione. Del resto lo scorso dicembre ho già votato quattro volte no ad altrettante fiducie" dice il senatore di Sinistra Critica Franco Turigliatto. "Questo governo va in crisi per l'incapacità di rispondere alle attese che aveva generato nella società. Io mi sono staccato da un pezzo da sinistra da questa maggioranza, vedi le questioni sulla guerra, il Welfare. Questo stato di debolezza del governo ha prodotto la crisi e ha generato il rafforzamento delle destre"

Il presidente del Consiglio Romano Prodi è arrivato al Quirinale dove è atteso per un colloquio col capo dello Stato Giorgio Napolitano. Il premier è accompagnato dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Enrico Letta

"Ho appena sentito il segretario politico Clemente Mastella che mi ha informato che sta per venire a Roma per essere presente al dibattito in Senato sulla fiducia al governo Prodi, confermando il voto contrario, suo e dell'Udeur" annuncia il vicesegretario vicario dell'Udeur Antonio Satta

"Walter Veltroni ha fatto un bel capolavoro politico". Il ministro dell'Università indica senza mezzi termini le responsabilità politiche del Pd nella crisi del governo Prodi. Il Pd, sottolinea Mussi, "è il partito di maggioranza del centrosinistra ed è stato formato con l'annuncio della costituzione di una grande forza di stabilizzazione dell'esecutivo". Invece, fa notare il ministro, "a tre mesi dalle primarie l'esecutivo è sull'orlo della crisi, i Ds, il maggior partito della sinistra, non ci sono più e con la formula 'il Pd correrà da solo' non c'è più l'Ulivo, non c'è più l'Unione, non c'è più il centrosinistra. Complimenti. Un bel capolavoro politico"

"Cosa abbia deciso Prodi questa notte non lo so, il problema è che si va a elezioni anticipate". Ne è convinto il ministro per l'Università Fabio Mussi, espressione della Sinistra democratica. "Bisogna vedere esattamente per quale strada - aggiunge - è come un tom tom che indica strade alternative, forse ci sono più percorsi ma è del tutto evidente che si va ad elezioni anticipate". Per Mussi le strade sono due: o alle elezioni con questo governo o altre varianti, che dovranno essere però brevi per andare alle elezioni anticipate

La giornata di Prodi prevede in mattinata la visita al Quirinale per un nuovo incontro con il capo dello Stato. Altro punto fermo per l'agenda del premier rimane l'inizio della seduta al Senato, nel pomeriggio, con le comunicazioni del presidente del Consiglio e il dibattito sulla fiducia. Seguirà la votazione palese e per appello nominale, ed è questa l'incognita principale della giornata: il presidente del Consiglio può infatti decidere di andare fino in fondo, verificando se ha ancora la fiducia del Senato, oppure chiedere una sospensione della seduta per recarsi al Colle

La giornata decisiva per il governo inizia a palazzo Chigi con un incontro tra il presidente del Consiglio Romano Prodi e il ministro dell'Economia, Tommaso Padoa Schioppa. Da pochi minuti è arrivato anche Mario Barbi, deputato del Pd e amico di lunga data del premier

Dopo aver incassato ieri la fiducia della Camera, con 326 sì e 275 no, Romano Prodi deciderà oggi se completare la 'parlamentarizzazione' della crisi e presentarsi anche al Senato. Prima dell'eventuale dibattito a palazzo Madama Prodi avrà un nuovo colloquio col capo della Stato, Napolitano. Al Senato il presidente del Consiglio non potrebbe contare sui voti dell'Udeur e di Lamberto Dini, mentre avrebbe il sì dei senatori a vita Andreotti e Cossiga

"Ho le preoccupazioni che avrebbe chiunque quando un Paese ha difficoltà politiche", ha detto Almunia. "E in questi giorni l'Italia ha difficoltà per l'instabilità del governo in Parlamento", ha aggiunto. A una domanda su quanto peseranno le difficoltà del governo nel percorso per il risanamento dei conti pubblici, dopo i buoni risultati che lo stesso Almunia ha sottolineato nei giorni scorsi, il commissario europeo ha ricordato che "in Italia il risanamento dei conti pubblici è meno avanzato che in altri Paesi", e che nel 2008, comunque, sui conti pubblici dell'Italia, "come degli altri Paesi", peseranno gli effetti del rallentamento dell'Economia

La presidenza del Consiglio smentisce "sdegnata le volgari insinuazioni contenute nell'articolo apparso questa mattina sul quotidiano 'Italia Oggi' nel quale si racconta di un presunto 'mercato' di nomine che Romano Prodi starebbe offrendo in cambio di voti al Senato tramite la mediazione del sottosegretario Enrico Micheli". "Queste infamanti ricostruzioni giornalistiche - prosegue una nota dell'ufficio stampa - ledono la dignità degli interessati e avvelenano un clima già sufficientemente inquinato. Il Presidente del Consiglio Romano Prodi e il sottosegretario Enrico Micheli si riservano ogni azione di legge a tutela della loro onorabilità e di quella delle istituzioni che rappresentano"

"Se ci sarà da votare voterò per il governo. Io sono una persona responsabile" ha detto il senatore a vita Francesco Cossiga durante la trasmissione Unomattina. "Ho poi consigliato a Prodi ieri sera, stanotte e stamattina - prosegue Cossiga - di presentarsi al Senato per chiedere eventualmente la sospensione della seduta dopo il suo discorso perché se ricevesse un voto contrario non potrebbe essere reincaricato da Napolitano"

"Sembra che Mario Draghi, già socio della Goldman & Sachs, nota grande banca d'affari americana, oggi governatore della Banca d'Italia sia il vero candidato alla presidenza del Consiglio dei ministri di un governo istituzionale", si legge nella nota diffusa dal portavoce del presidente emerito Francesco Cossiga. "E così avrà modo di svendere, come ha già fatto quando era direttore generale del Tesoro, quel che resta dell'industria pubblica a qualche cliente della sua antica banca d'affari"

"Vedremo cosa succederà in questi giorni. Spero in una prospettiva di stabilità politica in Italia per affrontare la difficile situazione dell'economia". A margine del World Economic Forum di Davos, il commissario europeo agli affari economici e monetari Joaquim Almunia ha indicato così di essere "preoccupato" per le difficoltà del governo italiano

Una grande foto del Presidente del Consiglio italiano campeggia stamani in prima pagina sul 'Financial Times' con la didascalia "Prodi sul filo del rasoio", identica al titolo, sempre in prima ma di taglio basso, sull"International Herald Tribune'. "Prodi potrebbe gettare la spugna prima della prova del Senato", titola il francese "Le Figaro" online, mentre per il britannico 'The Times', "Prodi tira dritto verso il voto di fiducia".


fonte: http://www.repubblica.it/2008/01/dirette/sezioni/politica/crisi-governo-prodi/24-gen/index.html

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9 commenti:

elena ha detto...

Grazie Dini, grazie Mastella e compagnia.
Adesso, soprattutto se prima di andare al voto fanno la riforma elettorale, siamo sicuri che non si farà nessuna legge sul conflitto di interessi, imbavaglieranno la magistratura che indaga contro di loro (contro di noi invece no!) e... speriamo che i sindacati si sveglino... ma qui tocca che ci svegliamo noi tutti!

Anonimo ha detto...

Il primo giorno dopo la vittoria di questo centrosinistra concordai con Mario che il governo l'avrebbe fatto cadere Mastella. Nessuna sorpresa per me. L'errore è sempre lo stesso: pur di andare al potere e tutelare i propri interessi si fa alleanze con chiunque. Perchè Prodi altrimenti ha accettato di sopravvivere con i voti di signori come Andreotti e Cossiga? Perchè altrimenti chiedere i voti da parte di questo governo della Lega Nord? Perchè altrimenti dare solidarietà al sistema clientelare di Mastella? Come si fa da comunisti ad accettare tutto questo? Come si fa a non dire basta? D'ora in poi Veltroni e c. se ne vadano per conto loro, consiglio il Pd di andare anch'esso nel centro destra. Da tempo questa gente ha dimenticato cosa vuol dire essere di sinistra.
Io tornerò a votare quando ci sarà chi mi rappresenta veramente. Voterò chi mi dà la garanzia assoluta di essere fedele alla Costituzione, di tutelare i Diritti fondamentali della Persona Umana (sia che tale rappresentante sia parlamentare o uomo di governo) in tutti i settori della società, di impegnarsi per dare Verità e Giustizia a chi è stato ucciso nelle stragi, negli omicidi politici, dalla malasanità, dalla cattiva politica e dal malaffare sui rifiuti, dai mancati controlli sui posti di lavoro o nelle Forze armate, chi è stato ucciso o ha perso tutto per colpa di un sistema di potere corrotto e clientelare, per colpa delle mafie. Chi tace o fa finta di nulla a sinistra non avrà più i miei voti. Non è poi ora invece di accettare i voti per stare al potere di Cossiga e Andreotti o di gente pregiudicata o di gente che massone per i propri scopi sta facendo in modo che questo paese sia a sovranità limitata nei suoi rapporti con il governo americano farci rappresentare da gente onesta e che pensa prima di tutto all'interesse del popolo italiano con i fatti? Scusate lo sfogo, ma il problema non sta tanto(o non solo) per me nel singolo che fa cadere un governo, sta sopratuttto in un sistema di potere clientelare, mafioso e corrotto che per tutelare i suoi interessi ci sta togliendo ogni speranza di futuro, ogni speranza di vivere in una matura democrazia, quella per cui hanno lottato non solo i Boldrini, i Pertini e tutti i partigiani combattenti e resistenti ma anche il Movimento Democratico dei Militari in Aeronatica o nelle forze dell'ordine, perdendo tutto nel migliore dei casi e nel peggiore finendo massacrati con una bomba o con colpi d'arma da fuoco o impiccati. Scusate lo sfogo davvero, ma come dice la mia amica Nadia o tu Elena è proprio il caso da parte di tutti noi di non stare più a guardare, di non tacere di fronte a tali rappresentanti da mandare tutti senza distinzioni a casa e sostituirli come popolo sovrano da gente seria e che pensa al bene di tutti. Laura

ska ha detto...

Se li incontro giuro che gli sputo in faccia, a costo di beccarmi il sole a scacchi!
Oltre a quanto è successo in sé, altamente prevedibile, sono disgustata dalle scene verificatisi in senato.... giuro che non so proprio più dove guardare, a cosa appigliarmi, mi sento impotente a picchiettare su sta tastiera.
Che cazzo di paese!

Scusate l'intervento per nulla produttivo, ma è così che mi sento: ho solo voglia di lamentarmi....

Anonimo ha detto...

Si vabbè, ma quelli che gridano alla grande gioia per la caduta di questo governo, come fanno? Se cade un governo comunque (sia di destra che di sinistra) chi ci perde in economia e stabilità, ecc. sono i miseri mortali cittadini... cioè noi.
Quindi che non si gridi alla gioa.

Ed ora per quelli che si definiscono veramente di sinistra... cosa resta? Io lo so: "Solleviamoci!" prima che la grande DC torni a votare... (poi vi voglio sentire a digrinare i denti contro gli alti prelati! ;) )

Anonimo ha detto...

errata corrige:

"Quindi che non si gridi alla gioia" e non "gioa".

"prima che la grande DC torni a governare"... e non "votare".

ska ha detto...

E' quello che intendevo, Edgar: gente col viso sfigurato dalla gioia orgasmica, che stappa lo spumante e tranggia strafottente fette di mortadella verso le telecamere, mettendolo al culo a tutti noi.

Scusate ancora, meglio che smetto di intervenire...

Franca ha detto...

Prodi è caduto per gli attacchi continui del centro (Dini, Mastella, Binetti e compagnia bella) che hanno fatto del programma sottoscritto da tutti non carta straccia, ma addirittura carta igienica.
Quello che ci aspetta sarà certamente duro da digerire, ma non si può neanche andare avanti tutta la vita accontentandosi del meno peggio.
Non esulto per questa caduta, ma non mi cospargo il capo di cenere...
Io ritengo che su principi per noi imprescindibili (basi militari, guerra, diritti civili, precarietà del lavoro, scuola pubblica) non siamo riusciti a differenziarci affatto dal governo di centro-destra.
E se non c'è differenza, cosa valgono i nomi e i simboli?
La nostra base elettorale (perlomeno la mia) è talmente avvilita, qualcuno dice addirittura umiliata, che non andrà a votare in nessun caso.
E' questo il risultato che volevamo ottenere?
Il sacrificio di restare fino ad adesso a scapito dei nostri principi è valso la pena quando poi arriva un Mastella qualunque e si va a casa comunque?

Anonimo ha detto...

Per Mastella e compagnia la politica e solo un business. Dini e Mastella in questa legislatura ridicola hanno preso i massimim premi, chiaro che ora si torni a votare, non c'era molto altro da prendere. Del resto tra indulto e case "regalate" mi sembra che si sia lavorato (dietro lauto compenso) per il centrodestra e i suoi potenti amici.
Concordo con Laura e con gli altri. Mi sorprende Franca, mai vista così arrabbiata, di solito i suoi commenti sono su tre righe.

Spero che in futuro, costi quel che costi, non si accettino accordi coi mercenari della politica.

Comunque si potrebbe vincere alle prossime elezioni se qualcuno di questa sinistra sgangherata cercasse l'appoggio di Grillo, le cui pretese non solo sono condivise da molti giovani e non onesti, ma sono più vicine alla sinistra di un mastella-pensiero.
Se non erro, Grillo rappresenta quasi il 15% di elettorato.

Mat

elena ha detto...

Girovagando per blog mi sono imbattuta in commenti illuminanti: una parte almeno della base del PD, ma proprio di quelli che fino a poco fa attaccavano la sinistra radicale accusandola di essere estremista e quindi causa di tensioni continue nella maggioranza, stavano rendendosi conto che, invece, il nemico erano i "moderati" della coalizione. Pericoloso, molto pericoloso. Neanche tanto per la destra, che comunque è sicura di vincere la prossima turnata, ma per il valterino...
Certo questo governo ha fatto poco di quello che mi aspettavo, ma non mi aspetto che il prossimo (di larghe intese o di centrodestra per me non cambia nulla) faccia meglio.
Sono inviperita, certo, ma non me la sento di dare la croce addosso alla sinistra, alla mia sinistra. E' difficile da capire e da accettare, ma in queste condizioni non credo si potesse fare di più. Forse avremmo potuto cominciare ad alzare il tiro ora, appunto per il discorso che facevo sopra. Ma se ne sono accorti e son corsi ai ripari. D'altra parte è vero: nostra culpa per esserci alleati con scellerati come Dini (che con il centrosinistra sta come i cavoli a merenda) e con l'UDEUR di Mastella, che ha cambiato schieramento più volte di quanto sia accettabile.
Scommettiamo su chi sarà il prossimo ministro della giustizia del governo di centrodestra? No, non fatemelo scrivere...
Comunque, ribadisco: è ora che ci organizziamo con il soccorso rosso, in tutti i sensi (ma non sto parlando di ali militari, per carità! solo militanti...)