Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano è stato accolto da un lungo e caloroso applauso non appena è entrato nell'emiciclo della Camera per la celebrazione dei 60 anni della Costituzione.
Napolitano si è seduto al posto del presidente dell'aula, con a fianco i presidenti delle Camere Fausto Bertinotti e Franco Marini, e la banda dei Carabinieri dalla tribuna ha cominciato a suonare l'Inno nazionale. Tutti i parlamentari della Repubblica, che hanno ascoltato in piedi la banda, hanno poi battuto le mani.
Presente in Aula praticamente tutto il Governo, i deputati e i senatori. Fra gli altri, in aula, spiccano gli ex presidenti della Repubblica Francesco Cossiga, Oscar Luigi Scalfaro e Carlo Azeglio Ciampi. quest'ultimo è arrivato alla Camera in compagnia del ministro dell'Economia Tommaso Padoa-Schioppa.
Applaude anche l'ex premier Silvio Berlusconi, presente in Aula, che però non canta subito dopo l'inno nazionale, intonato invece dagli esponenti dell'esecutivo presenti, in primis dal premier Romano Prodi.
La concordia nell'Aula di Montecitorio dura però poco. E quando, durante i saluti iniziali, il presidente della Camera Fausto Bertinotti pronuncia il nome del presidente del Consiglio, dai banchi dell'opposizione si levano dei "buuu" a ricordare la difficile situazione che il governo vive in queste ore.
Il Capo dello Stato ha subito sottolineato: «Lo svolgersi di questa cerimonia nonostante il momento di acuta crisi e incertezza politica che il paese sta vivendo, vale a sottolineare la distinzione e autonomia del tema costituzionale dalle alterne vicende dei partiti, delle maggioranze e dei governi».
«Non ha senso imputare alla Costituzione errori e distorsioni che hanno rappresentato il frutto di una complessa dialettica politica. Occorre fare bene attenzione a non confondere indirizzi costituzionali e scelte politiche, responsabilità politiche», ha detto Napolitano.
La Costituzione «rappresenta più che mai, nella sua comprovata validità, un patrimonio comune. Nessuna delle forze oggi in campo può rivendicarne in esclusiva l'eredità, nè farsene strumento nei confronti di altre. Possono solo tutte insieme richiamarsi ai valori e alle regole della Costituzione, e insieme affrontare anche i problemi di ogni sua specifica, possibile revisione».
L'Italia «ha le forze per superare questo cruciale momento storico», ma «è necessario porre mano a quel rinnovamento della vita istituzionale, politica e civile, in assenza del quale la comunità nazionale, in tutte le sue parti, sarebbe esposta a crisi gravi».
«La condizione del successo - sottolinea il capo dello Stato concludendo il suo intervento di fronte al Parlamento riunito a Montecitorio - è in un concorso di volontà, che non può, non deve mancare. Un concorso di volontà più forte di tutte le ragioni di divisione, pur nello svolgimento di una libera dialettica politica e sociale».
A giudizio di Giorgio Napolitano è «necessario porre mano a quel rinnovamento della vita istituzionale, politica e civile, in assenza del quale la comunità nazionale, in tutte le sue parti, sarebbe esposta a crisi gravi».
Mette in guardia il Capo dello Stato: «La condizione del successo è in un concorso di volontà, che non può, non deve mancare. un concorso di volontà più forte di tutte le ragioni di divisione, pur nello svolgimento di una libera dialettica politica e sociale».
Napolitano non ha dubbi: «Non c'è terreno comune migliore di quello di un autentico, profondo, operante patriottismo costituzionale. è, questa, la nuova, moderna forma di patriottismo nella quale far vivere il patto che ci lega: il nostro patto di unità nazionale nella libertà e nella democrazia».
Tutta l'aula in piedi ha applaudito il discorso di Napolitano.
Pubblicato il: 23.01.08
Modificato il: 24.01.08 alle ore 13.49
fonte: http://www.unita.it/view.asp?idContent=72334
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