"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

sabato 26 gennaio 2008

Napolitano intanto sente i "piccoli"



Secondo giorno di consultazioni al Quirinale, protagonisti i "piccoli partiti" di maggioranza e opposizione. Napolitano alla fine dice solo, come elemento «edificante», che i tempi, da lui sveltiti il più possibile, sono stati rispettati.

Nello studio alla Vetrata, il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano ha incontrato per primi gli esponenti di Autonomie, Liberté, Democratie, il senatore Carlo Perrin e l'onorevole Roberto Nicco. Poi è stata la volta dei rappresentanti del Sudtiroler Volkspartei, della Dca e nuovo Psi (gruppo alla Camera), della Dca-Pri e Movimento per l'Autonomia (gruppo al Senato).

Clemente Mastella per l'Udeur dice no a governi tecnici e chiede «elezioni anticipate». «Come partito moderato di centro - ha dichiarato l'ex ministro della Giustizia - siamo contrari a governi tecnici. La politica deve essere in questa fase il medico della propria acuta malattia. Altri al capezzale ne accelererebbero la fine. Siamo per le elezioni anticipate, con l'invito a tutti di aprire l'indomani tra le forze politiche, le forze intellettuali e sociali, una nuova fase costituente, un nuovo patto costituzionale e generazionale». «Se dovessimo assistere invece - ha sottolineato Mastella - in questi giorni ad un miracolo, ma ci crediamo poco, per quanto scettici e chiamati a verificarne l'autenticità, non ci dimostreremmo miscredenti».

Un nuovo governo per approvare la legge elettorale, partendo dal modello regionale su cui era fondata la bozza Chiti. Ma se un accordo di questo tipo non fosse possibile, si vada ad elezioni gestite dal governo di Romano Prodi, soluzione in linea con quanto avviene in tutte le democrazie occidentali mentre ogni altra soluzione sarebbe un "bizantinismo". Questa la posizione dei Socialisti espressa al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano dal capogruppo alla Camera Roberto Villetti, consultato anche per quanto riguarda i Radicali.

L'Italia dei Valori ribadisce di auspicare nuove elezioni a breve termine, ma fa sapere di essere «disponibile a un governo istituzionale, a brevissimo tempo, e solo per affrontare l'emergenza di riformare la legge elettorale». Il leader del Partito, Antonio Di Pietro ha anche sottolineato che se si deve andare al voto a breve, senza riuscire a cambiare la legge elettorale, «è meglio che si vada con questo governo dimissionario e non con un altro che non avrebbe alcuna funzione se non quella di portarci alle elezioni senza fare nulla».

I Verdi vorrebbero un reincarico per Prodi.«Prodi - fa notare il presidente e ministro dimissionario Alfonso Pecoraro Scanio - ha ricevuto la fiducia in una delle Camere non bisogna interrompere il lavoro di risanamento economico avviato e bisogna impegnarsi per aumentare i salari e investire sui giovani, sui precari e sull'ambiente».

A dire il vero, però, soltanto ieri lo stesso Romano Prodi, rientrando a Palazzo Chigi dopo aver inaugurato l'anno giudiziario da ministro della Giustizia ad interim dimissionario, aveva affermato di «non essere disponibile per un reincarico» perché «quanto si perde in Parlamento, il tuo schema ha perso: quando si perde di fronte al Parlamento, magari anche per un solo voto» significa che «lo schema che avevo ha perso». Il premier che ha già rimesso il suo incarico ed è ora a Palazzo Chigi solo per gli affari correnti, ha confermato la sua preferenza per un voto non immediato. «Come ho già detto nel mio intervento in Parlamento e anche al Capo dello Stato, bisogna fare di tutto per evitare di andare a elezioni anticipate con questa legge elettorale». Votare con il "Porcellum" per lui sarebbe «una tragedia». Non ha rimpianti. «È stato un periodo bellissimo - è la sua visione dell'anno e mezzo passato a capo dell’esecutivo - ma ora bisogna andare avanti». Al momento però vede per il suo futuro solo il ruolo di nonno.

Sentito da Napolitano, il segretario dei comunisti italiani Oliviero Diliberto, ribadisce il suo ruolo invece di “bastian contrario”. Contrario a «governi tecnici,istituzionali, larghe intese...», insomma a qualunque «pasticcio – così lo definisce - incomprensibile agli elettori di sinistra». Meglio «andare al voto». Anche con la legge attuale. Una posizione che lo mette più in riga con Mastella che con gli altri gruppi della Sinsitra arcobaleno, sostanzialmente concordi sulla proposta di un «governo di scopo» - per usare l'espressione del ministro Palo Ferrero - che faccia la riforma elettorale, per andare al voto «entro l'estare».

Lo stesso presidente della Camera Fausto Bertinotti, parlando da Reggio Emilia, ribadisce che per il bene del Paese è necessario dare «agli elettori la possibilità di votare con una legge che consenta di scegliere, una legge che conseta a chi vince di governare e ai partiti di ritrovare un rapporto forte con la società civile».


Pubblicato il: 26.01.08
Modificato il: 26.01.08 alle ore 18.58

fonte: http://www.unita.it/view.asp?idContent=72414

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INTERVALLO

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1 commento:

Franca ha detto...

Elezioni subito...