Veltroni commenta: «Ce la deve fare»
Il presidente Giorgio Napolitano ha incaricato il presidente del Senato Franco Marini di costituire un governo che porti a termine la riforma della legge elettorale e altre indispensabili riforme costituzionali. «Ho chiesto al presidente del Senato di esplorare la fattibilità di un Governo» che porti a termine queste indispensabili riforme.
È questo l'esito dell'incontro tra il capo dello Stato Giorgio Napolitano e il presidente del Senato Franco Marini. «Ricordo che sciogliere anticipatamente le Camere è la decisione più grave e più impegnativa», puntualizza il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ricordando che in questo caso sarebbe stata una decisione «assunta a meno di due anni» dall'ultimo voto.
Un «impegno gravoso» che cercherà di affrontare nei tempi «più rapidi possibile» e con «determinazione». È questo l'impegno che si è assunto il presidente del Senato Franco Marini dopo che il capo dello Stato Giorgio Napolitano gli ha conferito l'incarico di cercare una maggioranza per formare un governo che riformi la legge elettorale.«Ringrazio vivamente il presidente della Repubblica - ha detto - per la fiducia che con questa decisione ha voluto accordarmi. So bene che si tratta di un impegno non semplice, anzi gravoso perchè so che nelle attese dei nostri cittadini c'è una attenzione forte alla modifica della legge elettorale».
«Cercherò - ha aggiunto Marini - di stare in tempi i più brevi possibile perché capisco, come ci ha ricordato nella sua dichiarazione il presidente della Repubblica, che i tempi sono stretti».
«Naturalmente - ha concluso il presidente del Senato - essendo il lavoro come ho detto gravoso c'è bisogno di farlo seriamente, cercherò di trovare il punto di equilibrio tra queste due esigenze. Ci metterò in questo compito tutta la mia determinazione in questi giorni che ho di fronte». L'ipotesi di un incarico a Marini per un governo istituzionale in grado di modificare le regole di voto, del resto, era molto accreditata fin da martedì sera, dopo il faccia a faccia riservato tra lo stesso Marini e il vice premier dimissionario Massimo D'Alema, con il compito - evidentemente - di sgombrare il campo dalle ultime remore del presidente del Senato ad accettare la guida di un esecutivo a termine.
L'Ufficio stampa del Senato comunica che le consultazioni del Presidente del Senato Franco Marini avranno inizio giovedì 31 gennaio alle ore 16 a Palazzo Giustiniani.
«Io credo che ce la debba fare». Così Walter Veltroni, leader del Pd, intervistato dal Tg1 risponde quando gli viene chiesto se pensa che il presidente Marini ce la possa fare nell'incarico che gli è stato affidato
dal Capo dello Stato.
«A Marini diremo che ci sono due possibilità - continua Veltroni - o si fa un governo fino ad aprile del prossimo anno- spiega- che faccia le riforme istituzionali, oppure ai va al voto a giugno di quest'anno, ma facendo prima tre cose». Si dovrebbe secondo Veltroni, entro giungo «fare la riforma della legge elettorale, aumentare i salari sostenendo la produttività e riformare i costi della politica. Così - conclude Veltroni- si potrà andare a votare a giugno e gli italiani saranno in grado di scegliere da chi essere governati».
Il Presidente del Consiglio dimissionario Romano Prodi ha formulato, nell'incontro di Palazzo Chigi, i suoi auguri al Presidente incaricato Franco Marini garantendogli «il massimo sostegno».
Berlusconi chiude subito la porta. «Non c'è nessun margine per dialogare sulla legge elettorale». Così Silvio Berlusconi, al termine dell'incontro con il leader dell'Udsc, Pier Ferdinando Casini, risponde ai giornalisti che gli domandano se esistano o meno spazi di dialogo per fare la legge elettorale. Per Berlusconi: «Non si può perdere tempo, bisogna andare al voto».
Al termine di un incontro con Casini, Fi e Udc si sono detti concordi nel dar vita ad una legislatura costituente per realizzare le riforme. Il presidente di Fi Silvio Berlusconi e il leader dei centristi, Pier Ferdinando Casini, si legge in un comunicato, «sono d'accordo sul fatto che la prossima dovrà essere una legislatura costituente: si dovrà quindi, non solo migliorare la legge elettorale, ma anche il federalismo riequilibrare i rapporti tra governo e Parlamento, fra potere giudiziario e legislativo».
Lo stesso Casini in seguito ha commentato: «Certamente la missione di Marini è molto
difficile anche se di impossibile in assoluto non c'è nulla: i margini si sono assottigliati». «Credo che Napolitano abbia fatto il suo dovere - ha proseguito Casini - nessun capo dello Stato può sciogliere le Camere dopo solo un anno e mezzo. È stato doveroso da parte sua dare un incarico».
Casini tuttavia ha ribadito di essere «disponibile al tedesco ma «se pensate che il signor Casini voti con Diliberto, Pecoraro e il Prc vi sbagliate: non posso impazzire all'improvviso e passare come il peggiore dei trasformisti». Infine l'ex presidente della Camera ha ricordato che un'intesa sulla riforma elettorale non può prescindere da Forza Italia: «È stato Veltroni ad insegnarmi che la legge elettorale non si fa senza Berlusconi», ha detto sventolando l'articolo di un giornale di qualche settimana fa.
Il disegno di Napolitano piace alle forze sociali, a cominciare dal presidente della Confindustria Montezemolo per finire con il segretario della Cisl Bonanni. È gradito alla Conferenza Episcopale.
Il Pdci non voterà alcun governo istituzionale perchè fuori dal governo Prodi e dalla maggioranza di centrosinistra rimane soltanto il voto: parola di Manuela Palermi, capogruppo del Pdci al Senato. Capitolo a parte è quello dell'Udc. Pierferdinando Casini tra grandi slalom alla fine si è espresso contro qualsiasi «governicchio», riallineandosi agli altri leader della vecchia Casa delle Libertà in previsione di un possibile voto anticipato con relativa necessità di alleanza elettorale per ottenere il decisivo premio di maggioranza. Ma ha anche lasciato a Mario Baccini la responsabilità di lasciare una porta aperta alle forze cattoliche impegnate nel tentativo di coagulare la cosiddetta "Cosa bianca".
Savino Pezzotta con il suo Forum Famiglie ne è il portabandiera e ha naturalmente raccolto l'invito della Conferenza Episcopale - che non ha perso occasione di dare indicazioni politiche anche sulla crisi di governo - di fare prima la nuova legge elettorale.
Pubblicato il: 30.01.08
Modificato il: 30.01.08 alle ore 21.01
fonte: http://www.unita.it/view.asp?idContent=72520
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