I due senatori centristi, come annunciato, lanciano il nuovo soggetto politico
"Conseguenza del cambiamento di linea adottato da Casini in modo strumentale"
ROMA - La Rosa Bianca "prende il largo". L'aveva detto Bruno Tabacci il giorno prima che il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano conferisse l'incarico a Franco Marini. A ventiquattro ore di distanza l'ipotesi diventa soggetto politico. Lo stesso senatore Udc e il collega centrista, e vicepresidente del Sernato, Mario Baccini lasciano il partito. E annunciano, in una nota congiunta, la volontà "di costruire un'alternativa al Centro, al bipolarismo muscolare, per rispondere alle esigenze e alle aspettative di tanti cittadini delusi da questa politica". Una Rosa Bianca, "un fiore offerto alla speranza degli italiani". La "forma intermedia" di cui aveva parlato Savino Pezzotta e che, alla luce delle decisioni prese da Napolitano, apre nuovi scenari sul cammino che il presidente del Senato si prepara a percorrere.
"Una cosa inutile, di cui è inutile parlare", dice in serata Pier Ferdinando Casini. Mentre il leader dell'Udc parla a Porta a porta, i due parlamentari diffondono la nota. Puntano l'indice contro "il cambiamento di linea" adottato dal leader del partito "in modo assolutamente strumentale da novembre a oggi, in completo dissenso dal mandato congressuale, da lui e dal segretario Cesa". E manifestano l'esigenza di "trarne le conseguenze". La linea è quella del congresso 2007, fatta propria dall'85% del partito e sintetizzata all'epoca dallo stesso Cesa: "Superare questo bipolarismo malato, rafforzando l'area centrale e moderata del Paese che noi rappresentiamo certamente non da soli ma, spesso, più e meglio di altri".
Come il Pd di Walter Veltroni, la nuova formazione dovrebbe andare a battesimo lunedì a Torino. Dove a discutere di questione morale, "caste" e futuro del Paese saranno proprio Tabacci, Baccini, Pezzotta e Antonio Di Pietro. Quest'ultimo, ancora cauto. "Prima bisogna capire chi c'è e che cosa è - dice - a scatola chiusa non voto più niente, Italia dei valori è single, alle elezioni va da sola".
Ma Baccini, l'unico dei venti senatori centristi a non firmare il documento sulla crisi e sulla necessità di andare a elezioni anticipate, insiste: i tempi sono stretti per mettere a punto un programma insieme ma l'avvicinamento con Di Pietro c'è stato. "Parteciperemo alle prossime elezioni autonomamente. Intanto partiamo, speriamo che gli altri ci seguano".
Nel partito, l'uscita del vicepresidente del Senato era stata derubricata a una questione interna. Di fronte al primo smarcamento di Baccini, che si era dichiarato favorevole all'ipotesi di un governo guidato da Marini, Casini aveva sgombrato il terreno dagli equivoci: "La nostra posizione è lineare e condivisa dal 95% del partito", aveva detto, dopo che già Cesa aveva ribadito la linea "chiarissima" del partito.
(30 gennaio 2008)
fonte: http://www.repubblica.it/2008/01/sezioni/politica/crisi-governo-4/baccini-tabacci/baccini-tabacci.html
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6 commenti:
...a quando Andreotti presidente del Consiglio?? ... o forse De Mita??
Che schifo, durante i vuoti di potere, si insidiano sempre loro... gli uomini qualunque (nel senso dispregiativo), forti sostenitori dell'idea del compromesso e censori delle idee del cambiamento.
oddio... un altro partito? nooooooo
ussignur! la vedo male
"il sonno della ragione genera mostri"; ebbene, questo è accaduto anche in politica, dal 1993.Il cosiddetto bipolarismo è stato mutuato direttamente dalle tifoserie calcistiche, motivo per cui ogni pubblico consesso ricorda lo stadio...
Legge elettorale alla tedesca (quindi con la preferenza) e sbarramento (con i correttivi "grilliani"): solo in questo si bloccherà l'abuso perpetrato dalle segreterie di partito.Senza questo passaggio, come in una versione macabra del gioco dell'oca, si ritorna al punto di partenza.
Ergo, Tabacci e Baccini non sono affatto qualunquisti: hanno rinunciato alla poltrona sicura per un'idea (che potrebbe anche non giungere da nessuna parte): conoscete qualcuno disposto a farlo?
italico spaesati
Tempi di grandi manovre...
In tutta onestà, Baccini e Tabacci sono gli unici del centro-destra che mi hanno sempre fatto una buona impressione
Sono d'accordo, Franca.
A parte che non capisco questo accanimento contro partiti che si formano alla luce del sole e non all'ombra di elezioni di comodo: forse che quando c'era la DC quel mastodonte non era composto da trecentomila anime in lotta tra loro? Con continui ribaltini dovuti al voto di franchi tiratori? E al di là di questo c'erano comunque un sacco di partiti: PSI, PSDI, PLI, PRI etc etc... Eppure allora nessuno diceva nulla e si governava lo stesso, mi pare. Bene o male, non è questo il punto del contendere, dato che ognuno ha le proprie idee... Forse sono aumentati a dismisura gli interessi personali, forse nessuno più vuole aspettare il suo turno... ma anche avere due coalizioni contrapposte, in cui per poter governare devi continuamente fare concessioni alle parti (alla parte direi, alla luce di quest'ultima esperienza...) non mi sembra di gran vantaggio.
Ma perché non torniamo all'"una testa, un voto"? Altro che premio di maggioranza! :) Altro che sbarramento! E perché io non devo essere rappresentata??? Non è democratico.
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