"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

sabato 19 gennaio 2008

Campagna elettorale statunitense e dintorni

Mario Calabresi - da Repubblica

South Carolina: Nell'università covo della destra religiosa
"Quattro anni fa i valori erano la torta, oggi al massimo sono la ciliegina sulla panna", Jonathan Pait è il portavoce della Bob Jones University, la culla dei fondamentalisti cristiani, la platea dove un giovane George Bush nel 2000 celebrò la sua alleanza con la destra religiosa, l'ateneo da cui partì la campagna di veleni che distrusse le aspirazioni presidenziali di John McCain, il luogo simbolo della speranza di trasformare l'America in una nazione cristiana.
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Il campus è formato da palazzine basse di mattoncini gialli in stile anni Quaranta, nessuno fuma, non si possono bere alcolici, ascoltare musica rock, country o rap, tingersi i capelli o portare i pantaloncini corti. Le ragazze hanno tutte la gonna sotto il ginocchio, meglio se arriva alle caviglie. I 5000 studenti non possono andare al cinema, guardare dvd sul computer, giocare con videogames violenti o volgari, internet è filtrato e la luce si spegne tassativamente alle 11 ogni sera. Ma tutti sorridono e discutono ai tavolini della caffetteria, l'immagine dello studente con l'ipod nelle orecchie e la testa nel computer qui non va di moda. Anzi è proibita.
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L'università non sostiene candidati, l'unico a parlare qui oggi pomeriggio è Ron Paul, personaggio minore con idee libertarie e radicali. Per il resto lezioni, preghiera e una sorprendente assenza di politica. "Oggi i fondamentalisti - spiegano - sono scettici sul ruolo della politica, nel 2004 Bush voleva essere rieletto e costruì una campagna basata sui valori: il rifiuto dei matrimoni tra persone dello stesso sesso, dell'aborto e della ricerca sulle cellule staminali e così riuscì a creare una mobilitazione straordinaria. Oggi non se ne sente nemmeno più parlare, sono temi usciti dall'agenda". Cammini nel campus e nessuno ha remore a dirlo: nella presidenza di George Bush non è accaduto nulla di quanto era stato promesso, la gente era stata galvanizzata dall'idea che si potesse cambiare davvero, "ora c'è delusione: è diventato chiaro che era un gioco di potere".
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Anche oggi sono tornati a circolare i veleni, ma non vengono da queste aule: si sono convinti chi i politici "sono tutti uguali", meglio impegnarsi per cambiare gli individui nella società, continuare a formare migliaia di pastori per le chiese d'America.
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Nel piccolo museo di memorabilia vicino alla foto di Reagan c'è la pubblicità che l'università faceva sulla rivista Time nel 1967: "Sì, siamo quadrati", diceva lo slogan, "perché essere quadrati - conclude Jonathan Pait - è una dote nel mondo che rincorre affannosamente l'ultimo pettegolezzo su Britney Spears". Fox e Cnn qui non arrivano e nemmeno più i candidati, alla redenzione che passa per Washington non ci crede più nessuno.

fonte: cani sciolti

1 commento:

Franca ha detto...

Ma che posticino carino...