"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

sabato 19 gennaio 2008

Veltroni: «Il Pd correrà da solo» I piccoli: mina la maggioranza

Il leader Pd: riforme, serve Berlusconi



Il Pd balla da solo. È una mina vagante nella maggioranza la proposta lanciata dal segretario del Pd Walter Veltroni in un convegno a Orvieto. «Quale che sia il sistema elettorale, o il testo Bianco o il referendum o l'attuale legge elettorale – ha detto senza mezzi termini – voglio dire con chiarezza che il Pd si presenterà con le liste del Partito democratico. E se Forza Italia avesse il coraggio di fare altrettanto – invita Veltroni – sarebbe un enorme conquista per la democrazia italiana».


Non si può approvare la legge elettorale da soli, senza Berlusconi, afferma Veltroni. La questione è di principio: «O la Cdl che approvò da sola la legge elettorale – ha detto – o la strada giusta è il dialogo con le principali forze dell'opposizione» condito dall’annuncio che il Pd correrà da solo. È il colpo di grazia al dialogo nell’Unione?


Già nella mattina, Rifondazione si era schierata dalla parte di D’Alema. Dopo l’affondo del ministro degli Esteri al referendum sulla legge elettorale, il Prc aveva raccolto l’invito di D’Alema a non sprecare il lavoro fatto in Parlamento con la bozza Bianco. E chiedeva al Pd, per voce del capogruppo del Prc al Senato Giovanni Russo Spena, di non affossare quel testo che «è il frutto di una mediazione alta tra istanze ed esigenze diverse» solo per correre dietro ai quotidiani cambi di idea di Berlusconi che cerca solo «il modo migliore per far cadere Prodi».


Ma dopo l’annuncio di Veltroni, il Prc alza i toni. E il segretario Giordano manda a dire a Veltroni che sì, lo rispetta, ma se «sceglie di andare solo senza neanche un possibile confronto programmatico con le forze della sinistra per verificare un'ipotesi di possibile programma comune», non aiuta a «garantire l'attuale governo». E il diverbio con il Pd ricorda a Russo Spena che «al nuovo soggetto a sinistra va impressa la spinta propulsiva necessaria a renderlo in grado di una reale competizione con il Pd». Ma per farlo, serve «una legge elettorale in grado di produrre democraticamente la diversità, non di annullarla».


Rifondazione comunque non è sola: i piccoli dell’Unione si scatenano alla notizia che il Pd vuole correre da solo. «Gli facciamo tanti auguri – ironizza il capogruppo dei Verdi alla Camera, Angelo Monelli – ma ci pare che non sia d'aiuto al governo Prodi». Meno ironico il socialista Roberto Villetti che «ha l'impressione che Veltroni sia molto più preoccupato di far vincere il Pd all'interno del centrosinistra contro i suoi stessi alleati che non nel paese». Ma anche Rosi Bindi, che “piccola” non è, è furibonda con il suo segretario: «Ma ci volete interpellare? - è sbottata – Prima ci si è messi d'accordo con Berlusconi, poi si è convocata la coalizione... Mi domando quando si convocherà il partito! Si convochi l'assemblea costituente, si discuta, si decida e noi saremo come sempre i più disciplinati. Ma è difficile – ha ammesso – richiamarci al senso di responsabilità senza avere potuto partecipare alle scelte; anzi, avendole imparate dalle conferenze stampa».


Veltroni risponde al volo: «Il Pd non è una minaccia per il governo: quello che si deve fare si deve cercare di farlo con questo Parlamento – spiega a proposito delle riforme – e dunque tenendo conto del fatto che esiste un governo e che è nostro interesse e nostro obiettivo consentire che vada avanti».


Pubblicato il: 19.01.08
Modificato il: 19.01.08 alle ore 17.52

fonte: http://www.unita.it/view.asp?idContent=72232

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1 commento:

Franca ha detto...

Accettare il rischio di perdere per creare coalizioni simili mi sta bene, ma tra il dire e il fare...