"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

lunedì 28 gennaio 2008

Libano: torna lo spettro della guerra civile



2008-01-28 h.19:00

di Stefano Poscia

BEIRUT - Lo spettro della guerra civile è tornato a incombere sul Libano dove, all'indomani degli scontri tra soldati e dimostranti che hanno provocato nove morti a Beirut, il movimento sciita Hezbollah ha intimato al comando dell'esercito di "scoprire l'identità della parte criminale che ha assassinato cittadini innocenti".

In una Beirut semideserta per il lutto nazionale proclamato dal premier Fuad Siniora e massicciamente presidiata dall' esercito, alla periferia sud si sono intanto svolti senza incidenti i funerali dei cinque tra militanti di Hezbollah e dell'altro movimento sciita Amal uccisi negli scontri di ieri nel quartiere di Shiyah. Su espressa indicazione di Hezbollah e Amal, i funerali dei militanti uccisi si sono svolti separatamente, per evitare il grande concentramento di folla - con i rischi connessi - che si sarebbe verificato in caso di cerimonia funebre congiunta. Ma a nome dell'opposizione, Hezbollah ha fatto sapere di considerare il governo della maggioranza parlamentare antisiriana "responsabile per ogni goccia di sangue versata" e ha sollecitato il comandante in capo dell'esercito, generale Michel Suleiman, a fare piena luce sugli scontri di ieri.

"Coloro che sono morti come martiri o sono rimasti feriti sono stati colpiti dai proiettili dell'esercito? E, se sì, chi ha ordinato ai soldati di sparare?", ha chiesto Hezbollah. "Oppure c'era qualcun altro, e chi era e per conto di chi ha agito ?", ha proseguito il movimento sciita, alludendo alle testimonianze secondo cui, a sparare contro i dimostranti sciiti a Shiyah, sarebbero stati "cecchini" appostati sul tetto di un palazzo nel confinante quartiere cristiano di Ain al-Rummaneh.

"Ogni insabbiamento sarebbe una minaccia alla stabilità e alla pace civile nel paese", ha ammonito Hezbollah. Parole pesanti, se si tiene conto che - proprio nella zona degli scontri di ieri a Beirut - una sparatoria contro un bus di rifugiati palestinesi aveva innescato nell'aprile 1975 la guerra civile in Libano conclusasi solo nel 1990. E sempre nella stessa turbolenta zona, dove durante la guerra civile correva la 'linea verde' che separava le zone cristiana e musulmana di Beirut, facinorosi provenienti da Shiyah hanno lanciato ieri notte ad Ain al-Rummaneh una bomba a mano, provocando sette feriti. Un motivo di preoccupazione in più per il comandante dell' esercito Suleiman, che ha incontrato oggi il presidente del Parlamento, nonché leader di Amal, Nabih Berri. Il contenuto del colloquio tra Suleiman e Berri non è stato reso noto, ma a Beirut sono in molti a temere che gli scontri di ieri tra esercito e dimostranti possano provocare un contraccolpo negativo sulla candidatura finora "consensuale" di Suleiman alla presidenza della Repubblica, vacante da più di due mesi.

"Manipolare le piazze ha conseguenze pericolose e può portare il paese fuori controllo, a meno che non sia proprio questo ciò che si cerca", ha commentanto il leader druso antisiriano Walid Jumblatt.

fonte: http://www.ansa.it/opencms/export/site/notizie/rubriche/daassociare/visualizza_new.html_10493941.html

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1 commento:

Franca ha detto...

E la pace si allontana ancora...