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mercoledì 16 gennaio 2008

Legge elettorale: "Via libera a tutti e tre i quesiti referendari"


esempio di referendum
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Raggiante Mariotto Segni: "Godiamoci la giornata..."

Roma, 16 gennaio 2008 - La Corte Costituzionale ha dichiarato ammissibili i tre quesiti referendari in materia di legge elettorale.


In un comunicato stampa di poche righe, l'annuncio dell'ammissibilità da parte dei 14 giudici della Consulta dei quesiti referendari proposti dal Comitato presieduto da Giovanni Guzzetta: "La Corte costituzionale ha dichiarato ammissibili le tre richieste di referendum abrogativo aventi ad oggetto alcune norme del dpr 30 marzo 1957, n.361 (Approvazione del testo unico delle leggi recanti norme per la elezione della Camera dei deputati) e del decreto legislativo 20 dicembre 1993, n.533 (Testo unico delle leggi recanti norme per l'elezione del Senato della Repubblica)".

"Le sentenze saranno depositate entro i termini previsti dalla legge", si aggiunge nella nota della Corte costituzionale.

"Godiamoci la giornata...". È raggiante Mariotto Segni nel commentare il sì della Consulta sui quesiti refrendari. "Si va veloci al referendum", è il suo grido di gioia. Alle 18 il comitato referendario terrà una conferenza stampa.

"Le valutazioni le faremo nei prossimi giorni, quel che è certo è che ora i politici prenderanno atto che dovranno confrontarsi con il referendum...", conclude Segni.


PARISI: BASTA TEMPO DEGLI IMBROGLI

''Il tempo e le soluzioni pasticciate e dei tentativi di imbrogliarsi a vicenda e' scaduto. La Corte ha deciso per noi''. Cosi' il ministro della Difesa Arturo Parisi commenta il via libera ai referendum elettorali da parte della Consulta.
''Ora la distinzione - spiega Parisi - e' tra quelli che vogliono che siano i cittadini a decidere, e quelli che lavorano contro la democrazia dei cittadini e per il ritorno della democrazia della delega. Ora l'alternativa e se stare dalla parte di chi crede che ai cittadini debba essere consentito di scegliere chi guidera' il governo e la linea programmatica come hanno iniziato a fare dal 94 o stare dalla parte di chi, come abbiamo visto ieri con la bozza Bianco, ritiene viceversa che sia bene tornare al passato e che i cittadini debbano limitarsi a scegliere i loro rappresentanti e a delegare ad essi come fare e disfare ogni dieci mesi i governi come al bel tempo antico''.

Per il ministro, ''i riformatori sono con chi vuole andare avanti, i conservatori sono con quelli che vogliono tornare al passato. I referendari che conoscono le attese degli italiani sono con gli italiani''.


COSA SUCCEDE SE VINCONO I SI'

Premio di maggioranza solo per la singola lista che abbia ottenuto il maggior numero di seggi, e non alla coalizione di liste come avviene con le norme elettorali attualmente in vigore, e abolizione delle candidature multiple.
Sarebbero questi gli effetti sul meccanismo di elezione di Camera e Senato se dovessero prevalere i si' alla consultazione referendaria promossa da Mario Segni e Giuseppe Guzzetta.

Ecco, in dettaglio, cosa prevedono i quesiti referendari:

PREMIO DI MAGGIORANZA - Secondo l'attuale legge elettorale a beneficiarie del premio di maggioranza possono essere alternativamente liste o coalizioni di liste. I quesiti, invece, propongono di abrogare la disciplina che permette il collegamento tra liste. Se vincono i si', il premio di maggioranza verrebbe attribuito solo alla lista singola (e non piu' alla coalizione di liste) che abbia ottenuto il maggior numero di seggi. Ne risulterebbe un sistema elettorale che spingerebbe i partiti a puntare alla costruzione di un unico raggruppamento, incentivando una significativa ristrutturazione del sistema partitico. 'Si aprirebbe, per l'Italia, una prospettiva tendenzialmente bipartitica', spiegano i promotori.

Le attuali leggi elettorali di Camera e Senato prevedono un sistema proporzionale con premio di maggioranza. Tale premio e' attribuito su base nazionale alla Camera e su base regionale al Senato ed e' attribuito alla singola lista o alla coalizione di liste che ottiene il maggior numero di voti. Il fatto che sia consentito alle liste di coalizzarsi per ottenere il premio ha fatto si' che, alle ultime elezioni, spiegano i promotori del referendum, si siano formate "due grandi coalizioni composte di numerosi partiti al proprio interno. E la frammentazione e' notevolmente aumentata".

Abrogando la norma sulle coalizioni, inoltre, verrebbero anche innalzate le soglie di sbarramento. Per ottenere rappresentanza parlamentare, cioe', le liste dovrebbero comunque raggiungere un consenso del 4 % alla Camera e dell'8 % al Senato. La lista piu' votata ottiene il premio che le assicura la maggioranza dei seggi in palio, le liste minori ottengono comunque una rappresentanza adeguata, purche' superino lo sbarramento.

CANDIDATURE MULTIPLE - Il terzo quesito vuole eliminare la possibilita' di essere candidato (e quindi eletto) in piu' circoscrizioni sia alla Camera che al Senato. 'Il 'plurieletto'- affermano i promotori- e' signore del destino di tutti gli altri candidati la cui elezione dipende dalla propria opzione'. L'attuale sistema, infatti, prevede che ci si possa candidare e venire eletti in piu' zone d'Italia (lo fanno soprattutto leader e principali esponenti dei partiti) avendo poi la facolta' di scegliere in quale zona accettare l'elezione ('opzione') e, di conseguenza, far eleggere i candidati presenti in lista dietro di loro.

Oggi la possibilita' di candidature in piu' circoscrizioni (anche tutte) conferisce, sottolineano i promotori del referendum, "un enorme potere al candidato eletto in piu' luoghi. Nell'attuale legislatura, questo fenomeno, di dimensioni veramente patologiche, coinvolge circa un terzo dei parlamentari che vengono scelti dopo le elezioni da chi gia' e' stato eletto e diventano parlamentari 'per grazia ricevuta'. Un esempio macroscopico di cooptazione".

SCHEDA, Chi è Guzzetta, il prof referendum


fonte: http://qn.quotidiano.net/2008/01/16/59780-legge_elettorale_libera.shtml

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