"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

mercoledì 2 gennaio 2008

Aborto, il ministro Turco: «Sì alla discussione, no a modifiche alla legge»


La "cardinala" Paola Binetti (by Bradipo), opusdeista esponente della Margherita
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2 gennaio 2008


«Legge inapplicata? No, è una legge applicatissima. Ridiscutere dell'aborto? Dibattito pubblico sì ma nessuna modifica della legge 194». Così il Ministro della Salute Livia Turco ribadisce che primario l'obietttivo della legge: «tutela sociale della maternità e della prevenzione dell'aborto attraverso la rete dei consultori familiari». «La nostra legge sull'interruzione volontaria di gravidanza - precisa - ha fatto sì che dal 1982 ad oggi gli aborti si siano praticamente dimezzati riducendosi del 45% e sia stato cancellato l'aborto clandestino e la conseguente altissima mortalità materna. La tutela sociale della maternità, ha spiegato il ministro, verrà inoltre perseguita nell'ambito delle politiche di tutela della salute delle donne per le quali «abbiamo già vincolato 10 milioni di euro nel fondo sanitario 2007 e stanziato specifici fondi nell'ambito degli interventi per la riorganizzazione dei consultori previsti dalla precedente finanziaria d'intesa con il Ministero della Famiglia».

Nell'ambito del dibattito sulla legge 194 , il Cardinale Vicario di Roma, Camillo Ruini, è tornato a «chiedere una moratoria per stimolare, risvegliare le coscienze di tutti» su quella che «é inevitabilmente la soppressione di un essere umano». Pochi giorni prima Giuliano Ferrara dal Foglio ha lanciato un richiamo alla politica italiana ad «applicare integralmente la legge sull'aborto», anche «in quelle parti che davvero possono essere in difesa della vita». A trent'anni ormai dalla legge, secondo Ferrara, bisognerebbe «aggiornarla al progresso scientifico». E il coordinatore di Forza Italia, Sandro Bondi ha annunciato di aver presentato una mozione parlamentare, a titolo personale, per l'istituzione di linee guida sulla legge 194.

Plaude la senatrice teodem del Pd, Paola Binetti e che si dice pronta a sostenere la mozione di Bondi, senza temere le critiche del suo partito o l'eventuale apertura di un nuovo fronte interno alla maggioranza. Per la Binetti la mozione del coordinatore di Fi «è un grande passo nella direzione giusta , cioè la difesa della dignità della persona e del valore sacro della vita». «La 194 -aggiunge- è datata, ha trent'anni» e per rivedere le linee guida della legge si dice «disposta a dare il mio contributo alla formazione di una maggioranza trasversale».

Da Forza Italia, Benedetto Della Vedova plaude alla prudenza di Bondi, che ha scelto di presentare la proposta a titolo personale. «È necessario che lo schieramento di centrodestra e ancor più il Popolo delle Libertà - sottolinea Della Vedova - non corra il rischio di divenire e neppure di sembrare un partito confessionale: sarebbe un errore sul piano politico ed elettorale».

Dall'Udc Rocco Buttiglione annuncia l'appoggio del suo partito «con forza» alla richiesta di una moratoria sull'aborto lanciata dal Cardinale Ruini. E aggiunge: «il nostro partito è sempre stato all'avanguardia nella lotta in difesa della vita».
Dalla Lega, Roberto Calderoli considera «condivisibile la proposta del cardinal Ruini di rivedere la legge 194, ma successivamente, non ora, non con questo questo governo, non con questa maggioranza, che hanno già ampiamente dimostrato di non voler tutelare la vita e la famiglia».

Per Pino Sgobio, capogruppo dei Comunisti italiani l'iniziativa di Bondi è una «nuova crociata medievale» e «la 194 è una buona legge: tutelarla è una questione di civilta».

Marco Cappato dei Radicali chiarisce: «per noi la legge sull'aborto non è nè un totem nè un tabù». E «verificare l'impatto del progresso tecnologico sul rispetto della legge è opera utile e doverosa». Marina Sereni, capogruppo del Pd alla Camera sottolinea: «compito della politica è aggiornare la legge ai tempi, partendo però dalla difesa delle ragioni che hanno portato il Parlamento italiano ad approvare quelle norme e tutti i cittadini a difenderla con con un referendum». E si augura che «l'iniziativa a titolo personale dell'onorevole Bondi, che sa tanto di speculazione politica, resti assolutamente tale».

fonte: http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Italia/2008/01/BondiBinetti.shtml?uuid=00b366f8-b932-11dc-a88f-00000e25108c&DocRulesView=Libero

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11 commenti:

elena ha detto...

Qualcuno riesce a chiarirmi questo dubbio fastidioso, che da un po' mi trapana il cervello? Grazie...
Dunque: facciamo un referendum contro il finanziamento pubblico dei partiti - e ancora gli paghiamo i giornali.
Facciamo un referendum contro il nucleare - e mò ci ripropinano la necessità di costruire centrali.
Facciamo un referendum sul divorzio - e ancora ci parlano della famiglia come unica base sociale ed etica.
Facciamo un referendum sull'aborto - e adesso lo vogliono contrabbandare come parte della moratoria sulla pena di morte... notevole poi che per la maggior parte siano gli uomini a dire che l'aborto è usato come mezzo anticoncezionale (ma da chi? Hanno mai abortito, loro? Sanno cosa vuol dire, sia in termini di sofferenza fisica che morale? Non credo proprio... mi ricorda tanto un ginecologo che ho abbandonato quando mi è venuto a vantare i vantaggi - per lui ovviamente - del cesareo sul parto naturale... io il cesareo l'ho fatto, non per scelta ma per obbligo, e non è stata una passeggiata. Anzi. Preferirei farmi un altro intervento ad una gamba, che rifare un parto così!)
Insomma: che andiamo a votare a fare, se poi questi fanno quello che pare a loro senza nemmeno considerare come si sono espressi i loro elettori? Ma che se ne tornino a casa, tutti i politici PDS (sempre Pro Domo Sua, sia chiaro...)!

Anonimo ha detto...

Hai visto Elena? Finalmente ti è venuto fuori il "tutti a casa".
Ma cosa vuol dire Pro Domo Sua??

elena ha detto...

Ennò, caro fratello! Sei sempre il solito ottimista... io sono più pervicace di quanto tu possa immaginare. Infatti, non ho scritto "tutti a casa", bensì "se ne tornino a casa, tutti i politici PDS" intendendo che non tutti sono PDS e quindi qualcuno può rimanere - che invece guarda caso sono quasi sempre i primi a volersene andare per "scarsa incisività sulla vita parlamentare", come dire che si rendono conto di avere le mani legate dai politici PDS e ci restano male perché sono degli ingenui illusi idealisti come noi. Solo che, se se ne vanno a casa loro, restano gli altri... e avranno vinto. PUAH!
PDS, cioè Pro Domo Sua, significa letteralmente "a favore della sua casa" e quindi, in senso lato, per i propri interessi, sporchi comodi suoi, affaracci loro o come lo vuoi aggiustare. Chiaro adesso? :)
Suerte!

Anonimo ha detto...

Chiaro sister.

Franca ha detto...

La 194 va difesa ad oltranza.
Siano pure incentivati tutti i meccanismi a favore della maternità e siano fatti lavorare decentemente i consultori, ma la legge non va toccata.
Se si ritiene che il limite delle 23 settimane alla luce del progresso scientifico sia troppo elevato, si proceda con le interruzioni in tempi più precoci.
Io conosco situazioni in cui si va apposta a posticipare l'intervento per creare disagio psicologico alla donna.
Un'ultima considerazione: nelle strutture pubbliche non dovrebbero operare medici obiettori di coscienza. Se vogliono lavorarci rispettino le leggi dello Stato altrimenti ci sono tante strutture private...

Anonimo ha detto...

Lo Stato sono pure io Franca, lo sono pure i medici obiettori.
E se qualcuno regolarmente iscritto alle liste elettorali del nostro Paese, crede di dover lottare contro la 194 ad oltranza perchè ritenuta "sbagliata", questo diritto non gli deve essere tolto.

elena ha detto...

Edgar: poniamo che tu sia una donna (perché da uomo certi discorso sono più difficili in quanto sempre per "sentito dire" e non per vissuto sulla propria pelle).
Tu sei contraria alla 194 e all'aborto in generale? Nessuno ti obbliga a praticarlo o subirlo. Ma se io invece - che pure non sono d'accordo con l'aborto come mezzo anticoncezionale, ma del resto chi, sano di mente, lo è? - mi trovo nella condizione di doverlo scegliere, lo DEVO poter fare. Il mio diritto non incide sul tuo. Tutto qui. Tu sei libera di scegliere, MA IO PURE. E che un medico faccia l'obiettore in ospedale per poi praticare l'aborto in una struttura privata - come già successo - non è libertà di scelta: è interesse privato. A voler essere gentili. Ciao brother! :)

Anonimo ha detto...

Brava Elena! Sei stata molto chiara per me (l'hai presa da una giusta prospettiva credo).
Ora resta, però, solo il "problema" morale e cioè quello per cui ci sono numerosissimi dibattiti tra gli individui e la politica.
Mi spiego: siamo tutti colpevoli di omicidio se una donna violentata (per fare il solito esempio scontato) resta incinta ed in seguito decide di abortire?
Dove e quando comincia la vita dell'essere vivente nel grembo materno? Io non lo so, ho seguito qualcosa, ma sinceramente è complesso.

elena ha detto...

Vedi, Edgar, se vivessimo nel migliore dei mondi possibili il problema non si porrebbe: la donna non verrebbe violentata e non resterebbe incinta contro la sua volontà. Purtroppo viviamo qui ed ora. Per come la vedo io, obbligarla a partorire non è "la soluzione". Perché potrebbe anche arrivare ad odiare quel figlio di una violenza ed obbligarlo ad una vita senza amore (il che non mi sembra una bella tutela dei diritti del nascituro). Certo potrebbe anche abbandonarlo in un orfanatrofio in attesa di adozione. Ma siamo sempre lì: quanto amore riceverebbe questo bimbo, prima (ammesso che sia uno dei fortunati, perché non dimentichiamo che anche le adozioni a volte sono un business) di trovare una famiglia che lo ami e lo cresca come tutti i bambini dovrebbero poter crescere? Allora la domanda potrebbe diventare: che diritto abbiamo noi di costringere un bambino destinato all'infelicità a venire al mondo? Poi ovviamente la felicità è un concetto soggettivo... ma una vita senza amore è vita? Mi pare che questa discussione l'abbiamo già fatta. L'unica conclusione possibile, per me ed ora, è sperare ed agire perché nessuna donna, per nessun motivo, debba trovarsi a scegliere l'aborto. Ma per chi ci è costretta, che lo possa fare in salute e sicurezza. E' poco e non basta... ma è qualcosa. Alla faccia di quelli che sanno sempre cos'è meglio per tutti.

elena ha detto...

Dal blog di Antonio Di Pietro
http://www.antoniodipietro.com/2008/01/legge_194_discussioni_inutili.html

"La revisione della legge 194 sull’aborto e' uno dei principali dibattiti politici di inizio 2008. Per me la donna non dovrebbe ricorrere all’aborto, ma non pretendo che le mie scelte prevalgano sulle decisioni di altre persone.

Ritengo che la legge 194, pur con le sue imperfezioni come succede del resto per tutte le leggi, non debba essere modificata, non ne vedo i presupposti. La legge 194 ha funzionato, su questo non credo che ci siano dubbi, e ha tutelato la libertà di migliaia di donne di essere padrone della loro vita. Il dibattito attuale ha due aspetti che mi disturbano come cittadino e come politico. Il primo è che una discussione sui diritti civili sia influenzata, e forse indirizzata, dalla religione. Il secondo è che con tutti i problemi irrisolti che ha il Paese, e ce sono migliaia, si dibatta (e si perda tempo prezioso) su una legge che funziona, approvata dagli italiani attraverso un referendum. L’immagine che la classe politica, ancora una volta, trasmette è di vivere in un mondo a parte, isolata, lontana dagli italiani e dalle loro aspettative."
Questa volta sono d'accordo con lui.

Anonimo ha detto...

Anch'io voglio concordare, perchè ne vedo, anche attraverso la spiegazione di Elena, buoni presupposti per farla restare in vigore (la mia risposta a Franca voleva essere una "provocazione" contro l'unilaterità di pensiero).
Quindi concordo con A. Di Pietro ed Elena, ma... per un "talebano" come me... la religione non è divisa dalle scelte politiche, ma vi è dentro, intrisa nelle mie scelte quotidiane (dove "religione" sta nel suo più alto significato).
Diversamente, infatti, non accetto anzi condanno, gli "indirizzamenti" di religiosi di qualsivoglia estrazione, affinchè siano rettificate leggi secondo una fredda morale religiosa (dove "religiosa" sta nel suo più basso significato).
Spero di essere stato chiaro come Ele.
Bye.


P.S.: non accetto neanche "indirizzamenti" ateicisti di qualsiasi estrazione.
Quindi, viva la democrazia e la saggezza... e più di tutti, l'amore (ma guarda un pò che romanticone che sono oggi!).