"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

lunedì 14 gennaio 2008

Metalmeccanici, salta la trattativa "Offerta truccata. Nuovi scioperi"

Federmeccanica aveva fatto una proposta finale: "120 euro di aumenti in due anni"
Fiom e Fim: "Passo indietro, impossibile trattare. Andiamo al ministero"


Scogli anche sull'orario di lavoro e sulla parificazione operai-impiegati
Il ministro Amato: "Non è giusto che sia sempre Cipputi a pagare"

Il corteo di venerdì a Torino


ROMA - "Trattativa finita, su questo testo è impossibile trovare l'accordo. Andiamo al ministero. Ci saranno nuovi scioperi". La dichiaraziione di guerra arriva intorno alle 19 ed è pronunciata dal segretario della Fiom, Gianni Rinaldini. Significa la rottura di ogni tipo di trattativa sul rinnovo dei contratti per i metalmeccanici. Lo stop arriva alla fine di una giornata zeppa di stop and go, accelerazioni e brusche frenate. Sullo sfondo scioperi spontanei in tutta Italia e tensione alle stelle. Ma la Uilm annuncia di voler proseguire il negoziato - a differenza di Fiom e Fim - e il segretario generale, Antonino Regazzi, chiederà alle altre organizzazioni sindacali di riprendere la trattativa con Federmeccanica.

Un paio d'ore prima dello stop, era stata Federmeccanica a fare l'ultimo rilancio: 120 euro al mese in più in busta paga a partire dal 1 gennaio 2008 e fino al 31 dicembre 2009, per due anni quindi. Lo aveva annunciato il presidente dell'organizzazione Massimo Calearo precisando che l'offerta prevede anche una "una tantum" di 250 euro e 230 euro annui come elemento perequativo.

L'offerta - "una proposta finale su cui ci sono pochissimi margini di trattativa" aveva precisato Calearo - è stata presentata e discussa nel pomeriggio anche con i rappresentanti delle aziende in un incontro ristretto. Se i sindacati diranno no, aveva avvisato Calearo, "non escludiamo di ricorrere in estrema ratio ad una nostra elargizione unilaterale". Il presidente di Federmeccanica avrebbe dovuto riunire domani il direttivo dell'organizzazione per esaminare l'esito dell'accoglimento della proposta da parte dei sindacati.

Ma non c'è stato bisogno di arrivare fino a domani. Fiom e Fim sono stati subito molto critici. Per Rinaldini la proposta è "un passo indietro": "Non ci siamo, questa è una proposta totalmente distante da un'ipotesi di accordo". Giorgio Caprioli, segretario della Fim, l'aveva definita "un'offerta difficile da accettare" immaginando "un negoziato che resta in salita".

Poi il muro contro muro. Fiom, Fim e Uilm, dopo una breve riunione, hanno bollato l'offerta come "truccata" perché "vecchia. Parlano di 120 euro ma l'aumento è spalmato su 30 mesi che rapportato a 24 mesi è pari ai 100 euro inizialmente offerti" ha commentato per tutti il leader della Fiom, Gianni Rinaldini, che aggiunge: "e poi è stata presentata come una proposta ultimativa. E se è ultimativa non è accettabile". Per Fim, Fiom e Uilm inoltre, c'è un "arretramento" rispetto all'offerta sulla parificazione operai-impiegati: i nuovi assunti, infatti, non potranno più godere di 5 giorni di ferie dopo i 18 anni ma solo di tre giorni. Una modifica che si ripercuoterà in negativo anche sugli impiegati.

Ma il nodo più grande è sull'orario di lavoro. "Siamo di fronte al fatto che a fronte di quello che per noi sono solo 100 euro di aumento Federmeccanica chiede due sabati obbligatori in più e l'utilizzo di due permessi annui retribuiti di cui le aziende possono disporre. Ci vuole un limite" aggiunge il leader delle tute blu della Cgil. "Pensare che in una situazione come quella dei meccanici, sotto gli occhi del Paese, a fronte di 100 euro si possa chiedere un'operazione di questa natura... La cosa si commenta da sè".

Intanto in tutta Italia, dal Piemonte alla Sicilia, i lavoratori hanno attuato scioperi spontanei nelle fabbriche. A Trieste, sulla A4 Trieste-Venezia è stato anche attuato un blocco stradale per circa 20 minuti. E nel pomeriggio gli operai della raffineria di Milazzo hanno bloccato la bretella del raccordo autostradale che porta nell'area industriale.

A rendere difficile il raggiungimento di un accordo non ci sono solo le differenti posizioni sugli aumenti retributivi, ma anche varie questioni normative, a cominciare da quella del precariato e dei contratti di lavoro interinale.

Le proposte avanzate ieri da Fiom, Fim e Uilm riguardavano sia il metodo che il merito del confronto. In particolare sul mercato del lavoro i sindacati hanno sostenuto che non possa essere superato il tetto dei 36 mesi per i contratti a termine per i contratti interinali; e, a Federmeccanica che chiede la possibilità di contrattare anche la proroga prevista per legge, il sindacato ha risposto che, in questo caso le aziende devono accettare anche la contrattazione di una quota massima di contratti a termine in ogni azienda, come previsto dal protocollo del Welfare.

Nella proposta del sindacato c'è anche la possibilità di cumulare i contratti a termine con quelli interinali: in questo caso il tetto massimo dopo il quale si dovrebbe passare ad una stabilizzazione del rapporto di lavoro dovrebbe essere di 42 mesi. In precedenza il sindacato aveva chiesto di non superare, anche in questo caso, i 36 mesi mentre Federmeccanica chiedeva un tetto di 48 mesi.

A fianco dei metalmeccanici si sono schierati anche il ministro dell'Interno Amato e il segretario del Prc, Franco Giordano. "Noi chiediamo che ci sia lo sblocco dei contratti e in questa vicenda il governo deve svolgere un ruolo attivo e non equidistante tra il lavoro e l'impresa", ha affermato Giordano annunciando la preparazione di "una grande assemblea a Torino per discutere della condizione operaia. Una condizione diventata insostenibile".

"Sono solidale con il mondo del lavoro metalmeccanico - ha detto Amato - Gira, gira, il problema della produttività lo paga sempre Cipputi (l'operaio nato dalla penna di Altan, ndr). Non voglio incoraggiare Cipputi a ignorare il problema della produttività, ma finisce che è lui che paga le infrastrutture che non ci sono, le discariche che mancano, i processi che durano 10 anni. Tutti costi che alla fine gravano sui costi delle imprese che poi dicono a Cipputi: 'pagali tu'".

(14 gennaio 2008)

fonte: http://www.repubblica.it/2007/10/sezioni/economia/metalmeccanici-contratto/scioperi-spontanei/scioperi-spontanei.html

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1 commento:

Franca ha detto...

Ma la UIL tratta...