Bene, al di là della vignetta (che è mia) che vuol essere ironica e basta, assistere all'ignobile gazzarra mediatica di queste ultime ore è abbastanza nauseante.. Levate di scudi da tutto il centrodestra che, ancora una volta, perde l'occasione per starsene zitto, e servili 'servizi' (servizietti?) di pennucoli rai e dintorni che propinano informazioni molto, ma molto 'maneggiate' ad usum delphini..
Un servizio del tg2 ha persino sostenuto che sia stata la stessa Sapienza ad impedire al Papa il suo intervento previsto per giovedì. Il che è assolutamente falso. Docenti (non tutti) e studenti (non tutti) hanno elevato la loro vibrata protesta per il previsto intervento papale: e questo era nel loro diritto. La Curia vaticana ha annusato il vento e, dopo alcune manovre dilatorie, hanno poi comunicato il 'forfait'.
Che c'è di scandaloso?
L'Università La Sapienza di Roma è una università laica. Che poi sia stata fondata da un predecessore (lontano) di Benedetto nulla aggiunge all'attuale status. Il Papa poteva intervenire o meno, a seguito dell'invito del Rettore.
Come sempre se ne fa una questione politica all'unico scopo di preparare il terreno all'imminente (lo spera la destra) tenzone elettorale, starnazzando con toni beceri e inappropriati. Di pensieri manco a parlarne. Anche perché, nella destra, di maître a penser attualmente non se ne vede manco l'ombra..
In fondo, poi, cosa aveva detto il Papa (oggetto della contestazione)? Che il processo a Galilei era stato un processo 'giusto', e che si doveva fare.
Contento lui..
mauro
...
Una vittoria laica
15 Gennaio 2008
Ha avuto più buon senso Benedetto XVI, rinunciando alla sua visita alla Sapienza, di coloro, come Veltroni e Mussi (per non parlare del rettore), che si erano accodati all’iniziativa senza nulla eccepire. La presenza di un’autorità ecclesiastica (anzi, del leader infallibile di una delle confessioni religiose più potenti al mondo) all’inaugurazione di un anno accademico era indubbiamente «incongrua», come l’hanno definita i docenti che avevano chiesto di annullarla. L’escamotage con cui era stata architettata la presenza del papa era già, di per sé, un buon motivo per dubitare dei contenuti culturali della sua visita: ma ciò non significa che si volesse tappare la bocca al papa!
Anzi, invitiamo il papa a tenerla ancora, la sua ‘lezione’, purché alla fine faccia come ogni buon professore, chiedendo ai presenti «se ci sono domande»: e di domande da fargli ce ne sarebbero veramente tante. Partendo magari da quella difesa del processo inquisitoriale contro Galileo che Ratzinger, già responsabile del Sant’Uffizio, farebbe meglio a smentire, se solo non collidesse con la sua pretesa infallibilità, ex cathedra o de facto che sia non cambia: pare che nessuno abbia più il coraggio o la possibilità di criticarlo.
Proprio per questo, l’UAAR esprime ancora una volta la propria solidarietà ai docenti della Sapienza che hanno saputo rompere questo muro d’omertà, che hanno saputo cogliere il pontefice in palese contraddizione con i fini istituzionali di uno spazio laico di cultura e scienza, quale sempre dovrebbe essere un’università. Alla base rimane la solita domanda: è possibile un confronto con chi si ritiene infallibile?
Anche in questa occasione il papa non ha avuto il coraggio di confrontarsi con i suoi contraddittori, per quanto fosse stato loro imposto di restarsene a debita distanza. Non è un caso che si sia addirittura cercato di impedire la manifestazione del dissenso: non è un caso che l’UAAR non sia stata nemmeno autorizzata a manifestare. Un’università passabilmente laica avrebbe quantomeno dovuto autorizzare l’organizzazione di eventi culturali contestuali all’intervento di Benedetto XVI: ci sarebbe piaciuto ascoltare una lezione di laicità mentre, nello stesso luogo e nello stesso momento, ma in un’aula più prestigiosa, l’ateneo trasmetteva un messaggio inequivocabilmente di parte. Tutto ciò non è stato possibile: forse per la malcelata intenzione di presentare i laici come vecchi tromboni e giovani bamboccioni esagitati.
Ci ha sfavorevolmente impressionato osservare, negli ultimi giorni, la crescente militarizzazione dell’ateneo. In un clima sempre più esasperato, e a costo di passare per gli ultimi mohicani dello stato di diritto, riteniamo che sia doveroso ribadire che l’Italia è uno stato laico e che ha una costituzione che contempla la libertà di espressione e il diritto di manifestare. Giovedì la democrazia sarebbe stata momentaneamente sospesa, dentro e intorno la Sapienza: oggi possiamo invece festeggiare una vittoria dell’Italia laica, quella che emerge vigorosa dai sondaggi ma che non riesce a farsi sentire nei palazzi del potere. Da questo punto di vista, non possiamo non riconoscere che il papa ha dimostrato di avere orecchie molto più sensibili di quelle dei leader della sinistra (?) italiana.
Raffaele Carcano – segretario UAAR
...
5 commenti:
Io sono per la libertà di espressione, addirittura per il papa...
Comunque la mia riflessione è più ampia: l'università italiana è piena di problemi che vengono ignorati dai media e, purtroppo, anche dalla maggior parte dei professori e degli studenti.
Quando qualche anno fa, a Parma, noi facemmo una protesta sulla scarsità degli alloggi per studenti fuori sede e sulla scarisità dei fondi per le borse di studi (problemi molto più seri di questo), l'unica cosa che siamo riusciti ad ottenre è stata totale indiffirenza, dal corpo docente, dalle associazioni studentesche (nonostante che alcuni di noi facevano parte della sinistra giovanile) e dagli altri studenti a cui il problema alloggi e borse di studio non riguardava.
Hai sottolineato una cosa importante Lupo sordo. Hai evidenziato che i micro-problemi della quotidianità sono più grandi ed importanti di quei macro-problemi portati alla luce da qualsivoglia "categoria" con il culo su di una poltrona.
Aggiungerei da parte mia una cosa (solo in apparenza antipatica):
Forse questo papa e la sua squadra (perchè i papi non agiscono mai soli, al contrario di come si manifestano in pubblico e non scrivono mai da soli i libri e le encicliche) commetterà dei grandi errori che la Chiesa pagherà a caro prezzo nel corso della storia.
Tralasciando pure il fatto che il fattaccio risiede a monte, e cioè, l'invito al papa solo perchè la facoltà avesse un ritorno pubblicitario forte. Tralasciando ciò, devo dire una cosa che solo la storia me ne rende testimonianza: checchè ne vogliano dire gli "uaariani" e seguaci/simpatizzanti, checché ne vogliano dire laici come Stefano Rodotà, il Cristianesimo (che sia cattolico romano o altro poco importa) sopravviverà da sè in quanto non è opera dell'uomo rinsaldarlo e/o difenderlo.
Passeranno i vari UAAR, passeranno le varie costituzioni laiche, passeranno i regimi e le false religioni, così pure gli ideali dell'uomo per l'uomo, ma Dio resta e sarà oltre il tempo, oltre le concezioni utilitaristiche e spesso arrabbiate di chi, come i ragazzini, per crescere ha bisogno di attaccare la figura paterna.
A buon intenditor poche parole.
Mbè finito il catechismo, me vado a nanna.
Il Papa (in particolare questo Papa) dovrebbe limitarsi ad inaugurare l'anno accademico nelle università cattoliche.
Io credo che abbiano fatto bene professori e studenti a contestarlo.
Anche perchè (almeno così ho letto) non avrebbe potuto esserci contraddittorio
Giove è morto quando qualcuno ha spiegato il fenomeno dell'elettricità atmosferica e che, quindi, i fulmini non erano i suoi strali. Ogni dio scomparirà inevitabilmente quando l'Uomo vincerà la paura della morte e l'infantile desiderio di un'eterna vita. Vorrei, sempre con rispetto, rammentare a Edgar che il Cristianesimo, l'Ebraismo e l'Islam sono, fondamentalmente, un fenomeno geografico, legato al piccolo Mediterraneo, e che alcuni miliardi di persone sulla Terra si sono date dei principi etici senza bisogno di inventarsi una figura paterna che li premi o li castighi e condannarsi, in questo modo, ad un'eterna infanzia spirituale.
Pace e... namasté. :-)
Pace e namasté :)
Posta un commento