"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

domenica 13 gennaio 2008

I sei gradi in più che sconvolgeranno la Terra

l documentario del National Geographic Channel verrà presentato all'Auditorium di Roma
Un pianeta senza foresta amazzonica e senza neve sull'Himalaya con l'Artico privo di ghiacci


di LUIGI BIGNAMI


New York abbandonata: uno dei scenari ipotizzati. L'illustrazione è di Alan Weisman


ROMA - Quando le teorie discutono
di come il nostro pianeta possa cambiare il proprio volto in seguito ai mutamenti climatici, ai più riesce difficile percepire la reale drammaticità del fenomeno. Ma quando le immagini ci mostrano ambienti di casa nostra come un mondo alieno (il fiume accanto a casa, ad esempio, è diventato un torrente asciutto per molti mesi all'anno; o le cime imbiancate delle montagne sono sostituite da guglie frastagliate che si disgregano e franano a valle, o i campi di frumento sono inghiottiti dalla sabbia) allora la realtà si concretizza nella sua tragicità.

Ed è quello che mostra il documentario del National Geographic Channel dal titolo Sei gradi possono cambiare il mondo che verrà presentato il 14 gennaio all'Auditorium di Roma in occasione del Festival delle Scienze di Roma e riproposto in tv il 3 febbraio.

Un pianeta senza foresta amazzonica e senza neve sull'Himalaya con l'Artico privo di ghiacci: questo potrebbe uno dei quadri del nostro pianeta con una temperatura di 6 gradi superiore a quella di 100 anni fa. E la strada verso un mondo così fatto è testimoniato da molti elementi. L'Australia, ad esempio, è stata protagonista nello scorso secolo della crescita di un grado della temperatura (a livello mondiale la crescita è di 0,7°C): un incremento che ha determinato uno dei peggiori periodi di siccità che il Paese abbia mai affrontato: oggi nei sobborghi di Sydney ci sono circa 500 incendi all'anno.

Le aree tropicali si stanno allargando a discapito di altri ambienti del pianeta. Dal 1979 ad oggi in alcune aree della Terra i tropici sono saliti verso nord e sud anche di 500 chilometri. "Quanto stiamo osservando va al di là delle proiezioni che erano state fatte solo una decina di anni fa. Ci sono in atto grandi cambiamenti e il tutto non è facile da spiegare", commenta Dian Seidel, meteorologa del National Oceanic and Atmospheric Administration (Usa). Altro segnale che preoccupa gli studiosi è lo scioglimento dei ghiacci.

Il documentario del National Geographic mostra un esempio particolarmente evidente: il ghiacciaio Jakobshavn della Groenlandia si muove di circa 40 metri al giorno, più rapidamente di ogni altro ghiacciaio al mondo e si scioglie ad un ritmo due volte più veloce rispetto al decennio scorso. La massa di ghiaccio che si stacca in soli due giorni contiene l'equivalente del fabbisogno idrico annuale di New York.

Non si deve nascondere tuttavia, che a fronte delle catastrofi vi saranno alcune aree del pianeta che beneficeranno del riscaldamento globale. La Gran Bretagna, ad esempio, sta subendo una vera e propria rivoluzione agricola: attualmente ha oltre 400 tipi di vitigni per vini e champagne, mentre alcuni agricoltori stanno sperimentando la coltivazione degli ulivi. In Groenlandia, dove al più crescevano le patate, da alcuni anni sono iniziate anche colture di altro tipo. Vale la pena chiedersi tuttavia, se questi benefici valgono la scomparsa di Venezia: già, perché secondo gli autori del documentario con una temperatura di 4° superiori ad oggi verrà sommersa dalle acque dell'Adriatico.

(13 gennaio 2008)

fonte: http://www.repubblica.it/2008/01/sezioni/ambiente/national-geographic-sei-gradi/national-geographic-sei-gradi/national-geographic-sei-gradi.html

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