"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

lunedì 23 luglio 2007

Brasile: oltre le balene salviamo anche gli indios dell’amazzonia



EDITORIALE


Vorrei credere che anche questo genere umano in via di estinzione (gli indios) venga energicamente protetto dalla società civile e sensibile dagli squali-pirata che circondano i branchi di indios che boccheggiano stremati e privi di risorse ai margini della non- foresta circondati dai non-indios come chiamano noi: razza bianca predatrice mai sazia.
Ne è passato di tempo dai primi viaggi in america latina, quando davanti alle bellezze della natura in Colombia, Perù e soprattutto negli sconfinati llanos del Venezuela incrociavo distrattamente villaggi indios pieni di bambini in apparenza felici e che rappresentavano la grande risposta alla lotta per la sopravvivenza e l’autodeterminazione.

Nel Brasile di Lula la lotta al rinnovamento, la voglia di civiltà e progresso in competizione con i grandi Paesi industriali sta falciando l’amazzonia e sta ingoiando i suoi figli naturali più deboli: i piccoli indigeni che denutriti ed ammalati vanno sempre più incontro ad un destino che non concederà loro la sopravvivenza. Apriamo gli occhi e conosciamo anche questa realtà al di là dell’oceano, a casa di grandi Stati e di grandi Potenze.
Anche qui si consuma un piccolo grande Darfur, anche qui la mancanza di acqua e l’inquinamento da mercurio fa ammalare le poche creature che sopravvivono alla sempre più crescente malaria piuttosto che ad un morso di Sucurì, il Cobra che non perdona.


Non serve addentrarsi in impervie rotte attraverso impenetrabili foreste, la morte si può cogliere anche a poche centinaia di km. da Brasilia, la capitale; basta osservare negli occhi di un bambino Bororó la paura di non farcela e leggere magari lo stesso giorno che in una aldeia a Dourados nel Mato Grosso do Sul un bimbo di 9 mesi è morto dopo sette giorni di sofferenze dovute a setticemia e gastroenterite a causa di denutrizione.
Quella della Funasa è una guerra eticamente perduta. L’organismo di difesa della salute degli indios istituito dal governo non ha abbastanza soldi per pagare collaboratori, medici, infermieri e banali medicine che salverebbero molte vite.
Gli impiegati statali chiudono bottega recriminando arretrati di stipendi mai arrivati. Se loro arretrano i cacique indios ordinano l’occupazione pacifica delle sedi sguarnite della Funasa e rivendicano assistenza medica per loro e per i loro figli.

Mi arriva tra le mani un bollettino dell’Istituto Socioambientale ISA, un’associazione senza fini di lucro fondata nel 1994 che ha come obbiettivo principale la difesa dei beni e dei diritti sociali legati all’ ambiente, al patrimonio culturale ai diritti umani dei popoli nativi: è un bollettino di guerra.
Ogni giorno muoiono tra stenti soprattutto i più deboli: gli anziani ed i bambini
Rimango senza fiato mentre scorrono sotto i miei occhi i dati relativi all’elevato indice di mortalità infantile che sta divorando le poche tribù sopravvissute all’avvento dell’ era moderna. Capisco d’improvviso che manca davvero una politica indigena che coinvolga tutti i cittadini del mondo. Ho sempre creduto nell’ impegno e nella buona volontà degli uomini, nei medici e nelle associazioni che operano a favore di queste misere vite, ma mai avrei creduto di dover piangere così profondamente per la rabbia di non poter cambiare il destino di questi bambini a cui non sarà concessa la sopravvivenza.
"L’ignoranza è il principio di tutte le tragedie e delle sofferenze umane".

Ettore Marzari

fonte: http://www.latinoamerica.it/
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Brasilia, Il Presidente Lula ha fatto un mea-culpa per non aver migliorato nel primo mandato, la qualità di vita di circa 700 mila indios partecipandoo alla solenne commemorazione del Giorno dell'Indio giovedì 19 maggio al Palazzo de Planalto


BRASÍLIA - O presidente Luiz Inácio Lula da Silva fez mea-culpa por não ter melhorado, no primeiro mandato, a qualidade de vida dos 700 mil índios. O presidente participou de solenidade no Palácio do Planalto em comemoração ao Dia do Índio, nesta quinta-feira, 19.

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