Riunito il consiglio dei ministri
Dopo una notte di trattativa governo e sindacati hanno raggiunto l'intesa sulla riforma del sistema previdenziale e la modifica dello scalone Maroni. Prodi sottolinea che sono stati "rispettati i confini di spesa". E rispetto alle posizioni del Prc affferma: "Porterò l'accordo in Consiglio dei ministri senza cambiare neppure una riga" "Per salvare le poltrone del governo, la sinistra trova sempre un accordo. Ma chi pagherà i costi? Da settembre si annuncia una nuova scarica di tasse sugli italiani e i giovani dovranno versare sempre più contributi per difendere le loro pensioni future". Lo afferma Paolo Bonaiuti, portavoce del Presidente Berlusconi.
L'accordo sulle pensioni raggiunto stanotte a Palazzo Chigi è ora sottoposto alla valutazione dei vari organismi di rappresentanza dei sindacati Cgil, Cisl e Uil. La Cgil ha riunito il proprio direttivo. Anche alla Cisl è in corso una riunione della segreteria in vista del comitato esecutivo convocato per lunedì prossimo.
La segreteria di Rifondazione Comunista è riunita da oltre due ore. L'accordo sulle pensioni non ha infatti sciolto tutti i dubbi nel partito di Franco Giordano che terrà la riunione della direzione nazionale che, inizialmente prevista per le 10, è stata posticipata.
"Un buon accordo, ispirato da una cultura riformista che tiene insieme innovazione, rigore finanziario e equità sociale". Con queste parole il Segretario dei DS Piero Fassino ha espresso la sua soddisfazione per l'accordo sulle pensioni.
''L'accordo sulle pensioni è una pagina di riformismo equo''. E' il commento del ministro delle Politiche per la famiglia, Rosy Bindi
La riunione straordinaria della segreteria del Pdci, convocata per lunedì prossimo, è anticipata a oggi pomeriggio alle 14.
Oggi pomeriggio alle 15 si riunirà la direzione nazionale della Uil per "una prima valutazione dell'intesa raggiunta questa mattina tra governo e sindacati" sulle pensioni.
Ha preso il via verso le 10.15 il consiglio dei ministri a Palazzo Chigi
"Un accordo complesso, di svolta che può consolidare il governo" dice il ministro del lavoro Cesare Damiano.
"Lo dovranno dire gli interessati. Toccherà alle forze politiche e ai lavoratori esprimersi". Lo ha detto il presidente della Camera Fausto Bertinotti, rispondendo ad una domanda sull'accordo raggiunto in nottata da sindacati e governo per la riforma delle pensioni. "Quello che diranno i lavoratori - ha aggiunto Bertinotti - sarà la cosa più importante".
"E' una sconfitta sindacale netta". Così, Giorgio Cremaschi, segretario nazionale della Fiom commenta ai microfoni di Radio24 l'intesa raggiunta nella notte tra governo e sindacati sulla riforma delle pensioni.
"E' chiaro che il Governo sembra aver ceduto alle indebite pressioni del Governatore della Banca d'Italia, di Confindustria, e all'esplicito ricatto della parte conservatrice della nostra coalizione, fino alla farsa delle finte dimissioni di Emma Bonino" afferma il segretario del Pdci, Oliviero Diliberto.
L'accordo sulle pensioni "risponde solo in parte alle richieste di rifondazione comunista" e, in ogni caso, dovrà essere approvato dalla segreteria del partito che dovrà prendere "una decisione". Giovanni Russo Spena, capogruppo di Rifondazione Comunista al Senato, si mostra prudente sull'accordo per la riforma del sistema previdenziale anche perchè "non è detto che tutto il sindacato sia d'accordo".
"Sarà garantito lo stesso punto di arrivo della legge Maroni", cioè 61 anni nel 2013 per andare in pensione, sottolinea Padoa-Schioppa
Si tratta di "un accordo di svolta che può consolidare il governo", dice Cesare Damiano, rispondendo ad una domanda su come il Parlamento accoglierà l'intesa odierna. "L'accordo - dice ancora - coniuga equità e sviluppo. Mi auguro che regga alla prova parlamentare"
Le questioni di "come ridisegnare lo scalone" e dei coefficienti sono state le maggiori difficoltà nella trattativa con il governo sulla riforma delle pensioni, dice Luigi Angeletti, oltre ad una terza: "Hanno ceduto (il governo, ndr) sulla detassazione degli aumenti contrattuali di secondo livello"
L'introduzione della "quota 97" nel 2013 non sarà automatica. L'accordo prevede "una clausola di verifica. Se i conti andranno meglio del previsto, e noi crediamo sia possibile, quota 97 non scatterà" dice Epifani
I sindacati daranno un giudizio definitivo sull'accordo fatto questa mattina a Palazzo Chigi sulla riforma del sistema previdenziale solo dopo aver consultato i lavoratori: lo hanno detto i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Epifani, Bonanni e Angeletti
"Con la revisione dei coefficienti i giovani non avranno una pensione che avrebbe rasentato il 40% dell'ultimo stipendio. Ora i giovani potranno avere una pensione pari a circa il 60% dell'ultimo stipendio. Questo per rispondere a chi ci accusava di lavorare per i padri, trascurando i figli" dice il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti
"Il nostro è un giudizio molto, molto positivo sulla riforma delle pensioni presentata dal governo" ha detto il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni
"E' stato un confronto duro e difficile, la Cgil ha firmato per presa d'atto il documento del governo riservandosi di fare tutti gli approfondimenti lunedì sul testo finale e completo" ha detto Epifani. "Un lavoro proficuo che contiene elementi di grande importanza", ha detto ancora, sottolineando però un limite: "Avrei preferito una revisione dello scalone più allungata, ma ci siamo trovati di fronte a un muro di difficoltà finanziarie"
"Le donne continueranno ad andare in pensione a 60 anni" ha detto il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani. Il ministro del Lavoro Cesare Damiano conferma che rimarrà la differenziazione fra uomo e donna
Per l'accordo sulle pensioni verrà utilizzato lo strumento legislativo della finanziaria o di un collegato alla finanziaria, spiega il ministro dell'Economia Padoa Schioppa
L'applicazione dei nuovi coefficienti partirà dal 2010 e le successive modifiche saranno triennali e automatiche a fronte dell'aumento dell'aspettativa di vita, dell'andamento demografico e dell'andamento dell'economia, ha spiegato ancora Damiano
L'accordo di oggi è totalmente finanziato "con risorse interne al sistema previdenziale" ha detto ancora Padoa-Schioppa. Damiano rende noto che 3,5 miliardi proverranno dagli enti previdenziali
"Credo che possa essere l'ultimo capitolo del sistema pensionistico" ha detto il ministro dell'Economia, Tommaso Padoa Schioppa, commentando l'intesa Governo-sindacati. Riferendosi alla precedente legge Maroni il ministro ha detto che "Rimedia alle carenze, in particolare non era generosa verso i giovani. Questo accordo correggere le iniquità della legge Maroni". "Si correggono - spiega - le carenze di carattere sociale e finanziario e lo si fa senza alterare l'equilibrio dei conti pubblici. E' un risultato notevole che abbiamo inseguito a lungo. Spesso in un clima rumoroso e di eccessiva sfiducia. Valeva la pena di passare la notte in bianco per inseguirlo fino all'ultimo"
Damiano ha spiegato che l'ammorbidimento dello scalone Maroni ha un costo di dieci miliardi di euro in dieci anni. E ha specificato che dal primo gennaio si potrà andare in pensione con 58 anni di età e 35 di contributi. Dal primo luglio 2009 si potrà andare in pensione con quota 95 ma con un requisito minimo di 59 anni di età e di 35 anni di contributi. Dal primo gennaio 2011 si potrà andare in pensione con quota 96 ma almeno 60 anni di età e 35 di contributi. Dal primo gennaio 2013 sarà possibile andare in pensione di anzianità con almeno 61 anni di età e sempre 35 di contributi. Per i lavoratori autonomi lo schema è aumentato di un anno: andranno in pensione nel 2008 con 59 anni e nel 2013 con almeno 62 anni
Il ministro del Lavoro Damiano: "Questo accordo segue gli accordi su altre parti - pensioni basse, ammortizzatori sociali - e gli altri che dovranno essere definti - competitività e mercato del lavoro. Contiamo di presentare una intesa complessiva, che faremo lunedì prossimo. Ha vinto la concertazione: abbiamo trovato una sintesi, ed abbiamo superato lo 'scalone' con una serie di 'scalini'"
Quando gli viene chiesto se l'intesa sarà sottoscritta anche da Rifondazione comunista, Prodi risponde: "Questo è l'accordo tra governo e sindacati. Lo porterò in Consiglio dei ministri senza cambiare nemmeno una riga". E auspica che il cdm dia il via libera
In una conferenza stampa a Palazzo Chigi Prodi sottolinea che con l'accordo "sono stati rispettati i confini di spesa". "Gli italiani saranno soddisfatti. Ora l'Italia è un paese più giusto. La concertazione ha dato frutti positivi", aggiunge il premier
L'applicazione dei nuovi coefficienti di calcolo del montante contributivo è rinviata al 2010. Secondo l'accordo la definizione dei nuovi coefficienti sarà messa a punto da una Commissione che dovrà decidere la revisione entro il 2008
In base all'accordo dal 2008 si potrà andare in pensione di anzianità con 58 anni di età e 35 di contributi mentre dal primo luglio 2009 per ritirarsi dal lavoro sarà necessario avere raggiunto quota 95 come somma tra età anagrafica e contributiva. L'età minima però sarà 59 anni. Il primo gennaio 2011 la quota tra età e contributi è stata fissata a 96 (con età minima 60 anni) mentre il primo gennaio 2013 passerà a 97 (con età minima a 61 anni)
Governo e sindacati hanno raggiunto l'accordo sulla riforma del sistema previdenizale e la modifica dello scalone Maroni. L'intesa è arrivata dopo oltre otto ore di trattativa andata avanti per tutta la notte
fonte: http://www.repubblica.it/2007/07/dirette/sezioni/economia/pensioni/pensioni-20lug/index.html
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