"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

domenica 22 luglio 2007

Depressione…


*?

“… La depressione diventa un diritto, quando uno si guarda attorno e non vede niente o nessuno che lo ispiri, quando il mondo sembra scivolare via in una gora di ottusità e di grettezza materialista. Non ci sono più ideali, non ci sono più fedi, non ci sono più sogni. Non c’è più niente di grande in cui credere; non un maestro cui rifarsi.

Raramente l’umanità è stata, come in questi tempi, priva di figure portanti, di personaggi luce… La politica, più di ogni altro settore della società, specie quella occidentale, è in mano ai mediocri, grazie proprio alla democrazia, diventata ormai un’aberrazione dell’idea originale quando si trattava di votare se andare o no in guerra contro Sparta e poi… di andarci davvero, andarci di persona, magari a morire. Oggi, per i più, democrazia vuol dire andare ogni quattro o cinque anni a mettere una croce su un pezzo di carta ed eleggere qualcuno che, proprio perché deve piacere a tanti, ha necessariamente da essere medio, mediocre e banale come sono sempre tutte le maggioranze. Se mai ci fosse una persona eccezionale, qualcuno con delle idee fuori dal comune, con un qualche progetto che non fosse quello di imbonire tutti promettendo felicità, quel qualcuno non verrebbe mai eletto. Il voto dei più non lo avrebbe mai…”

Tiziano Terzani, “un indovino mi disse” ed. TEA pagg. 259 sgg

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“Bisogna che il popolo combatta per le sue leggi come per le sue mura” Eraclito

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Nonostante io qualche segnale positivo lo veda, qualche personaggio politico da stimare e sostenere ce l’abbia, ritengo che la depressione sia un mio sacrosanto diritto. Non tanto e non solo perché quel qualcuno, ancorché eletto, ha le mani legate dalla maggioranza che lo circonda, quanto perché condivido l’analisi di Terzani sul fatto che il popolo non gli darebbe/darà mai il potere necessario a fare quello che si proporrebbe...

Sono anarchica, profondamente e caparbiamente. Lo sapete già. Ma sono anche terribilmente aristocratica – e questi due aspetti mi hanno sempre creato grossi conflitti con la parte comunista che, comunque, c’è in me. Mi rifiuto, mi sono sempre rifiutata di mitizzare la classe operaia in quanto portatrice e mera depositaria di valori. Il proletariato è un’astrazione. La realtà è costituita da lavoratori coscienziosi, sfruttati ed angariati ma dignitosi e coscienti (quelli che lottano) e da altri, lavativi, approfittatori e qualunquisti (quelli che si cuccano i vantaggi degli scioperi e delle rivendicazioni che personalmente non fanno). E lo stesso vale per i “padroni”. A parte il fatto che non si capisce bene per quale motivo uno dovrebbe prendersi dei grattacapi per gestire al meglio un’azienda, in modo che gli altri – i lavoratori/esecutori – ne godano i vantaggi, senza averne un giusto ricavo (e con questo mi tiro addosso un bel vespaio, anche se non sto dicendo che è legittimo che “il padrone” solo ci guadagni, con sfruttamento, ricatti e quant’altro…), non esistono solo padroni indegni. Esistono anche quelli che si preoccupano del tessuto sociale in cui operano… e cercano di conciliare il loro profitto con il benessere delle famiglie dei loro dipendenti.

Ma perché mi scaldo tanto… semplice: ieri sono andata in ufficio ad informare tutti quanti del prossimo rincaro della pasta. Non ci crederete mai, eppure è vero: il “proletariato” m’ha zittito dicendo “e a te che ti frega, paga!”, mentre “il padronato” mi ha ringraziato per l’informazione. Perché gliel’ho detto, ai miei padroni? Per fare la prova del nove. Che, infatti, è stata una conferma – per quanto triste.

Certi proletari si meritano di essere tali. Perché non solo non sono in grado di combattere per le loro leggi, ma neppure per le loro mura. Il loro qualunquismo li rende degni di quello che hanno – anzi, di quello che non hanno e che, per quel che mi riguarda, non avranno mai. Perché davvero, questa gente a dargli le reti ti guarda imbambolata… è molto più comodo avere il pesce pescato, no? E non venitemi a fare il solito discorso delle opportunità diverse e della mancanza di informazione – o di manipolazione della stessa. Tutto vero, come no?, ma oggi esiste anche la rete… come è un bel po’ che esistono i giornali “alternativi”. Solo che, se quelli decidono che “la TV fa cultura”, è ovvio che ci si adeguano. E se qualcuno si azzarda a dire che, forse, la verità è altra, se va bene si limitano a dimostrare scetticismo. Altrimenti, quel qualcuno diventa automaticamente un pericoloso sovversivo.

Basta! Io sono stanca di fare la babysitter a gente cresciuta. Non lo faccio più con mia figlia!

E lo so. Con la classe politica media che ci circonda, è difficile cambiare il mondo… certo, se perfino Bertinotti prende posizione contro il GIP che vuole l’acquisizione delle telefonate che – pare – incriminano D’Alema e soci… che c’entra il Berty? Nulla… Appunto: se ne stesse fuori. Perché questa presa di posizione, oltre a essere – forse – “veterocomunista” (i processi ce li facciamo al nostro interno… già, come la chiesa?), puzza tanto di “una mano lava l’altra”: sia mai che, un domani, un dirigente di Rifondazione sia coinvolto in una storia poco chiara: prima di lasciare che la giustizia segua il suo corso, magari può far comodo esigere il favore ricambiato da D’Alema & CO…

A pensare male si fa peccato… ma, spesso purtroppo, si ha anche ragione.

POST SCRIPTUM: tutto questo, ovviamente, non significa che ho deciso di mollare… finché c’è un solo diseredato meritevole, finché c’è un solo politico di cui fidarsi…. Io sarò là.

*meditato in proprio



...

6 commenti:

Val ha detto...

E'una fotografia ad alta definizione della nostra società.
Purttroppo,temo che ancora una volta siano le "mode" ad indicare i percorsi.
Male,davvero molto male.
Trovo che sia alquanto stupido credere ,come circola oggi nella sinistra che tutto si risolva nel saper ascoltare i cittadini.
Fare questo,senza essere capace di unire all'ascolto la capacità di comprensione e l'impegno totale per trovare la miglior soluzione del problema non serve assolutamente a nulla.
Non si libera il potere al servizio di chi si vuole rappresentare se si ha la presunzione di ascoltare e basta.
Bisogna essere,già nell'indole di gran lunga superiori al potere e porsi al comando rinunciando al tuo per il tutti.
Bisogna essere coraggiosi, intelligenti e capaci di fare.
Bisogna essere avanti con la mente per anticipare gli eventi e gettare già da oggi il seme del domani.
Se bastasse una sola croce sull'ideale Ele,allora avrei finito di interessarmi di politica nel 1981 ma,e ti prego di credermi non è così.
Il passato della mia famiglia mi ha dato l'ardore e acceso in me il fuoco del più nobile degli ideali.
Le notevoli difficoltà incontrate da chi è dovuto sottostare ad amare vicissitudini hanno forgiato in me la grandezza di uomini come Gramsci,Matteotti,i Rosselli,Pertini e l'ultimo dei socialisti o dei democratici fino all'ultimo dei partigiani.
Il sapere che non è soltanto il mio ortcello che devo revitalizzare ,ma soprattutto quello degli altri al fine di poter recuperare l'handicap di ogni settore tematico della politica mi gasa e non poco.
Vedi Elena io,non sono uomo di facili compromessi,tengo conto delle parti in causa,così come deve essere per l'imprenditore e il lavoratore, oppure per gli ebrei e i palestinesi e medio le loro posizioni,cercando di raggiungere un risultato di alto profilo che possa soddisfare entrambe le parti in causa.
So benissimo,che con questa classe politica cresciuta nella società del benessere,pregna di dogma incomprensibili che rendono radicale il moderato e viceversa, sarà molto difficile poter dare una risposta seria a questi nostri giovani precari e ai nostri 60 enni che dopo aver passato una vita a credere nel diritto di avere diritto e averlo perso con la propria dignità,si trovano ora di fonte all'impossibilità di avere il diritto del dovere.
A nulla servono le rimembranze se tu non sai cosa fare.
Qui tutti chiedono e parlono di partecipazione, di ascolto e di ideale patronato(ormai chimera nella realtà)ma pochi hanno capito che è il reale e non l'effimero astratto che interessa ai lavoratori.
Per questo non credo che tu possa suscitare in me un qualsiasi giudizio negativo.
A parole tutti vogliono unirsi ,con i fatti nessuno vuole rinunciare al benchè minimo privilegio che spetta a loro per grazia ricevuta.
Mah..staremo a vedere-
Suerte
Val

Equo ha detto...

Eh, sì! Rischi di scatenare un bel vespaio... :-)
Ho una mezza voglia di dare io inizio alla bagarre...ma, in questo momento non ne ho proprio il tempo... Ritorno appena possibile, eh?
Premetto che, malgrado tutto, continua a piacermi Elena: la famosa anarco-snob! :-)

Anonimo ha detto...

Eleeee!! E' bellissimo quello che hai scritto! Mi ci ritrovo per filo e per segno.
Avrei voluto copiare e incollare qualche frase che mi ha colpito, poi ho capito che avrei dovuto re-incollare tutto il post.
Un abbraccione.
...Candidati! :)

elena ha detto...

Vedi, Val, sono d'accordo che asccoltare non basti... però è già un bel punto di inizio, se consideriamo come siamo messi! In effetti, tra i politici, chi ascolta la gente? No, non dirmelo... lo so! :) Secondo me non ascoltare è il risultato del fatto che la maggior parte di questi figuri non ha nessuna intenzione né voglia di metter mano ai problemi dei nostri giovani e dei nostri pensionati... e, aggiungo io, tantomeno alle difficoltà dei nostri non-più-giovani-non-ancora -anziani buttati fuori dal mondo del lavoro e che non riescono più a rientrarci... L'unica cosa che vogliono è coltivarsi il proprio orticello, ingrandendolo a danno di chiunque... esattamente come la maggior parte della gente... del resto, questi non spuntano dal nulla: qualcuno li avrà pur votati... poi adesso che Pannella si candida alla guida del PD, vista la "politica economica" liberista dei radicali, dov'è la differenza con la cosiddetta destra? Ci manca solo che lo votino!

Equo: ti aspetto... con curiosità (intanto affilo le armi dialettiche, perché prevedo una dura lotta. Proprio come piace a me!)

Edgar: grazie! Ma se la pensi come me, perché non ti candidi pure tu, se non TU e basta??? :)

Anonimo ha detto...

Io non posso candidarmi perchè non ripongo più molta fiducia nell'essere umano e poi, se vincessi le elezioni (a parte che a te e a me non ci voterebbe nessuno perchè non prometteremmo mai lotizzazioni forzate ai signorotti dell'edilizia)sarei tentato a compiere un'atto alquanto oltraggioso: spargere "cibaglia" dal balcone del palazzo municipale e dire al popolo che la raccoglie: "nè! Questo vi meritate... così, come si fa con i piccioni.

Val ha detto...

Fastweb ha deciso di non farmi stare al Pc.
Sarò sintetico e chiedo venia per questo.
Perfettamente d'accordo,tanto per iniziare ok poi,però fare quel che dico,altrimenti a che serve?
Vespaio dici?
E' fomentiamolo questo vespaio.
Le esperienze del passato ,oltre che a servire alla bisogna del momento devono insegnare a noi il percorso verso la strada maestra.
La formazione politica(che non ha nulla ache vedee con le scuole a quadri o i corsi universitari)deve ritornare a funzionare per forgiare elemementi capaci di portare avanti le istanze della propria parte di elettorato e pregni di codice etico sempiterno.
Nessuno di noi potrà mai servire il neoliberismo del piddì integrato alla cultura della carità.
Figuriamoci,per me sinistra è solidarietà è ricerca perenne dell'uguaglianza universale che nemmeno lontanamente la concepisce la carità.
Questo continuo vocio di come fare mi ha fatto scrivere un commento in altro post, di quello che oggi è il nostro glorioso presidente...
lascio a voi ogni giudizio.
Il "Che fare " non è più un problema nostro e il come e con chi farlo(non lo dico,va bene)a doverci indicare che noi con il liberismo non ci azzecchiamo manco per la capa.
Suerte a tutti
(prima che cade la connessione)
Val