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lunedì 23 luglio 2007

Senato e Camera deliberano misure riduzione costi politica



Politica


Foto Adnkronos
La 'pensione' non potrà superare il 60% dell'indennità

Senato e Camera deliberano misure riduzione costi politica


Modificati i tetti vitalizi e le modalità di riscatto. Soppresso del tutto il rimborso per i viaggi di studio e aggiornamento. I presidenti Marini e Bertinotti: ''Una decisione praticamente unanime''

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Roma, 23 lug. (Adnkronos) - Decisione comune del Consiglio di presidenza del Senato e dell'Ufficio di presidenza della Camera per ridurre i costi a carico delle rispettive amministrazioni sul fronte dei vitalizi e dei rimborsi per viaggi di studio dei parlamentari.

"Una decisione praticamente unanime", hanno sottolineato i presidenti di Senato e Camera, Franco Marini e Fausto Bertinotti, in una conferenza stampa con i questori di Montecitorio e palazzo Madama.

Dalla prossima legislatura viene soppressa la contribuzione volontaria ai fini del riscatto, si modifica l'importo dell'assegno vitalizio che potrà arrivare a un massimo del 60% dell'indennità lorda. Molteplici i casi in cui si pone, fin dal 1 gennaio 2008, il divieto di cumulo del vitalizio con le indennità derivanti da incarichi pubblici. Viene del tutto soppresso, inoltre, il rimborso per viaggi di studio e aggiornamento, pari a 3.100 euro l'anno per parlamentare.

La soppressione delle modalità di riscatto attuali entrerà in vigore dalla prossima legislatura e varrà anche per i parlamentari rieletti, in modo da far coincidere i periodi di versamento con gli anni effettivi di mandato. In base a una nuova tabella di calcolo, che varia da una misura minima del 20% dell'indennità lorda per cinque anni effettivi di mandato a una massima pari al 60% per quindici anni o più effettivi di mandato, viene modificato l'importo del vitalizio, attualmente in misura massima attestato all'80%.

La misura scatta dalla prossima legislatura per i parlamentari eletti per la prima volta. Mentre per quelli in carica resta fermo il trattamento previsto dalle norme vigenti. Il vitalizio viene sospeso, a partire dal 1° gennaio 2008, nel caso in cui il titolare sia eletto o nominato a una serie di cariche: da componente del governo nazionale a quello di giunta regionale o provincia autonoma, fino a quelle per cui l'incompatibilità esiste per Costituzione.

E ancora: Commissione europea, consiglio della magistratura militare, amministrativa, tributaria o della Corte dei conti; sindaco di comune con popolazione superiore a 250mila abitanti e presidente di provincia con popolazione superiore a 500mila abitanti, il Cnel, le Autorità, il Cda della Rai, e altre cariche elettive o di governo presso enti locali, altre cariche di nomina parlamentare o da parte di assemblee regionali, provinciali o comunali.

La sospensione del vitalizio interviene quando l'importo delle relative indennità è pari o superiore al 40% dell'indennità parlamentare. Sarà sempre possibile per il titolare del vitalizio optare per questo al posto dell'indennità di carica nei casi in cui le norme nazionali o comunitarie consentono di rinunciare agli emolumenti connessi alla carica.

fonte: http://www.adnkronos.com/IGN/Politica/?id=1.0.1133789233

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