"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

lunedì 23 luglio 2007

Gli scaloni non finiscono mai



..al contrario dei soldi

...

DAL BLOG DI BEPPE GRILLO

Lo scalino, lo scalone e compagnia scalando sono una di guerra di parole tra il Governo e i sindacati. Ammuine. Ai giovani interessano poco, loro sono schiavi moderni e la pensione non l’avranno. Moriranno prima. Nel frattempo pagano quella dei pensionati. E’ giusto che chi non ha altri mezzi di sostentamento abbia una pensione minima dignitosa. E’ invece una presa per i fondelli che milioni di pensionati percepiscano una pensione più alta rispetto a quello che hanno versato. E che la differenza la mettano i giovani.
Pubblico una lettera del prof. Gallegati sulla riforma Prodi

A seguire riporto l’ennesima testimonianza dal libro Schiavi Moderni (150.000 copie scaricate).

“Caro Beppe,
la riforma Maroni stabiliva l’età di pensionamento a 60 anni per i lavoratori in pensione dal gennaio 2008; la Dini la revisione decennale dei coefficienti di trasformazione, che determinano l’ammontare delle pensioni con il nuovo sistema contributivo, tenuto conto dell’allungamento della vita.
Prodi ha riformato le riforme. Vorrei invitare i lettori del blog a riflettere su una domanda: che ne sarà delle pensioni dei giovani e dei cosiddetti lavori usuranti (schiavi moderni inclusi?).
A causa di lavori più “discontinui” e dell’invecchiamento della popolazione, le giovani generazioni (i pensionati dal 2025), realizzeranno di essere più poveri dei genitori e non potranno andare in pensione a 60 anni, ma dovranno lavorare fino a 70 anni per sopravvivere. Per evitare tale dramma, dovremmo aumentare l’età di pensionamento e rivedere i coefficienti di trasformazione: sarebbe un elemento d’equità intergenerazionale non spostare l’onere dell’invecchiamento sulle generazioni future. In una società in cui si vive ormai più di 80 anni, non è equo lavorare 35 anni per poi trascorrerne altri 20-25 sulle spalle dei giovani.
Il rapporto tra lavoratori e pensionati è diminuito notevolmente (è passato da 4 a 1 in 40 anni).

A sfavore dell’Italia, ci sono due elementi:
- livelli di fecondità più bassi e di longevità più alti rispetto agli altri Paesi sviluppati: l’invecchiamento della popolazione è più accentuato che altrove,
- il numero dei lavoratori non cresce a sufficienza, a causa di un progressivo ristagno dell’economia: il PIL nel promesso “miracolo economico di Berlusconi” è cresciuto del 2.2% in 4 anni, la stessa percentuale che il “miracolo economico degli anni Sessanta” registrava in poco meno di 4 mesi, e della più bassa partecipazione lavorativa di donne e giovani.

Vie alternative al pensionamento degli over 50 sono un obiettivo importante, ma sono prioritari meccanismi alternativi alla legge Biagi che favoriscano l’entrata stabile dei giovani nel mercato del lavoro ed aumentino la partecipazione femminile al lavoro con una riforma del welfare.
L’occupazione giovanile in Italia è tra le più basse dei Paesi sviluppati, i tempi d’accesso al primo lavoro sono aumentati, il tutto con bassi salari di ingresso ed un sistema di welfare che non fornisce protezione sociale per i giovani e produce il tasso di partecipazione femminile più basso d’Europa. Dovremmo adottare misure che combattano il ritardo nell’entrata di giovani e donne nel mercato del lavoro (e condizioni lavorative di inizio carriera meno precarie) insieme alla riforma del sistema di welfare e di coefficienti di trasformazione equi tra le generazioni.”

Mauro Gallegati

...

240 contratti prima della pensione

“Dal 2000 mi trovo a lavorare nel campo dell’aviazione civile. Prima in una compagnia in cui qualcuno si è riempito ben bene le tasche e poi è, ovviamente, fallita (il falso in bilancio lascia a casa centinaia di lavoratori: non è solo un reato patrimoniale, è un dramma sociale).
Poi anche le altre compagnie sentono il peso della crisi, un quarantenne con un cv invidiabile si guarda intorno e non trova che posti di lavoro a 900 euro al mese per due mesi massimo di contratto. Io dovrei lavorare, con le nuove norme, altri 20 anni? Devo mettere in conto 240 contratti? Non posso più fare progetti, ricevere prestiti? Ha senso vivere così? Non è vita, è sopravvivere per far arricchire qualcuno. Mi domando se non sia il caso di rinunciare anche a sopravvivere.”
B. C. 12.03.2006 09:21

Ps: Scarica il libro Schiavi Moderni.


V-day
:
1. Partecipa al V-day
2. Scarica il volantino
3. Inserisci le tue foto su www.flickr.com con il tag: Vaffa-day
4: inserisci tuoi video su www.youtube.it con il tag Vaffa-day

fonte: http://www.beppegrillo.it/2007/07/gli_scaloni_non.html


Iscriviti al Vaffanculo Day

2 commenti:

Val ha detto...

Continuo a pensare che bisogna avere il coraggio di riformare radicalmente e drasticamente il mondo del lavoro come intendo io ,e cioè con una vera e profonda rivoluzione culturale,manageriale e sociale .
E' l'unica strada percorribile per riappropiarsi della dignità perduta e della gioia di vivere.
Suerte
Val

Anonimo ha detto...

D'accordissimo Val. Credo di averti compreso nel profondo delle righe che hai scritto.
Ciao.