di Beppe Grillo
Costi, soldi, tfr, scaloni e scalini, sgravi fiscali, contributi. I gioiosi costi della Casta. Il tesoretto, ah il tesoretto. Soldi, costi, costi, soldi. Siamo diventati una nazione di contabili, di miserabili, di ricchi, di classe medio bassa che si vuole emancipare. Di prestiti temporanei, mutui, diminuzione dell’Ici e aumento delle tasse sui rifiuti.
Più siamo poveri più pensiamo ai soldi. Più siamo ricchi più pensiamo ai soldi. La Finanziaria, il credito al consumo, il Tan, il Taeg, l’inflazione, il tasso di credito, il tasso variabile, il tasso fisso. I rendimenti bancari, i titoli azionari, i titoli obbligazionari, i future, i derivati. Il debito pubblico che ci sovrasta e annulla ogni discorso politico. Tutto dipende dal debito pubblico.
Finanziamenti, pronti contro termine, rifinanziamenti, cessione del quarto, del quinto, del terzo, di tutto. La pubblicità comunica denaro, chiede denaro, offre denaro in cambio di debiti, di altro denaro. Meno tasse, più tasse. Il posto offre il denaro. Il lavoro rischio e impegno. Gli italiani vogliono il posto, il denaro. Il futuro del Paese è scomparso dai dibattiti pubblici, da quelli privati, dalle discussioni al bar.
Negli Stati Uniti la prima domanda è: “Quanto guadagni?”. In Italia: “Di quanto sei indebitato?”. Più hai debiti più sei importante. Più ne crei più sei rispettato. Puoi diventare presidente del Consiglio o di Mediobanca. Il debito è il motore della promozione sociale. Chi non ne ha può averne. Evolvere. E’ una scala mobile all’incontrario. Una mercificazione dello Stato, dei partiti, della società, delle famiglie. Un virus che succhia il futuro. Quali sono le priorità del Paese? Lo scalone, l’aumento degli stipendi del pubblico impiego, il partito democratico? O le regioni in mano alle mafie, l’informazione inghiottita dalla casa circondariale delle libertà e dai segretari di partito, l’incapacità di innovare, la ricerca tradita, la fuga dei cervelli? Essere o avere? L’Italia non è e non ha. E’ un ibrido, un incrocio, una chimera. Un Paese in coma che conta gli spiccioli con gli occhiali di un cieco.
fonte: http://www.beppegrillo.it/...
28 luglio 2007
Mutui eterni: è boom, ma quanto pesa la rata "leggera"
di Nicola Borzi
Comprare casa costa sempre più e gli italiani cercano di ridurre il peso delle rate del mutuo stemperandolo su durate crescenti. I contratti da 40 anni o più, che fino a pochi mesi fa in Italia neppure esistevano, mentre nel Nordeuropa sono una realtà storica e in un Paese affine al nostro come la Spagna sono offerti dal 2005, sono nella norma: Ubi Banca offre mutui da 50 anni e il Credito Valtellinese consente ai clienti di "girare" l'impegno agli eredi. Ma i contratti così lunghi convengono davvero? E come ci si può tutelare dai rischi di impegni così protratti?
L'indagine. Per mappare la diffusione di questi contratti «Plus24» ha inviato un questionario a 138 istituti e 411 banche di credito cooperativo. Le risposte dimostrano che i mutui da 40 anni o più sono offerti da una ventina di gruppi e istituti con oltre 20.700 sportelli, il 55% della rete bancaria.
La domanda. Il mercato dei mutui è in frenata: l'Ufficio studi Kìrondel gruppo Tecnocasa segnala che, secondo Bankitalia, nel primo trimestre 2007 la domanda nazionale di mutui è calata (-1,6% sullo stesso periodo 2006) per la prima volta dal settembre 2001. Pesano i rialzi Bce – in 18 mesi i tassi dei mutui segnano +1,39% – e i valori immobiliari, sui massimi storici. Nel frattempo però, secondo il broker Mutuionline, negli ultimi 18 mesi le richieste di contratti superiori a 30 anni sono triplicate dall'1,1 al 3,1%, sebbene quelli effettivamente erogati siano aumentati appena dallo 0,1 allo 0,2 per cento.
Il loan to value. Al fenomeno si accompagna la crescita del loan to value (Ltv), la quota dell'investimento finanziata dal mutuo (spesso il 100% del valore dell'immobile, comprese talvolta anche le polizze accessorie). Secondo la società assicuratrice Usa Genworth, in Italia la durata media dei mutui ad alto Ltv è di 26,5 anni, mentre è di 22-23 anni per Ltv sotto l'80%: i contratti di almeno 25 anni e Ltv oltre l'80% nel 2005 erano il 41%, nel 2006 il 50% e il 53% a giugno 2007.
I costi. Con la durata del mutuo aumentano gli oneri: si pagano molte più rate un po' più leggere, mentre i tassi a 40 anni sono più alti di quelli a 30. Secondo Mutuionline, se un impiegato 35enne di Milano stipula un mutuo per la prima casa da 100mila euro, con Ltv del 50%, oggi può spuntare un tasso fisso del 5,5% sia sui 30 che i 40 anni, o il 4,87% variabile sia a 30 che a 40 anni. La rata mensile a tasso fisso a 30 anni è di 568 euro, a 40 di 516, di 529 euro sul variabile la rata a 30 anni e di 474 a 40. Il rimborso del mutuo a 30 anni costa 204.480 euro con il tasso fisso e 190.440 col variabile, mentre a 40 anni costa 247.680 euro col fisso e 227.520 col variabile. La differenza è di 43.200 euro tra 40 e 30 anni col tasso fisso e 37.080 col variabile, a fronte di un alleggerimento di 52 euro della rata mensile a 40 anni rispetto a quella a 30 anni con il mutuo a tasso fisso e di 55 euro con il variabile. Insomma, per ridurre la rata mensile del 10% circa, si paga a fine contratto di 40 anni rispetto al mutuo a 30 anni il 21% in più con il tasso fisso e il 19,5% con il tasso variabile.
I rischi. I timori dei clienti si indirizzano soprattutto alla perdita del posto di lavoro, a incidenti che causino invalidità permanenti e al decesso. Per garantirli da questi rischi, tutte le banche che offrono mutui extralunghi propongono ampi ventagli di polizze assicurative Vita e multirischio, opzioni di rinvio delle rate e altri sistemi di dilazioni. Ma anche questi prodotti finanziari hanno dei costi, come spiega l'articolo in basso, costi che è meglio valutare e comparare con largo anticipo sulla firma del contratto per selezionare l'opzione più adatta e conveniente.
L'offerta. I mutui extralunghi sono offerti da grandi gruppi come Intesa SanPaolo, UniCredit (anche tramite Banca per la Casa), Banca di Roma e Finecobank (gruppo Capitalia), Bnl (gruppo Bnp Paribas) e Ubi Banca, Antonveneta Abn Amro, Deutsche Bank, istituti specializzati come Micos Banca – gruppo Mediobanca –, Ge Money Bank, Banca Ucb – gruppo Bnp Paribas –, Ing Direct e Macquarie Bank e territoriali (Popolare di Verona e Novara, Carige, Credito Valtellinese, Veneto Banca, BancApulia, Credito Bergamasco – gruppo Banco Popolare –, Cassa di risparmio della Provincia di Teramo, Cassa di risparmio di Chieti, Cassa di risparmio di Cento). Ma non ci sono solo i grandi istituti. Ad aprile la partnership commerciale tra Banca Woolwich, il marchio di Barclays Bank specializzato in mutui, e il sistema del Credito cooperativo, attraverso Iccrea Holding, hanno rinnovato la partnership che consente alle 438 Bcc di integrare la propria offerta con una gamma di prodotti di durata fino a 40 anni mentre alcune Bcc li offrono in modo autonomo (come Bcc di Cherasco e Credito cooperativo Valdinievole). Nuove offerte sono previste a breve dalla Banca del Chianti Fiorentino e anche il gruppo Popolare di Intra sta valutando l'opportunità di introdurli.
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