L'enorme concentrazione di ricchezza nelle mani di pochi in alto è sfruttata regolarmente per far pendere il processo politico a favore dei ricchi.
14 giugno 2007 ZNet
Cosa c'è che non va se i ricchi si fanno sempre più ricchi?
di Barbara Ehrenreich
Vent'anni fa, far notare la disuguaglianza crescente in America era una cosa rischiosa. Io lo feci in un articolo del New York Times e il Washington Times mi diede subito della "marxista". Magari lo fossi! Non sono mai riuscita a leggere più di un paio di pagine di Das Kapital, e i Grundrisse avevano su di me l'effetto di un sonnifero.
Ma non ci vuole più un marxista, vero o presunto che sia, per vedere che l'America si sta polarizzando tra i super-ricchi e i non-ricchi. Nel New York Times magazine di domenica, veniamo a sapere che Larry Summers, l'economista centrista dei democratici ed ex-presidente di Harvard, è ossessionato dalla statistica che dal 1979, il reddito lordo prima della tassazione dell'1% più ricco delle famiglie americane è aumentato di 7 punti percentuali per arrivare al 16%. Allo stesso tempo, la parte del reddito che andava all'80% più povero è calato di 7 punti percentuali.
Come dice il Times: "è come se ogni famiglia di quell'80 percento più povero mandasse un assegno di 7.000 dollari ogni anno all'1 percento più ricco". Summers ora ammette che il suo vecchio tifo per l'economia globale dominata dalle corporation era privo di sostanza.
Ma i pensatori economici da moderati a conservatori che hanno sempre rifiutato di pensare alla polarizzazione delle classi hanno una scappatoia, illustrata da Roger Lowenstein in un articolo sullo stesso numero del New York Times magazine che da risalto all'umore tornato sobrio di Larry Summers.
In breve: fintantoché la classe media si trascina avanti e i poveri non stanno morendo di fame con scene di grida nelle strade, che differenza fa se i super-ricchi stanno assorbendo una porzione sempre più grossa del reddito nazionale?
Dal punto di vista di Lowenstein: "... che Roger Clemens, il quale avrà qualcosa come 10.000 dollari per ogni lancio di palla da baseball, guadagni 100 o 200 volte quello che guadagno io è alquanto irrilevante. I miei figli hanno ancora l'assistenza sanitaria, vanno a scuole decenti. Il problema non sono i ricchi che stanno spingendo verso l'alto ..."
Beh, c'è un problema con i super-ricchi; diversi in realtà. Una classe superiore straricca può trascinare giù la società tanto quanto un ceto inferiore che si allarga.
Primo, l'esempio di Clemens distoglie dalla realtà di fatto che gran parte della ricchezza dei benestanti è accumulata grazie al lavoro mal-pagato dei poveri. Prendiamo il caso di Wal-Mart, il nostro datore di lavoro privato più grosso e il primo sfruttatore della classe dei lavoratori: ogni anno, quattro o cinque delle persone nella lista delle dieci persone più ricche d'America sul Forbes magazine portano il cognome Walton; il che vuole dire che sono i figli o i nipoti del fondatore di Wal-Mart.
Vi pare una coincidenza che questo impero di vendita a dettaglio anti-sindacalista e a paga bassa abbia generato una fortuna di 200 miliardi di dollari per la famiglia?
Secondo, anche se oggi molta della ricchezza è prodotta nell'industria finanziaria con mezzi che sono occulti per il cittadino medio e che non sembrano richiedere lavoro manuale di alcun genere, da qualche parte lungo il tragitto noi tutti paghiamo un prezzo. Tutte quelle commissioni per i pagamenti in ritardo, tassi di interesse gonfiati e le tasse esorbitanti per i conti correnti con saldi bassi non vanno, per quanto ne sappia io, alla mensa dei poveri.
Terzo, il ceto dei benestanti al potere dà man forte al rialzo dei prezzi di cose di cui anche la gente normale ha bisogno; per esempio, la casa. La speculazione edilizia sta costringendo la gente povera nelle città a cercare posto in case suburbane, piccole e sovraffollate, mentre i maneggi dei miliardari sloggiano i ceti rurali basso e medio. In maniera analoga, i ricchi possono permettersi delle tasse scolastiche di oltre 40.000 dollari facendo sì che l'istruzione universitaria diventi un privilegio della classe benestante.
Infine, e forse la cosa più importante, l'enorme concentrazione di ricchezza nelle mani di pochi in alto è sfruttata regolarmente per far pendere il processo politico a favore dei ricchi. Sì, dovremmo riconoscere gli sforzi filantropici dei miliardari eccezionali come George Soros e Bill Gates.
Ma se non finiamo per avere l'assicurazione sanitaria universale nei prossimi anni, non sarà perché l'americano medio non sta bramando per un sollievo dai costi sempre più alti delle cure sanitarie. Potrà benissimo essere, come dice 'The Nation', perché Hillary Clinton è la destinataria congressuale numero uno delle donazioni dell'industria farmaceutica. E chi, secondo voi, chiese a Bush i tagli alle tasse per i ricchi? La AFL-CIO [la più grossa unione dei sindacati negli Stati Uniti, ndt].
Lowenstein rileva che "se lo strato sottile più esterno fosse esiliato su qualche isola dei Caraibi, l'America che rimarrebbe sarebbe molto più egalitaria".
Beh', il punto è che sarebbe anche più prosperosa, a livello individuale, e democratica. Anzi, perché mai dare un'isola dei Caraibi allo strato più esterna? Dopo tutto quello che hanno fatto per noi di recente, io credo che le Aleutine siano più che adeguate.Barbara Ehrenreich ha scritto tredici libri tra cui il bestseller del New York Times 'Nickel and Dimed'. Contribuisce spesso al New York Times, Harpers, the Progressive e Time magazine. Vive in Florida.
Traduzione di Arif
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English version
The Rich Are Making the Poor Poorer
by Barbara EhrenreichTwenty years ago it was risky to point out the growing inequality in
But it no longer takes a Marxist, real or alleged, to see that
As the Times puts it: "It's as if every household in that bottom 80 percent is writing a check for $7,000 every year and sending it to the top 1 percent." Summers now admits that his former cheerleading for the corporate-dominated global economy feels like "pretty thin gruel."
But the moderate-to-conservative economic thinkers who long refused to think about class polarization have a fallback position, sketched out by Roger Lowenstein in an essay in the same issue of the New York Times magazine that features Larry Summers' sobered mood.
Briefly put: As long as the middle class is still trudging along and the poor are not starving flamboyantly in the streets, what does it matter if the super-rich are absorbing an ever larger share of the national income?
In Lowenstein's view: "...whether Roger Clemens, who will get something like $10,000 for every pitch he throws, earns 100 times or 200 times what I earn is kind of irrelevant. My kids still have health care, and they go to decent schools. It's not the rich people who are pulling away at the top who are the problem..."
Well, there is a problem with the super-rich, several of them in fact. A bloated overclass can drag down a society as surely as a swelling underclass.
First, the Clemens example distracts from the reality that a great deal of the wealth at the top is built on the low-wage labor of the poor. Take Wal-Mart, our largest private employer and premiere exploiter of the working class: Every year, 4 or 5 of the people on Forbes magazine's list of the ten richest Americans carry the surname Walton, meaning they are the children, nieces, and nephews of Wal-Mart's founder.
You think it's a coincidence that this union-busting low-wage retail empire happens to have generated a $200 billion family fortune?
Second, though a lot of today's wealth is being made in the financial industry, by means that are occult to the average citizen and do not seem to involve much labor of any kind, we all pay a price, somewhere down the line. All those late fees, puffed up interest rates and exorbitant charges for low-balance checking accounts do not, as far as I can determine, go to soup kitchens.
Third, the overclass bids up the price of goods that ordinary people also need -- housing, for example. Gentrification is dispersing the urban poor into overcrowded suburban ranch houses, while billionaires' horse farms displace the rural poor and middle class. Similarly, the rich can swallow tuitions of $40,000 and up, making a college education increasingly a privilege of the upper classes.
Finally, and perhaps most importantly, the huge concentration of wealth at the top is routinely used to tilt the political process in favor of the wealthy. Yes, we should acknowledge the philanthropic efforts of exceptional billionaires like George Soros and Bill Gates.
But if we don't end up with universal health insurance in the next few years, it won't be because the average American isn't pining for relief from escalating medical costs. It may well turn out to be because Hillary Clinton is, as The Nation reports, "the number-one Congressional recipient of donations from the healthcare industry." And who do you think demanded those Bush tax cuts for the wealthy -- the AFLCIO.
Lowenstein notes, that "if the very upper crust were banished to a Caribbean island, the
Well, duh. The point is that it would also be more prosperous, at the individual level, and democratic. In fact, why give the upper crust an island in the
Barbara Ehrenreich is the author of thirteen books, including the New York Times bestseller Nickel and Dimed. A frequent contributor to the New York Times, Harpers, and the Progressive, she is a contributing writer to Time magazine. She lives in
fonte: http://www.zmag.org/Italy/ehrenreich-ricchiepoveri.htm
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