"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

martedì 24 luglio 2007

Parecon: è un'alternativa?



C'è un'alternativa
Articolo per una rivista tedesca.

Michael Albert


Nel capitalismo, i proprietari che assieme sono circa un quinto della popolazione, che hanno altamente “rivalutato” il lavoro, decidono cosa deve essere prodotto, con quale mezzo e con quale distribuzione. Circa quattro quinti della popolazione fa perlopiù un lavoro “precario”, sopporta redditi inferiori, obbedisce agli ordini e sopporta la noia, tutto imposto dall'alto. Come John Lennon suggeriva, “non appena sei nato ti fanno sentire piccolo non dandoti tempo invece di tutto”.

Il capitalismo distrugge la solidarietà, omogenizza la varietà, distrugge l'equità e impone una crudele gerarchia. E' sbilanciato a favore del potere e dell'opportunità rispetto al dolore e all'impedimento. Addirittura, impone ai lavoratori un grado di disciplina oltre il quale ogni dittatore ha mai sognato di imporlo politicamente. Chi ha mai sentito di cittadini che chiedono il permesso di andare in bagno, un'occorrenza comune per i lavoratori di molte società.

I disservizi del capitalismo non sono dovuti a persone antisociali. Al contrario le istituzioni del capitalismo impongono un atteggiamento orribile anche sui loro cittadini più sociali. Nel capitalismo, come diceva scherzando un famoso manager di baseball, “i ragazzi gentili finiscono ultimi”. Più aggressivamente: “i rifiuti crescono”. Witness Washington's White House.

L'economia partecipativa, o parecon, è una strada alternativa per organizzare la vita economica.

Parecon ha giusti redditi, situazioni finanziarie, e responsabilità per tutti i partecipanti. Ogni partecipante a parecon ha un imparziale compartecipazione sulla propria vita e su tutte le conseguenze sociali condivise. Parecon elimina la divisione di classe.

Parecon produce solidarietà. Anche un individuo antisociale, in parecon non ha scelta, deve rispondere del benessere sociale se lui o lei desidera prosperare.

Parecon diversifica i risultati e genera una distribuzione equa che remunera ogni partecipante per quanto a lungo e quanto duramente lavora, come anche le condizioni sfavorevoli di cui può soffrite sul lavoro.

Parecon permette ad ogni persona di dire la propria in ciò che produce, quali mezzi sono usati, e come le risorse vengono stanziate, tutto in proporzione al grado in cui lui o lei sono interessati da quelle decisioni.

Parecon, in altre parole, ha dei valori completamente diversi dal capitalismo e per promuovere i suoi differenti valori, parecon, incorpora differenti istituzioni.

Parecon ha dei consigli di lavoratori e consumatori, dove lavoratori e consumatori si impegnano in svariati “campi” di discussione, dibattiti e decisioni democratiche. In parecon non ci sono proprietari di società e manager che decidono i risultati “dall'alto”.

Parecon ha “complessità di lavoro bilanciate” in cui ogni lavoratore svolge una giusta combinazione di lavoro, di potere e di conoscenza, così che tutti i partecipanti abbiano “circostanze di potere”, invece del 20% della forza lavoro che monopolizza tutti i compiti di potere e l'80% che lavora solamente in maniera subordinata. In parecon c'è ancora capacità, c'è ancora coordinazione. Sono ancora prese decisioni. Ma non c'è un'informazione monopolista minoritaria di potere, attività e con accesso alle posizioni decisionali, mentre una maggioranza è resa subordinata facendo compiti giornalieri noiosi, senza la componente decisionale.

In parecon tutti i lavori, che significa tutti i lavori delle persone, comporta una calibrata mescolanza, cosicché ogni partecipante abbia delle condizioni eque di potere. In parecon non c'è una classe di possidenti. Non ha tecnocrati, manageriali o una classe di coordinatori. In economia partecipativa ci sono solo lavoratori e consumatori che cooperativamente e creativamente appagano le loro capacità partecipando ognuno ad una corretta condivisione di autorità.

Parecon ha una remunerazione per sforzi e sacrifici, che si traduce in una remunerazione per la durata, intensità e la difficoltà del lavoro che le persone fanno. Parecon rifiuta la remunerazione per il potere, proprietà e anche profitto. Invece di enormi disparità di reddito e ricchezza, parecon, ha solo una distribuzione del prodotto sociale.

Parecon inoltre si sbarazza dei mercati che oppongono un attore contro tutti gli altri, distruggono la solidarietà, impongono la divisione di classe, manomettono le merci pubbliche, ignorano gli effetti collettivi distanti dai compratori diretti e venditori, violano l'equilibrio e la sostenibilità ecologica, oltre che molti altri errori. Al posto dei mercati, parecon, utilizza un sistema di lavoratori e consumatori, attraverso i loro consigli auto-amministrati, entrate e uscite di negoziazione cooperativa per tutte le ditte e attori in accordo con costi veri e pienamente sociali e benefici di attività economiche.

In un articolo corto è impossibile trattare, anche solo velocemente ma in maniera convincente, un argomento per un sistema economico interamente differente. Posso solo offrire una sintetica lista di valori e istituzioni di parecon. So che è vaga e dura per un lettore non pratico dare sostanza a questa brevità. Ma qui non abbiamo una stanza per chiarimenti, supportare argomenti o una discussione dettagliata. Le mie scuse.

Ciò che spero, comunque, è che i lettori che sanno dalla propria esperienza che le consuetudini delle economie capitalistiche ci inducono a tosarci l'un l'altro, negandoci la parola sulle nostre stesse vite o forzandoci a dominare la vita degli altri, distribuendo massicce rendite a quelli che fanno il lavoro più gratificante o che non lavorano per nulla, e distribuendo magre rendite a quelli che fanno il meno gratificante e l'incolmabile volume di lavoro, vogliano sperare che parecon sia una reale alternativa.

Posso sperare, in altri termini, che invece di accettare quietamente il mantra che induce alla passività delle persone ricche che “non c'è alternativa”, noi tutti tenteremo qualcosa di meglio, oltre il capitalismo, e che, mossi dalle nostre aspirazioni, considereremo attentamente parecon sui suoi meriti.

Un posto da cui potresti iniziare, se non accetti che l'umanità sia condannata per sempre ad un'indecente disuguaglianza e gerarchia via proprietà capitalistica, corporazioni e mercati, è a http://www.parecon.org.


fonte: http://www.zmag.org/Italy/albert-alternativace.htm

1 commento:

Anonimo ha detto...

Cazz! Znet.it! Ve lo stavo per suggerire (c'è l'ho pure nei "segnalibri" -"preferiti" per chi usa internet explorer- )!!
Però che bello eh? Percorriamo le stesse strade nella rete!
Ciao, bellissimo post!