"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

sabato 28 luglio 2007

LA GUERRA TRA FEMMINE



"Di Maria Montessori non conoscevo bene la storia privata.

Che avesse avuto un figlio, sì, forse avevo sentito: una specie di ricordo, come di un inciso nel discorso, un rapido pudico accenno che qualcuno molti anni fa - quando ancora non mi dovette sembrare rilevante - deve aver fatto parlando della luminosa vita della signora della bella educazione e delle mille lire.

Perciò mi perdoneranno gli esperti di storia delle donne se ci torno e un momento qui mi fermo..."

E' Concita De Gregorio che riflette in "D" del 26.5.2007

"...La "madre" di milioni di bambini non ha potuto essere madre del suo.

L'uomo con cui lo ha concepito l'ha respinta, non le ha trovato un posto nella sua vita ("tu eri troppo per me", le dirà molti anni dopo, come sempre troppo tardi): non ha voluto lei né suo figlio, non l'ha voluta madre.

Che da quel momento in poi Maria abbia voluto dedicarsi ai bambini degli altri, a tutti i bambini del mondo è un esito possibile, nel suo caso luminoso e pubblico, del dolore privato.

E tuttavia non sufficiente a guarirla dal pensiero perpetuo, profondo e inestinguibile, della perdita dei due affetti più importanti.

Una vita affollatissima eppure segnata dalla solitudine specifica: sola rispetto a quelle persone e non altre, un vuoto che nient'altro riempie.

Questo almeno mi è parso vedendo il film tv in due puntate mandato in onda da Canale 5 in cui Paola Cortellesi - bravissima - dà corpo e anima a una donna che potrebbe essere una di noi, una ragazza di oggi impermeabile allo sguardo ostile degli uomini attorno, diritta e sicura lungo un cammino ancora da aprire e vulnerabile solo quando si tratta di sé.

Nel sospetto che la riduzione tv fosse troppo "libera" ho cercato Maria Montessori, una storia attuale, biografia scritta da Grazia Honegger Fresco.

"Maria Montessori, nata a Chiaravalle nel 1870, nubile. Dottore in medicina e chirurgia e prof. di Scienze naturali". Comincia così. Vale la pena di leggerlo, davvero.

Per la parte di eredità che la vita di questa donna ha lasciato a tutti ma principalmente per ritrovare nelle pieghe della sua storia personale quei passaggi, quei dolori e quelle rinunce che due secoli dopo ci riguardano come fossero i nostri.

Dunque così poca strada abbiamo fatto? O forse non è un problema di emancipazione ma di "natura femminile"?

È nel destino delle donne nascondere, sacrificare, tagliare via pezzi di sé come moneta di scambio per avere indietro il diritto a un posto?

Marina Terragni, giornalista di Io donna del Corriere della Sera ha scritto La scomparsa delle donne, un bellissimo pamphlet sul "maschile, femminile e altre cose del genere".

La differenza femminile, dice, rischia di estinguersi.

Un rischio, appunto, non una inevitabile sorte. Parla di mistiche e di ragazze "veri ometti", di badanti e di filosofe, di madri, di casalinghe, di sante e di modelle.

Da leggere, e poi pensare alle pagine sulla necessità/incapacità di "stare ferme". A quelle, lo dico in sintesi, sullo straordinario tasso di ostilità reciproca che le donne riescono a generare.

Invidia, rivalità: le categorie non bastano a spiegare.

Lo vedo nella politica, che frequento: donne dello stesso partito animate dal quotidiano desiderio di prevalere una sull'altra. Colleghe, compagne di banco segretamente (non tanto, poi) nemiche. Lo vedo nei giornali. A scuola.

Mio figlio di undici anni mi racconta di come a scuola «le femmine si sono divise in tre gruppi, hanno tre diari segreti e ogni gruppo ha il capo che tiene le chiavi del diario. Si fanno la guerra tutto il tempo». Le insegnanti hanno convocato i genitori: non è solo un gioco, è una dinamica di rapporti che avvelena la convivenza.

Le femmine si fanno la guerra.

Sono anni che lo vedo accadere, a tutte le età, e ancora non so perché invece di ascoltarsi, di incuriosirsi una dell'altra, di trovare risonanze e legami le donne scelgano così spesso di combattersi ciascuna dalla sua privata trincea, da quella di clan.

Lontanissima dal pensiero di una solidarietà di genere, che esiste mi pare solo nelle stanze della reale sofferenza, trovo che questa eterna battaglia fra indiani e cowboy, fra indiane e soldatesse armate sia uno spreco di forze esasperante, a volte ridicolo, sempre deprimente."


Anche se confessa di non capire il perché, l'autrice fa bene a parlare di questa realtà, che è sotto gli occhi i tutti.

Noi pensiamo che abbia una radice culturale, dovuta alla millenaria storia di sottomissione delle donne nei confronti degli uomini.

Come tutte le sottomissioni, ha generato nelle vittime il complesso dell'autodifesa tramite la competizione con ogni mezzo verso le altre per apparire agli occhi del padrone.

E' un po' la stessa storia dei famosi polli di Renzo, moltiplicata per miliardi di volte, non ancora vinta, come dimostra in un paese laico la sconfitta di Ségolène Royal nelle elezioni presidenziali francesi, decretata appunto dal voto femminile riversato sul maschio autoritario e razzista.

E' anche la causa della scarsa adesione delle donne all'etica della nonviolenza, attratte come sono dal mito del maschio forte e dominante, che le sottomette con la violenza, le fa sue, le protegge, ne riempe la vita, di cui si riappropiano soltanto in vecchiaia, quando il corpo dell'uomo si rivela più fragile del loro e possono sottometterlo curandolo con affetto.


fonte: http://www.cosinrete.it/2007_07/cosinrete3271_02.htm

...


da leggere..

ESSERE DONNA



"Cosa significa oggi, nel ventunesimo secolo, essere donna?" Domanda banale, forse. Eppure è sempre difficile dare una risposta univoca, senza generare un dibattito lungo e controverso...

leggi

INTRODUZIONE

LA STREGA

UNO SLALOM TRA I SECOLI

UN TABÙ PIÙ VECCHIO DEL MONDO

CONCLUSIONI

A cura di: Emanuela Perri

fonte: http://www.italiadonna.it/societa/soc10.htm

...

2 commenti:

Anonimo ha detto...

"E' anche la causa della scarsa adesione delle donne all'etica della nonviolenza, attratte come sono dal mito del maschio forte e dominante, che le sottomette con la violenza, le fa sue, le protegge, ne riempe la vita, di cui si riappropiano soltanto in vecchiaia, quando il corpo dell'uomo si rivela più fragile del loro e possono sottometterlo curandolo con affetto."

Com'è vero!!
Bellissimo post... bellissimo.
Ciao.

Anonimo ha detto...

...leggendo gli allegati al post, vi aggiungo:
Sì, la donna è un'esplosione di energia infinita, non importa se lunare o solare, comunque lo è.