"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

domenica 8 luglio 2007

L’eterna lotta che c’è in me





L’eterna lotta che c’è in me

Ieri sera siamo andati a festeggiare il rientro della Fuoriserie Testarossa… che c’era di meglio per una carnivora di una grigliata mista in compagnia dei rossi della festa di Cremona?

Quindi, eccoci là. Tra uno spiedone ed un bicchiere di rosso (lei solo acqua!), con il rock sparato fortissimo nella notte, in mezzo ad amici. Io, a cercare di far convivere la mia anima anarchica con il cervello comunista… e non è mica facile! Meglio duri e puri, o meglio portare a casa qualche risultato minimo – quanto attualmente possibile – ingoiando tonnellate di rospi? L’anarchica dice meglio puri, la razionalista dice meglio cercare di cambiare la società partendo dalla situazione reale.

Vince la comunista… per ora. Però… però se questo governo fa qualcosa che non mi va proprio giù, oltretutto disattendendo le promesse elettorali, allora mi arrogo il diritto di protestare e di farglielo sapere.

La storia delle “missioni di pace” non mi piace ora, come non mi piaceva prima. Quindi ho sottoscritto la campagna europea per il ritiro delle truppe:

Campagna europea per il ritiro delle truppe

Sottoscrivi: vialetruppe@gmail.comIndirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo

LE TRUPPE EUROPEE DI OCCUPAZIONE IN IRAK,

AFGHANISTAN E LIBANO

DEVONO TORNARE A CASA!



Unità militari di differenti paesi europei formano parte delle truppe di occupazione in Irak, Afghanistan, e ora anche in Libano. I contingenti europei che restano in Irak, sotto il comando dei britannici, svolgono l’indegno ruolo di forze ausiliarie delle truppe degli Stati Uniti, impantanate in una guerra coloniale che provoca sofferenze insopportabili al popolo irakeno. Le truppe europee in Afghanistan, affrontate con la forza da una rivolta armata che cresce quotidianamente, si dedicano a coprire le retrovie dell’esercito nordamericano, che non può distrarre le sue forze dalla guerra d’occupazione in Irak. Quest’intervento europeo ha come principale obiettivo quello di ottenere che una parte del bottino del petrolio e delle ricchezze naturali della regione vada a finire nelle mani delle grandi imprese multinazionali europee. Nel caso del Libano, ci è stato detto che l’intervento militare europeo non ha altro fine se non assicurare la pace ed aiutare il martirizzato popolo libanese. Allora abbiamo chiesto perché, se questo era l’obiettivo, le truppe europee non si fossero stanziate in territorio israeliano. Dopotutto, è stato Israele a violare le frontiere del Libano e ad aggredire il suo popolo con brutalità genocida. Dagli organi di stampa sono trapelate, inoltre, le regole d’ingaggio approvate dall’Onu per le truppe dell’Unifil, che “permettono l’uso della forza letale, per impedire o eliminare attività ostili, incluso il traffico illegali di armi, munizioni ed esplosivi nell’area di competenza dell’Unifil”. Passando dalle parole ai fatti, l’Unifil avvertiva lo scorso 8 ottobre che avrebbe“installato posti di blocco e proceduto alla requisizione di armi, se l’esercito libanese non fosse stato in grado di farlo.” In altre parole, il vero obiettivo dell’intervento militare europeo nel Libano, coordinato con gli Stati Uniti, è procedere al disarmo della resistenza. Quest’intervento serve, allo stesso tempo, per coprire le spalle dell’esercito israeliano, che può concentrare comodamente le sue forze in operazioni genocide a Gaza ed in Cisgiordania.
I sottoscritti, di fronte alla gravità della situazione, in nome della pace e della fratellanza dei popoli, esigono che i governi dell’Unione Europea ritirino immediatamente le truppe europee dall’Irak, dall’Afghanistan e dal Libano.


Vi risparmio l’elenco dei firmatari – se volete lo trovate qui. Ma vi invito a vostra volta a firmare e fare passaparola.


… ma non è tutto! Già che c’eravamo, abbiamo rinnovato la tessera ANPI (un grazie particolare a Mirko, che ha dimostrato ancora una volta di crederci davvero, e tanti affettuosi auguri per un pronto ristabilimento al compagno Partigiano che per primo ci ha fatto l’onore di co-optarci nell’associazione).

Torneremo presto a parlare delle posizioni del PdAC e della sinistra al governo… sperando in qualche modo di contribuire ad abbattere gli steccati ed a fare tutta la strada possibile insieme – per i lavoratori e per il comunismo.

elena

7 commenti:

Anonimo ha detto...

"per i lavoratori e per il comunismo"?
Apprezzo molto le grigliate rosse, ma un pò meno questi proclami come sopra.
Perchè "per i lavoratori"?? Tutti i lavoratori che conosco sono corrotti e fanno uso dei sindacati solo per altre ferie o maggiori guadagni, insomma un pò troppo assistenzialisti questi lavoratori non credi?
Io modificherei così:
Per gli intellettuali e una nuova idea di distribuzione della richezza.
I lavoratori devono imparare a crescere. Occorre che l'istituzione smetta di dargli il pesce ma che impari loro a pescarlo!

elena ha detto...

Ma scusa un po'... secondo te, io non sarei una lavoratrice??? O sarei corrotta? :)))

Sul fatto che le istituzioni smettano di fare assistenzialismo ed educhino le masse, siamo perfetamente d'accordo. Noi, non loro... i pigri no (mica tutti i lavoratori però!) perché il pesce pronto è più comodo, le istituzioni no perché... se trasmetti il tuo sapere e la tua cultura, a chi poi metti impunemente i piedi in testa???

Anonimo ha detto...

Brava Ele :)

Equo ha detto...

Da sempre( o, almeno, da Gramsci) nel lessico comunista con il termine "lavoratori" s'intendono anche i "lavoratori della mente", ossia gli intellettuali. Una cosa è dire "classe operaia", "proletari" o "salariati", altro usare la parola "lavoratori" che, in fondo, raggruppa chiunque non sia proprietario di mezzi di produzione ed usufruttore di plusvalore. Dopo di che, perdonami Edgar, ma se la classe operaia è stata corrotta da una visione della vita "piccolo borghese", il compito di un "intellettuale organico" non è, io credo, prendere le distanze con una punta (lo dico sorridendo) di "snobismo", ma, semmai, moltiplicare gli sforzi per ricondurre questi altri "lavoratori" all'orgoglio della loro condizione.
In quanto ad Elena ed alla sua dicotomia mente/cuore... facciamo così: prima realizziamo una società comunista, subito dopo ci schieriamo all'opposizione per la realizzazione dell'ideale anarchico :-)

Anonimo ha detto...

Ti ringrazio della precisazione Equo.
...E che quando ti trovi personalmente a fare i conti con una classe che una volta rappresentava "Qualcosa" ed ora non solo è allo sbando, ma è marcia dentro per le motivazioni anche da te espresse, ti vien voglia di vomitarci sopra.
Fortuna che c'è ancora qualcuno che riesce a mostrarmi l'altro volto della medaglia.
Ciao.

ska ha detto...

IO ci sto, Equo! :) Bella proposta!
Elena, sperando che serva a qualcosa...come si fa a sottoscrivere? Mando un'e-mail all'indirizzo da te indicato copiando il testo e firmando?

elena ha detto...

Per Ska: ti riporto il testo trovato nel PdAC

"Le adesioni raccolte in Italia (con l'indicazione di nome, cognome, lavoro, città, indirizzo e-mail o telefono) vanno mandate all'indirizzo vialetruppe@gmail.com"

Ma ovviamente VALE PER TUTTI!!!

Equo: come sempre, hai la soluzione che mi piace... va bene, ci sto anch'io! Quand'è che prendiamo il palazzo??? :)