In queste ore c'è tutto un gran rimpallarsi di responsabilità, vere o presunte, in merito alle intercettazioni (ma loro le chiamano "indagini ambientali") fatte ai danni di magistrati, generali, e quant'altri.. Berlusconi non sapeva che il Pio pompava.. La sinistra, buon'anima, nemmeno.
Ma quando uscì la notizia che un povero carabiniere, in piena crisi di coscienza, aveva osato rivelare che 70 milioni di italiani erano stati indagati e "schedati" dalle stesse indagini "ambientali" non mi pare che ci fu quel grande scandalo.. Si preferì mettere tutto a tacere. Come sempre.
Ma un pensiero mi rode: che fine avrà fatto l'appuntato Mattioli?
mauro
....
Ricordate?
Dal sito della repubblica (1/6/00)
La denuncia di un carabiniere: "Fascicoli su chiunque"
Pioggia di esposti a magistratura e Garante della privacy
"Siamo tutti schedati"
L'Arma ha 70 milioni di dossier
di DANIELE MASTROGIACOMO
ROMA - Siamo tutti schedati. Uomini, donne, vecchi e bambini. E poi associazioni, partiti, gruppi sociali, di volontariato. Industrie, enti e uffici finanziari. Settanta milioni di fascicoli custoditi nei cinquemila comandi dell'Arma dei Carabinieri.
La denuncia di un appuntato scelto della Benemerita, in servizio nella caserma di San Giovanni Valdarno, rivelata ieri da "Il Manifesto" ha riproposto con forza un problema mai chiarito nella vita della nostra Repubblica. Del caso è stato investito l'Ufficio del garante per la privacy.
Segnalato ad una ottantina di Procure italiane da Sondrio a Caltanissetta il caso è finito anche in Parlamento. Il militare, l'appuntato scelto Valerio Mattioli, ha ritenuto di fare il suo dovere: raccogliere e custodire in modo permanente i dati privati di persone che non hanno alcun precedente penale viola una precisa disposizione della legge che garantisce appunto la nostra privacy. I vertici della caserma di San Giovanni Valdarno hanno reagito con una sanzione disciplinare.
L'appuntato Mattioli è stato punito con tre giorni di consegna perché non aveva informato i suoi superiori. Cosa che aveva invece fatto. L'11 gennaio del 1998, prima di rivolgersi al Garante della privacy, aveva chiesto - attraverso i suoi superiori gerarchici - al Comandante generale dell'Arma dei carabinieri chiarimenti "sullo stato di applicazione della legge sulla privacy". Non ha avuto risposta e agli inizi dell'agosto del 1999, si è rivolto alla magistratura con la pioggia di esposti -denunce. L'insistenza del militare ha indispettito i suoi superiori che gli avrebbero prospettato il rischio di un'espulsione dall' Arma.
Una copia delle denunce è stata spedita anche a Rifondazione comunista. Il senatore Giovanni Russo Spena l'ha esaminata e si è rivolto, con un'interrogazione, al ministro della Difesa. Questo avveniva il 12 gennaio di quest'anno. Ma a tutt'oggi non c'è stata alcuna riposta. "Il governo può far finta di nulla", protesta Russo Spena. "Se il caso fosse vero, si prefigurerebbe una violazione molto grave dello stato di diritto".
Franco Frattini, presidente della Commissione servizi della Camera, frena: "Non mi sembra una violazione della privacy, se si riferisce a informazioni ambientali. Tali informazioni devono essere raccolte a fini istituzionali, come il rilascio del nullaosta sicurezza o per accedere a
determinate funzioni, come il concorso in magistratura".
(1 giugno 2000)
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