Il 50% in più rispetto ai privati
di LUCA IEZZI
Assenteismo nelle aziende pubbliche: enti previdenziali e agenzie fiscali in testa
ROMA - Sette settimane lontano dalla scrivania. Le statistiche confermano il luogo comune del dipendente pubblico meno presente al lavoro rispetto ai colleghi del settore privato: i dati annuali della Ragioneria dello Stato, aggiornati al 2005, dicono che per gli uomini l'assenza media è di 47 giorni e per le donne di 52. Cifra complessiva che comprende ferie, malattie e permessi vari. Visto che la quota delle vacanze può essere considerata identica sia nel settore pubblico che nel privato, la differenza è consistente: quasi il 50% in più. Nella Pubblica Amministrazione il 20% del periodo lavorativo lo si passa da assenti più o meno o giustificati contro il 16% registrato nell'industria e il 12,3% dei servizi.
La tendenza è al peggioramento: nel 2000 i giorni di lavoro complessivamente persi per malattia e permessi erano 65.209.385, cinque anni dopo sono saliti a 66.368.095 con l'aggravante che nel quel monte assenze è diviso tra un totale di impiegati più basso di 29 mila unità. Se si guarda alla malattia, in cinque anni ogni dipendente pubblico in media ha chiesto un giorno in più di riposo, facendo pagare allo Stato 3 milioni di giorni lavorati in meno. Confermata inoltre che sono le dipendenti donne a chiedere mediamente più tempo per rimanere lontano dall'ufficio.
Ministeri e Pa. Nel dettaglio il confronto può non essere omogeneo per l'enorme differenza di dimensione tra i vari enti, comunque tra i più "cagionevoli" spiccano gli oltre 2400 addetti alla presidenza del consiglio con quasi 16 giorni di malattia a testa. Nei ministeri si passa dai 22,5 giorni di media per i dipendenti della difesa fino ai soli 4,6 del ministero degli Interni e i 6,8 degli Esteri.
Nelle altre istituzioni si segnalano gli alti tassi di assenza delle Agenzie fiscali e degli Enti pubblici non economici (Aci, Inail, Inps, Inpdap), una tendenza storica per queste istituzioni che peggiora anziché migliorare.
Infine la palma di stakanovisti invece va a diplomatici e magistrati, i primi stanno lontano dal lavoro solo 25 giorni all'anno, i secondi addirittura 13, ferie comprese. La toga inoltre sembra garantire una salute di ferro visto che i certificati di malattia coprono appena 3,4 giorni per addetto.
Enti locali. Tra comuni, province e regioni emergono differenze Nord-Sud solo sulle motivazioni dell'assenza dall'ufficio. Nella provincia di Treviso per esempio l'addetto medio è lontano dalla scrivania per 35 giorni l'anno escluse le ferie, nel comune di Bolzano per 38,9 giorni. In entrambi i casi pesano i permessi retribuiti (i giorni di malattia a Treviso sono appena 8), negli stessi uffici di Reggio Calabria i motivi di salute rendono inabile gli addetti per 26 giorni di media. L'uso smodato dei permessi malattia non è solo meridionale: ai primi posti spicca Alessandria (22 giorni), mentre tra i più virtuosi ci sono le province di Catanzaro e gli impiegati comunali di Avellino.
Oltre le rilevazioni statistiche, per scoprire i reali abusi servono dati puntuali, fino al caso singolo. La Ragioneria ha promesso già dal 2006 dati più dettagliati, e le stesse amministrazioni hanno aumentato i controlli. E quando non basta, come a Perugia, interviene la magistratura.
Nelle altre istituzioni si segnalano gli alti tassi di assenza delle Agenzie fiscali e degli Enti pubblici non economici (Aci, Inail, Inps, Inpdap), una tendenza storica per queste istituzioni che peggiora anziché migliorare.
Infine la palma di stakanovisti invece va a diplomatici e magistrati, i primi stanno lontano dal lavoro solo 25 giorni all'anno, i secondi addirittura 13, ferie comprese. La toga inoltre sembra garantire una salute di ferro visto che i certificati di malattia coprono appena 3,4 giorni per addetto.
(18 luglio 2007)
fonte: http://www.repubblica.it/2007/07/sezioni/cronaca/perugia-assenteisti/dossier-assenteisti/dossier-assenteisti.html
4 commenti:
Classico!
Manca una disamina sulla qualità della nostra imprenditoria e la caricatura dell'italiano è completa.
E'più che giusto non far di ogni erba un fascio ,ma se qualcuno trovasse il tempo e il coraggio di fare un inchiesta sulle qualità morali di chi esige che il cartellino sia timbrato,allora diventerebbe molto più chiaro a tutti il perchè abbiamo un susseguirsi di governi di M....
Siamo cosiiiii e difficile spiegare lalalalaila lala la.
Suerte
Val
Se aboliscono il cartellino si risolverebbero un sacco di problemi.
Devono pagare in base a ciò che fanno durante la giornata, non che non importa a nessuno se si sta seduti otto ore a giocare al solitario o connettersi ad internet senza fare un tubo!
Lavorare! Lavorare seriamente! Poi se si lavora seriamente ci si può anche allontare per un caffè e briosce.
Ciao.
P.S.: costituiamo il comitato per l'abolizione del cartellino carceriero! Liberiamo i dipendenti pubblici e formiamoli deontologicamente!
Giustissimo Edgar,giustissimo.
ciao
:)
Ciao Val, buonanotte.
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