Tfr, si va alla conta
Incognita dei lavoratori "silenti"
Tempo scaduto per il Tfr, si va ai "supplementari". Essendo domenica il 1° luglio di fatto i conti sull'ora x saranno fatti lunedì. C'è da contare la scelta o il "silenzio-assenso" di circa 13 milioni di lavoratori privati che dovevano scegliere la destinazione del proprio Tfr: se lasciarlo in azienda o affidarlo a qualche fondo di categoria.
Il ministro del Lavoro, Cesare Damiano, puntava a centrare l'obiettivo del 40% di iscritti al secondo pilastro della previdenza. Negli ultimi dati secondo il monitoraggio realizzato da diversi istituti si parla di un risultato molto più modesto. Uno degli ultimi studi in ordine di tempo, effettuato da Assogestioni, ministero del lavoro e Gfk-Eurisko, e diffuso il 20 giugno scorso, sosteneva che due lavoratori su tre lo avrebbero lasciato in azienda, mentre meno di un italiano su tre lo avrebbe devoluto a un Fondo pensione. Ma dall'indagine Eurisko-Assogestioni alla fine dell'anno il popolo dei lavoratori privati potrebbe essere composto da un 63% di lavoratori che tengono il Tfr in azienda e un 37% iscritti ai fondi pensioni (fra cui il 9% dei "silenti"). Anche secondo Elsa Fornero, professoressa di Economia e membro del Nucleo di valutazione della spesa previdenziale, contare il 38-40% di conferimenti a fine anno è «un'ipotesi ottimistica» e sarà «da valutare negativamente un incremento delle adesioni dovuto al silenzio-assenso».
Nel complesso, secondo questa indagine, al 20 giugno avevano già comunicato la propria decisione all'azienda 6 milioni di lavoratori, rispetto ai 2 milioni rilevati ad aprile. Su 9,5 milioni di lavoratori del settore privato, a lasciare il proprio trattamento di fine rapporto in azienda sarà, quindi, il 63% (6 milioni), mentre il 28% lo devolverà a forme di previdenza complementare (2,6 milioni). Il 9%, invece, non farà nulla. Ed è proprio il dato dei "silenti", di chi cioè non ha espresso una scelta, che potrebbe comunque riservare delle sorprese.
I ritardatari possono comunque ancora scaricare i moduli necessari dal portale allestito dal ministero del Lavoro, http://www.tfr.gov.it./ Troveranno anche tutte le informazioni del caso.
Infatti se chi ha già fatto la scelta per la previdenza integrativa, ha preso una decisione irreversibile, chi non ha fatto alcuna scelta automaticamente opterà per la forma pensionistica collettiva presente in azienda o, in sua mancanza, al Fondinps (la forma residuale che è stata creata per ricevere il Tfr dei lavoratori appartenenti a categorie prive di contratto o i cui contratti non abbiano previsto l`istituzione di una forma di previdenza complementare). In quest'ultimo caso, cioè in assenza di una scelta esplicita, si può però ancora decidere di optare in un secondo tempo per la previdenza complementare. Inoltre se il lavoratore che ha scelto il proprio fondo di categoria decide, perché scontento dei rendimenti, di cambiare potrà farlo dopo i primi due anni.
Così, secondo Ania, Abi e Assogestioni, il vero obiettivo è ancora quello di conquistare i due terzi di italiani che restano in attesa. E sottolineano che il vero lavoro dei gestori di fondi aperti e piani pensione individuali partirà dopo il 30 giugno perché - sentenziano - «a quella data avrà aderito solo una minoranza di lavoratori».
Pubblicato il: 01.07.07
Modificato il: 01.07.07 alle ore 20.43
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