"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

lunedì 16 luglio 2007

Vendere cibi adulterati non sarà più reato?

QUESTO E' UN ATTENTATO ALLA SALUTE DI TUTTI
BISOGNA FERMARLI!!

La depenalizzazione nella bozza del Codice di sicurezza alimentare
Vendere cibi adulterati non sarà più reato
Le nuove norme prevedono soltanto multe fino a 100 mila euro

MILANO
— Le cozze infettate dal virus dell'epatite o, peggio, dal vibrione del colera potrebbero «costare» solo una multa a chi le alleva, pesca e offre in vendita ai consumatori. Da 10mila a 80mila euro al massimo, una volta provata la buona o cattiva fede dell'«inquinatore». Nessun reato penale, nessuna sanzione come il carcere, previsto dalla legge 283 del 1962 attualmente in vigore. La depenalizzazione è inserita nel nuovo Codice della sicurezza alimentare predisposto dal Dipartimento per la sanità pubblica veterinaria, la nutrizione e la sicurezza degli alimenti del ministero della Salute. La bozza del Codice (un decreto legislativo) è stata sottoposta all'esame delle Regioni e dovrà essere discussa al tavolo Stato-Regioni.

Verrebbero abrogate tutte le leggi in materia, accorpate e semplificate. Ma, sorpresa, al Capo VI, quello relativo alle sanzioni, sparisce l'azione penale. In soldoni niente più magistratura di mezzo, fatto salvo in caso di gravi intossicazioni o in caso di morte del malcapitato consumatore di cibo inquinato, adulterato, con un'etichetta non veritiera, e così via. Addio ai sequestri preventivi che scattano per ordine dei pm, come avvenuto nel caso di mucca pazza o delle acque minerali al cloroformio, del pane o della mortadella agli escrementi, dei tiramisù al botulino, del tè cinese al piombo o del miele agli antibiotici. E i famosi blitz dei carabinieri del Nas scatterebbero solo su richiesta di Asl o enti amministrativi.

Un alleggerimento per la magistratura? Senz'altro, ma anche un'arma in meno di prevenzione, perché la sanzione penale è un fortissimo deterrente. Un produttore di vino al metanolo non rischierebbe più il carcere ma una multa che, anche se alta (da mille a 100 mila euro in base al tipo d'illecito), potrebbe anche convenirgli rispetto al guadagno già fatto in modo fraudolento. E se ci scappa il morto? Allora subentra la magistratura (per reati come l'omicidio), ma una vittima non è certo prevenzione. Anzi è la prova di un fallimento nel campo della sicurezza alimentare. Senza contare che, senza informazione o sequestri, mentre si indaga di decessi potrebbero essercene altri.

Di che cosa si occupa la legge 283 destinata all'abrogazione? Solo nella prima metà del 2007, sono state oltre 150 le sentenze della Cassazione relative a reati contemplati proprio dalla 283. Ecco un drammatico elenco-esempio che riguarda reati da 283 commessi o finiti in giudicato negli ultimi 12 mesi: prodotti ayurvedici con troppo piombo o mercurio, tè cinese al piombo, miele agli antibiotici, bevande analcoliche ( soft drink) al benzene, acque minerali con cloroformio o con tetracloroetilene, molluschi e crostacei dell'Est «infetti», pesce fresco ricco di un parassita (anisakis) causa di gravi enterocoliti, animali allevati con ormoni, maiali alimentati con il cromo per renderne le carni più rosse (in apparenza più magre), salmone con additivi per renderlo più arancione, frutta e verdura ai pesticidi. Senza contare frodi come la vendita di prodotti surgelati spacciati per freschi o di cibi contenenti sostanze non indicate in etichetta, se non scaduti e riciclati.

Coinvolti nei reati produttori, importatori, venditori, ristoratori, mense e distributori. Soltanto sabato la procura di Torino ha aperto due inchieste: una su tonno fresco che presenta elevati tassi di istamina (potrebbe scatenarsi una crisi allergica anche in chi allergico non è), l'altra su 67 chili di pane fresco (sfornati da una panetteria di Torino) con escrementi di insetti e roditori.
Un'ultima annotazione: il punto 3 dell'articolo 64 del Capo VI del Codice punisce con una multa da 10mila a 100mila euro (la sanzione più alta prevista dal Codice) «chi comunica o diffonde anche a mezzo stampa informazioni suscettibili di creare panico o allarmismo tra i consumatori». Attenzione: non notizie false, ma solo suscettibili di creare allarmismo. Suona come un «bavaglio» all'informazione che, come è noto, è base della prevenzione e della capacità del consumatore di sapersi autotutelare.

Mario Pappagallo
16 luglio 2007

fonte: http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2007/07_Luglio/16/Cibo_adulterato.shtml

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ECCO COSA CONTINUEREBBE A SUCCEDERE SE IL CODICE VENISSE MODIFICATO COME NELLE INTENZIONI.
L'ARTICOLO E' DI DUE ANNI FA, MA E' SOLO UNO DEI TANTI ESEMPI DI TRUFFE MESSE IN PIEDI AI DANNI DI TUTTI NOI, CHE ORMAI AVVENGONO QUASI QUOTIDIANAMENTE..
SENZA PIU' LA DENUNCIA AL TRIBUNALE PENALE E RIMANENDO LA SOLA SANZIONE PECUNIARIA AVREMO TORME SEMPRE PIU' GRANDI DI TRUFFATORI CHE TROVERANNO SEMPRE NUOVI MODI PER NON PAGARE.
E FARCI MORIRE AVVELENATI DA CIBI GUASTI.

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Operazione dei Nas: sequestri in tredici province. 61 indagati
Gli alimenti adulterati in vendita. Coinvolti alcuni imprenditori

Cibi con uova marce, muffe e vermi

Raffica di arresti in sette regioni

L'organizzazione evitava i costi dello smaltimento obbligatorio
e otteneva un sostanzioso ricavo con la vendita alle industrie


ROMA - Uova che dovevano essere smaltite come rifiuti pericolosi perché invase da muffe, parassiti e in stato di putrefazione finivano invece nei prodotti alimentari. Era questo il business messo in piedi dall'organizzazione smantellata dai Nas, che otteneva così un doppio risultato: evitava i costi delle operazioni obbligatorie di smaltimento e in più otteneva un sostanzioso ricavo economico con la vendita alle industrie alimentari.

Il Comando carabinieri per la tutela della salute, ha compiuto arresti e sequestri di aziende in 13 province di sette regioni italiane: Emilia Romagna, Lazio, Umbria, Marche, Lombardia, Piemonte e Veneto. I militari hanno eseguito 36 ordinanze a carico di 27 indagati emesse dal gip di Bologna, su richiesta della Procura della Repubblica: alcune riguardano l'applicazione di misure cautelari (in carcere agli arresti domiciliari), altre interdittive e altre ancora il sequestro di aziende. Questo l'elenco delle aziende poste sotto sequestro: Fattorie Caiconti (Forlì- Cesena); Biovo (Treviso); Uovadoro (Verona); Volcar (Verona); Angonova (Cuneo) Agricola Tre Valli (Verona), Fattorie Guglielmi (stabilimento a Mantova, sede legale a Forlì); Bionature Agroalimentari (sede legale a Ravenna, stabilimenti a Torino e Cuneo).

Gli indagati sono imprenditori e rappresentanti del settore alimentare e devono rispondere di associazione a delinquere finalizzata alla adulterazione di sostanze alimentari, commercio di sostanze alimentari nocive ed adulterate, frode in commercio, vendita di sostanze alimentari falsamente indicate come genuine. Nel corso delle operazioni sono stati sottoposti a sequestro anche ingenti quantitativi di uova ed "ovoprodotti", cioè le uova pastorizzate impiegate negli alimenti.

L'indagine è partita due anni fa. E se i destinatari dei provvedimenti eseguiti oggi all'alba sono 27, in tutto sono 61 le persone indagate: si tratta dei responsabili di imprese di prodotti alimentari e di aziende per lo smaltimento di rifiuti, gestori di aziende che si occupano di incubazione di uova e mediatori commerciali con sede non solo in Italia, ma anche in Francia, Olanda, Spagna ed Inghilterra. Otto di loro sono finiti oggi in carcere; dodici agli arresti domiciliari, sette sono stati interdetti dall'attività professionale e imprenditoriale; mentre nove aziende operanti nel settore alimentare sono state sequestrate.

A emettere i provvedimenti e stato il Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Bologna, Grazia Nari, su richiesta del Procuratore Aggiunto, Silverio Piro e del sostituto procuratore Lorenzo Gestri, che hanno coordinato le indagini svolte dai Nas di Bologna. Nell'operazione, che si è svolta all'alba e che ha visto impegnati cento militari, sono stati sequestrati anche 32 milioni di uova, 60 tonnellate e mezzo di ovoprodotto, 2500 tonnellate di sottoprodotti di origine animale e alcuni macchinari.

Costituita a Bologna, l'organizzazione si era sviluppata in tutto il centro-nord con ramificazioni e complicità anche all'estero. E contava sulla compiacenza di aziende specializzate nello smaltimento dei rifiuti pericolosi, che attestavano falsamente l'avvenuta distruzione delle uova putrefatte, che in realtà venivano riciclate per la produzione di alimenti. Il tutto con gravi rischi per la salute dei consumatori, come accertato dalle analisi scientifiche compiute dai Nas in collaborazione con l'Istituto superiore di Sanità e l'istituto Zooprofilattico sperimentale della Lombardia e dell'Emilia Romagna.

Le 13 province interessate dall'operazione denominata Fedro - tra le più importanti dopo quella del vino al metanolo, compiuta dai Nas nel settore delle adulterazioni alimentari - sono Roma, Forlì-Cesena, Modena, Perugia, Macerata, Cuneo, Torino, Brescia, Verona, Vicenza, Treviso, Mantova e Cremona. Il territorio più colpito è quello di Verona, dove sono state eseguite tre ordinanze di custodia cautelare e sono state sequestrate 3 aziende. Delle altre aziende a cui sono stati posti i sigilli 2 sono nella provincia di Cuneo e una ciascuno nelle province di Forlì-Cesena, Torino, Treviso e Mantova.

(6 dicembre 2005)


fonte:
www.repubblica.it/.../cibinas/cibinas.html


1 commento:

Uno ha detto...

Bisogna scoprire quali parlamentari hanno firmato la delega al decreto legislativo... Inondarli di e-mail e se li troviamo in giro prenderli a calci nel culo!
Dobbiamo anche far sentire la nostra voce anche al governo... Possibile che la Turco, per la sanità; De Castro, per le politiche alimentari; e Pecoraro Scanio, per l'ambiente (ndr. Verdi) non abbiano detto ancora NIENTE?
Sono scandalizzato... Sarebbe questa la sinistra?