"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

venerdì 18 gennaio 2008

Il 'boia di Bolzano' sarà estradato in Italia

Il criminale nazista Michael Seifert arriverà nel nostro Paese dove sconterà una condanna all'ergastolo per 9 omicidi: la Corte Suprema canadese ha respinto la richiesta di appello dei legali dell'ex Ss


Un'immagine d'archivio dell'ex SS Michael Seifert Ottawa, 18 gennaio 2008 - Il criminale nazista Michael Seifert, "il boia di Bolzano", sarà estradato in Italia dove sconterà una condanna all'ergastolo per nove omicidi: la Corte Suprema canadese ha infatti respinto la richiesta di appello dei legali dell'ex Ss contro la concessione dell'estradizione.


Seifert era stato condannato al carcere a vita in contumacia nel 2000, al termine di un processo che lo ha ritenuto colpevole di di 18 capi di accusa per omicidi e torture, commessi nel 1944-1945 nel campo di transito di Bolzano.


La scorsa estate, un tribunale della Colombia britannica aveva respinto una sua richiesta di far dichiarare irricevibile la richiesta di estradizione da parte dell'Italia. Un tribunale federale canadese aveva poi sentenziato che il criminale di guerra, al momento del suo arrivo in Canada nel 1951, aveva mentito nel dichiarare quale fosse il suo paese natale e non aveva fatto cenno alla sua attività in un campo nazista durante la seconda guerra mondiale.

fonte: http://qn.quotidiano.net/2008/01/18/60022-boia_bolzano_sara_estradato_italia.shtml

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IL LAGER DI BOLZANO - GRIES



Dal luglio 1944, resosi insicuro il campo di concentramento di Fossoli, nei pressi di Carpi (Modena), le deportazioni continuarono dal nuovo campo di Gries -Bolzano. Progettato per 1.500 prigionieri su di un'area di due ettari, con un blocco esclusivamente femminile e 10 baracche per gli uomini, fu successivamente ampliato e raggiunse una capienza massima di circa 4.000 prigionieri. Poté contare sui Lager satellite di Bressanone, Merano, Sarentino, Campo Tures, Certosa di Val Senales, Colle Isarco, Moso in val Passiria e Vipiteno.

Il campo era gestito dalle SS di Verona, comandato dal tenente Titho e dal maresciallo Haage che già avevano svolto gli stessi incarichi a Fossoli. Alle loro dipendenze una guarnigione di tedeschi, sudtirolesi ed ucraini (questi ultimi, giovanissimi, tristemente ricordati per il loro sadismo). Furono internati a Gries soprattutto prigionieri politici, partigiani, ebrei, zingari e prigionieri alleati. Tra le donne molte le militanti antifasciste, le ebree, le zingare, le slave e le mogli, le sorelle, le figlie di perseguitati antifascisti. Infine i bambini, provenienti da famiglie ebree, zingare e slave già deportate per motivi razziali.

Pessime le condizioni di vita, massacranti i tempi di lavoro, numerosi i casi di tortura ed assassinio. Circa 9.500 persone transitarono da questo campo (cfr Dario Venegoni, Uomini, donne e Bambini nel Lager di Bolzano) e numerosi furono i trasporti che tra l'estate 1944 e il febbraio 194545 partirono per Ravensbrück, Flossenbürg, Dachau, Auschwitz, e per Mauthausen.

Trangolo e matricola di Ada Buffulini a BolzanoNel campo fu attivissima una organizzazione di resistenza, in stretto contatto con una struttura di appoggio esterna (nella foto triangolo e numero di matricola di un deportato politico). Decine di persone, dentro e fuori del campo, furono impegnate in una pericolosissima attività di assistenza ai deportati, con particolare attenzione a coloro che venivano inseriti nei trasporti verso i campi di sterminio. Alcune centinaia di deportati ricevettero in questo modo notizie dalla famiglia, viveri, vestiario e denaro. Molti tra coloro che si impegnarono in questa coraggiosa opera di assistenza e di organizzazione pagarono con l'arresto, l'isolamento e anche con le torture il proprio impegno.

Il 12 settembre 1944, prelevati alle 4 del mattino, 23 giovani italiani furono condotti alle Caserme Mignon e assassinati a colpi di pistola. Altri morirono sotto le sevizie degli aguzzini, e in particolare di una coppia di giovanissimi ucraini. Uno di questi, Michael Seifert, rintracciato in Canada, è stato condannato all'ergastolo il 24 novembre 2000 dal Tribunale Militare di Verona. A Bolzano-Gries morirono decine di persone: i morti documentati sono circa 60, ma si tratta di un numero certamente approssimato per difetto.

Tra il 29 aprile e il 1° maggio 1945 gli internati ricevettero un regolare permesso firmato dal comandante del campo e furono accompagnati, a scaglioni, ad alcuni chilometri dalla città e rilasciati, mentre le SS si davano alla fuga, non prima di avere distrutto praticamente tutti i documenti del campo, cancellando così la gran parte delle prove dei loro misfatti.

Del campo di Bolzano-Gries, purtroppo, rimane solo il muro di cinta, mentre delle strutture del Lager oggi non rimane praticamente più traccia. Una idea d'insieme del Lager la si può trarre solo da poche foto del dopoguerra e da alcuni disegni tracciati sulla base delle testimonianze dei superstiti. La Provincia di Bolzano ha recentemente posto sotto tutela un tratto del muro di cinta del campo ancora in piedi. Nel 2204 l'Amministrazione comunale ha provveduto a fare installare 6 tabelloni illustrativi lungo il perimetro del muro di cinta.Sull'area del campo sorgono oggi alti palazzi.

fonte: http://www.anpi.it/misha_bolzano.htm




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2 commenti:

Anonimo ha detto...

Dal post:
"Decine di persone, dentro e fuori del campo, furono impegnate in una pericolosissima attività di assistenza ai deportati, con particolare attenzione a coloro che venivano inseriti nei trasporti verso i campi di sterminio. Alcune centinaia di deportati ricevettero in questo modo notizie dalla famiglia, viveri, vestiario e denaro. Molti tra coloro che si impegnarono in questa coraggiosa opera di assistenza e di organizzazione pagarono con l'arresto, l'isolamento e anche con le torture il proprio impegno".

Franca ha detto...

Speriamo che questo il carcere lo faccia!