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"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci
mercoledì 9 gennaio 2008
Fioroni minaccia il comune di Milano: «I bimbi figli di clandestini a scuola o taglio finanziamenti»
ROMA (9 gennaio) - E' scontro fra il ministro dell'Istruzione, Giuseppe Fioroni, e il comune di Milano sull'ammissione a scuola dei bimbi figli di extracomunitari clandestini. L'amministrazione del capoluogo lombardo, ha intimato Fioroni, deve ristabilire entro 10 giorni il rispetto delle norme in materia di iscrizioni nelle scuole d'infanzia dei bimbi extracomunitari e di quelli le cui famiglie per indigenza non hanno effettuato i pagamenti. In caso contrario, ha minacciato il ministro, l'ufficio scolastico regionale sospenderà la parità concessa e l'erogazione di ogni contributo statale. È questo il senso della diffida inviata dal ministero al comune lombardo.
Il Comune di Milano rispetti le norme o niente contributi. Il Comune, in base ai vincoli della legge sulla parità, dovrà quindi garantire il diritto all'iscrizione a tutti i bambini, in qualsiasi condizione si trovino, compresa la situazione di morosità delle famiglie per i pagamenti scolastici. L'amministrazione, in quanto ente gestore di scuole non statali paritarie è infatti tenuto a rispettare - spiega il ministero - gli ordinamenti del sistema nazionale di istruzione e i provvedimenti vigenti anche in materia di iscrizione degli alunni. La diffida inviata dal ministero prevede che se entro dieci giorni il Comune non ristabilirà il rispetto delle norme, l'Ufficio scolastico regionale sospenderà la parità concessa e l'erogazione di ogni contributo statale.
Istruzione diritto fondamentale. Il diritto all'istruzione, ha precisato Fioroni, «è uno dei diritti fondamentali dell'uomo. Impedirne la fruizione significa ledere la dignità della persona umana». «Non possono esistere deroghe a questa fruizione - ha aggiunto il ministro - né per le colpe dei padri né per lo stato di povertà. L'intero assetto legislativo, fino a oggi e a prescindere dai colori politici dei governi, non ha mai messo in discussione il fatto che un bambino che vive sul nostro territorio abbia diritto a essere istruito e curato e questo - ha concluso - indipendentemente dalle condizioni sociali ed economiche della famiglia».
Il ministero ha precisato che potranno essere accolti solo i bambini che compiranno 3 anni entro il 31 dicembre 2008 o al massimo entro il 31 gennaio 2009 in presenza di disponibilità di posti. I bambini che compiranno i 3 anni dopo tali date, e che il Comune avrebbe voluto iscrivere, potranno essere accolti - fanno notare a viale Trastevere - nelle nuove e numerose sezioni primavera per le quali il Comune di Milano ha già avuto autorizzazioni e risorse dal Ministero.
fonte: http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=16650&sez=HOME_SCUOLA
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3 commenti:
La sindachessa di MIlano ha la mia piena solidarietà. Mi auguro spinga la propria coerenza sino in fondo. Mi permetto di suggerirle di istituire vagoni speciali della metropolitana per i non-Italiani e posti a sedere sui mezzi pubblici a loro riservati sul fondo del bus. Propongo inoltre che venga loro negato l'accesso ai locali pubblici frequentati da Italiani e che, in ogni caso, sia loro imposto di rivolgersi ad ogni Italiano appellandolo "Signore" o, per chi preferisca un classico, "Bwana".
Per una volta dico a Fioroni (che normalmente non gode della mia simpatia): Ben fatto!
Zono azzolutamente t'akkorto kon Ekvo - però zuggherirei anke di imporre a tutti i non italiani una faskia al prakkio kon una skritta atekuata...
Ma non l'avevamo già sentita e superata, 'sta panzana?
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