"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

martedì 8 gennaio 2008

«Salari, la priorità è il potere d'acquisto»


La trattativa Vertice a Palazzo Chigi, oggi il negoziato. Sul tavolo detrazioni, misure anti-inflazione e incentivi alla contrattazione

La spinta di Damiano. L'assedio a Padoa-Schioppa: servono almeno 6 miliardi


ROMA — Parte la trattativa sulla questione salariale
con l'obiettivo immediato di evitare lo sciopero generale e quello in prospettiva di arrivare a un accordo con Cgil, Cisl e Uil per «rilanciare lo sviluppo», come ha detto ieri sera il ministro del Lavoro, Cesare Damiano, al Tg1. Il presidente del Consiglio, Romano Prodi, insieme con alcuni ministri, incontrerà oggi pomeriggio i segretari generali dei sindacati, Guglielmo Epifani, Raffaele Bonanni, Luigi Angeletti. Per preparare il vertice ieri lo stesso Prodi, insieme con il sottosegretario Enrico Letta, ha visto il ministro dell'Economia, Tommaso Padoa- Schioppa, il viceministro Vincenzo Visco, il ministro dello Sviluppo, Pier Luigi Bersani, quello del Programma, Giulio Santagata, oltre allo stesso Damiano. L'idea è quella di dare oggi al sindacato la disponibilità ad affrontare il problema di aumentare le retribuzioni nette attraverso un taglio del prelievo fiscale sul lavoro dipendente, così come della volontà di tenere sotto controllo prezzi e tariffe. «Per favorire lo sviluppo — anticipa Damiano — dobbiamo anche aumentare i consumi e quindi favorire il potere d'acquisto dei redditi, delle retribuzioni e delle pensioni.

E quindi questo passo va assolutamente compiuto». Spinge per l'accordo «per ridare slancio ai salari» anche il presidente del Senato, Franco Marini. Ma difficilmente saranno fatte cifre esatte sulle risorse che possono essere impiegate, sia perché Padoa-Schioppa non intende scoprire le carte prima della trimestrale di cassa sia perché è necessario un chiarimento nella maggioranza, che avverrà nel vertice già convocato per giovedì. La proposta del ministro della Solidarietà, Paolo Ferrero (Rifondazione) di aumentare di 100 euro al mese la detrazione sul lavoro dipendente per i lavoratori fino a 35-40 mila euro, per una spesa di almeno 10 miliardi di euro, ha sconcertato più di un ministro. Non solo Padoa-Schioppa, che continua a pensare che la questione salariale debba essere affrontata innanzitutto tra sindacati e Confindustria, ma lo stesso Damiano, che ha definito «senza senso» l'idea di Ferrero di puntare tutto sullo sconto fiscale negando la necessità di legare i salari alla produttività. Il ministro del Lavoro si è comunque augurato che le risorse «si trovino», ricordando che la Finanziaria appena approvata prevede che eventuali maggiori entrate dalla lotta all'evasione devono andare a favore del lavoro dipendente. I sindacati contano su una disponibilità di almeno 6-8 miliardi di euro, al netto, chiarisce però il segretario aggiunto della Cisl Pier Paolo Baretta, dei 2-3 miliardi che serviranno per il rinnovo dei contratti pubblici. Una chiara disponibilità ad affrontare le questioni poste dal sindacato e la fissazione di un calendario di incontri dovrebbero mettere la trattativa sui binari giusti. Ieri Cgil, Cisl e Uil hanno convocato per domani le segreterie unitarie. Se l'incontro di oggi andrà bene, serviranno per impostare i gruppi di lavoro che dovranno portare avanti il negoziato col governo, altrimenti serviranno per discutere della proposta di sciopero generale da portare agli esecutivi unitari che si riuniranno il 18 gennaio. Molto dipenderà anche dalle risposte che i sindacati riceveranno sul tema dell'inflazione. Su quale insisterà molto il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni: «Aumentare i salari è importante, ma non serve a niente se non avviene in un contesto di politica dei redditi. Noi siamo per rafforzare i poteri delle Authority più che per creare un nuovo organismo che dipende dalla politica», cioè il Mister Prezzi previsto dalla Finanziaria.

Enrico Marro
08 gennaio 2008

fonte: http://www.corriere.it/economia/08_gennaio_08/marro_salari_potere_acquisto_69faa0fa-bdc3-11dc-8e86-0003ba99c667.shtml

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1 commento:

Franca ha detto...

Se la risposta deve venire dalla contrattazione aziendale, non c'è da stare allegri!